Nuoto Master, alla ricerca della motivazione!

Il carburante indispensabile per non interrompere la marcia per la nostra passione

Vi siete mai chiesti perché nuotate? Siete mai riusciti a darvi una risposta realistica e soddisfacente al 100% alla domanda fatta, facendovi un’analisi di coscienza sincera ed approfondita?
Parliamo di “motivazione”.
Analizzando nello specifico il settore del nuoto master, ogni atleta ha le proprie motivazioni che lo spingono a nuotare ed allenarsi con continuità, a prendere parte alle gare, a cercare dei risultati personali o assoluti, a continuare per anni e anni quest’attività sportiva e dedicargli del tempo e impegno nella vita di tutti i giorni.
Il fatto che il settore master del nuoto sia nato per un fine di aggregazione, ritrovo ed amicizia, ha le sue fondamenta anche oggi che vanno però ad aggiungersi agli scopi anche più agonistici, nati successivamente, con il nuoto master moderno. Probabilmente, guardando la realtà dei fatti attuali, nessuna delle due basi è sbagliata e da escludere. Sono validi l’amicizia e l’aggregazione, così come l’agonismo come giusti scopi perseguiti nel praticare nuoto master.

Indubbiamente tra le motivazioni che spingono un certo tipo di atleta ad allenarsi con costanza, a partecipare alle gare, in generale a far parte del nuoto master, ci sono la “necessità” di vivere l’ambiente con continuità per quello che lo stesso ambiente gli rende, in termini di serenità, senso di appagamento e piacere nel condividere del tempo con determinate persone per i legami di amicizia o di semplice compagnia, importanti a mantenere viva questa passione. Definirei questo tipo di atleta più “emotivo”.
Ma c’è anche chi pratica nuoto master per pura e semplice passione per l’acqua, per la ricerca dei risultati e per l’amore incondizionato verso il nuoto, a prescindere dai rapporti di amicizia che si può creare nell’ambente praticando questo sport. Definirei questo tipo di atleta più “istintivo”.
Probabilmente nessuno dei due tipi di atleti sbaglia concetto di approccio al nuoto, sta solo a capire di quale rango si fa parte e di quali motivazioni si ha quindi bisogno per fare nuoto al meglio e rendere il massimo.

DSC_0025Ovviamente le “necessità” di cui si parla, non sono vitali, ma nell’essere umano, sotto l’aspetto psicologico, lo diventano.
Gli studi psicologici infatti dicono che il soggetto deve riempire la propria vita con qualcosa e lo fa con azioni che non sono necessarie, ma sufficienti a tenerlo occupato ed appagato.
All’origine, le motivazioni si trovano spesso per puro caso, senza nemmeno ricercarle ed in genere si vive di rendita di questo “tesoro” trovato per caso.
Ma cosa succede se all’improvviso, senza che si fosse considerata l’eventualità, venissero a mancare le motivazioni? Cosa succede se muta qualcosa sul quale si conta fortemente in termini di motivazione?
Probabilmente si comincerebbe ad avere un senso di estraneità al nuoto, avvertendo come se lo stesso non ci appartenesse più. Quel senso che si prova è in realtà la mancanza di motivazione che in precedenza era stato il carburante per la pratica dell’attività fatta sempre con soddisfazione.
Se il problema è la continua mancanza di risultati positivi e le continue e costanti sconfitte nell’atleta “istintivo”, inizia a sgretolarsi la motivazione con la quale ci si impegna costantemente, sia negli allenamenti che nella partecipazione alle gare.

Se invece il problema sta nel non avere più rapporti sereni con le persone con le quali si condividono gli allenamenti ed in generale l’ambiente del nuoto, parlando dell’atleta “emotivo”, iniziano ad abbassarsi di conseguenza anche le motivazioni che spingono a dare il massimo in acqua.

Ma a questo punto, quando per un motivo o per un altro le motivazioni vengono meno, bisogna trovare una “via d’uscita”!
Freud sosteneva nella sua teoria legata all’analisi delle motivazioni umane, che se l’uomo non può disporre dell’ ”oggetto” appropriato, soddisfa le proprie pulsioni con una sostituzione di “oggetto”, più o meno socialmente accettato. È indispensabile quindi secondo Freud, avere la forza di reagire e trovare la strada per sostituire e modificare quindi quella condizione che non rende più le adeguate motivazioni a mantenere viva una passione.

Piramide_maslowNel primo caso si dovrebbe trovare il modo di cambiare allenamenti e di provare a ritrovare una forma ed una preparazione tale da rendere risultati positivi ed incoraggianti, così da alimentare nuovamente le proprie motivazioni.

Nel secondo caso ci si dovrebbe confrontare magari con chi non si ha più un rapporto sereno e valutare l’eventualità di cambiare ambiente, compagnie e quant’altro necessario al fine di ritrovare le giuste motivazioni che portano questo tipo di atleta a vivere il nuoto.

In tutto questo non bisogna dimenticare i fattori esterni della vita, considerando gli impegni lavorativi, la famiglia, il sociale, che potrebbero incidere sullo stato d’animo dell’atleta e quindi sulle motivazioni dello stesso.

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La motivazione di un essere umano è in ogni caso alla base dello sviluppo personale dell’individuo stesso.

Una teoria che incentra il costrutto di motivazione come base dello sviluppo individuale, è la piramide dei bisogni fondamentali di Abraham Maslow (nella foto a destra), studiata nel 1954, che identifica sei fasi di crescita, successive e consecutive, tutte incentrate su bisogni, dal più semplice (legato all’aspetto fisiologico) al più complesso (legato all’autorealizzazione).

Secondo la teoria di Maslow, un bisogno insoddisfatto concentra le energie motivazionali del soggetto a soddisfare quel bisogno, non consentendogli di accedere ai bisogni superiori nella scala.
La teoria di Maslow è spesso utilizzata oggi per dimostrare come, ad alti livelli gerarchici, l’approvazione, il rispetto e il senso di appartenenza, siano motivatori più forti del denaro.

Circa un mese fa abbiamo parlato di Counseling Filosofico (clicca qui per leggere l’articolo) con il quale abbiamo affrontato i concetti di autostima e convinzione al fine di perseguire miglioramenti.

Probabilmente anche nel caso di perdita di motivazioni, per una ragione o un’altra, il Counseling Filosofico potrebbe tornare utile come aiuto a trovare la “strada alternativa” da percorrere per ritrovare le giuste motivazioni.

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Paco Clienti

Responsabile Redazione Swim4Life Magazine