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Un tuffo nel Nuoto Paralimpico. Specialità, classi e categorie.

Il 2012 è l’anno Olimpico in quanto si svolgeranno i Giochi che coinvolgeranno tutti i paesi del mondo per tutte le discipline sportive. Il 2012 è anche l’anno Paralimpico che vedrà protagonisti gli atleti disabili concorrere per un titolo olimpico!
Il nuoto paralimpico fu messo in pratica per la prima volta alle Paralimpiadi di Roma 1960 ed è una delle discipline sportive più praticate dagli atleti disabili.
Così come per il Nuoto dei normodotati, anche i disabili possono gareggiare nelle cinque specialità del nuoto, ovvero lo stile libero, il dorso, la rana e la farfalla, nonché nei misti. Le competizioni più importanti a livello internazionale, ovvero le Paralimpiadi, i Mondiali e gli Europei, sono organizzate in vasche olimpioniche con batterie e finali e dal 2009 sono indetti anche i Mondiali in vasca corta.

Le specialità.
Sono previste diverse specialità di competizione. Nello stile libero si gareggia per le distanze di 50 metri, 100 metri, 200 metri, 400 metri e la 5 km in acque libere.
Per il dorso, la rana e la farfalla, si gareggia per i 50 e 100 metri.
Nei misti le distanze sono 150 e 200 metri e nelle staffette sono previste la 4×100 e la 4×50 stile libero e mista.

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Classificazione e suddivisione categorie.
L’argomento più complesso del nuoto paralimpico è comprendere come vanno classificati e categorizzati gli atleti.
L’attività natatoria agonistica viene distinta per sesso, categoria per fascia di età e classi, in base al tipo e gradi di disabilità dell’atleta, necessaria quest’ultima al fine di garantire un equilibrio assoluto in occasione delle competizioni.
Le classi vengono assegnate ai nuotatori agonisti a seguito di visite di classificazione, che si differenziano a seconda che la patologia dell’atleta sia di tipo Fisica, Visiva, Intellettiva e/o Relazionale.
Le classificazioni per l’handicap fisico che può essere di origine midollare, ortopedico o cerebrale, sono di tipo “funzionale” ed avvengono a seguito di un iter seguito da un Medico Classificatore e da un Tecnico Classificatore che prevede una visita medica, la valutazione della nuotata e la valutazione del gesto tecnico in gara. Alla fine dell’iter viene attribuito un punteggio corrispondente alle funzioni che può ancora esprimere e successivamente viene inserito in una delle classi previste. Minore è la classe, minori sono le capacità residue del nuotatore.
Per i ciechi o ipovedenti è prevista una visita specialistica svolta da un Medico Classificatore Oftalmologo, che una volta valutato il campo visivo e/o l’acuità visiva dell’atleta, lo inserirà in una delle tre classi previste.
Le classi per l’handicap fisico sono suddivise in S (stroke) per gli stili dorso, stile libero e farfalla, SB (breaststroke) per la rana ed SM (medley) per i misti.
La rana è stata scorporata dagli altri stili a causa dell’influenza maggiore che gli arti inferiori hanno a livello propulsivo rispetto a quelli superiori.
Le classi per l’handicap fisico sono le seguenti:
– da S1 a S10 (S dal termine inglese stroke che vuol dire nuotata) per le nuotate a dorso, stile libero e farfalla;
– da SB1 a SB9 (breaststroke) per la rana
– da SM1 a SM10 (medley) per i misti
– da S11 (non vedente) a S12 ed S13 (ipovedenti).

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Gli atleti con disabilità intellettiva e/o relazionale (FISDIR – Federazione Italiana Sport Disabilità intellettiva e Relazionale) vengono sottoposti a test finalizzati alla verifica di alcuni elementi quali il quoziente intellettivo e la significativa mancanza, o riduzione, delle funzioni adattive in almeno due delle seguenti condizioni: comunicazione, cura della propria persona, comportamento nella vita domestica, capacità sociali e interpersonali, autonomia, adattamento al lavoro ed al tempo libero. 
La classe a livello internazionale IPC è unica ed è la S14. In Italia è prevista anche la classe C21 dedicata agli atleti con Sindrome di Down.

Regolamento
Il regolamento tecnico è disciplinato dall’IPC Swimming ed integra le norme della Federazione internazionale di nuoto (FINA) con alcune eccezioni.

Le principali eccezioni alle regole FINA sono le seguenti:
Partenza
– direttamente dall’acqua, dal bordo vasca, seduti dal blocco di partenza;
– possibilità di essere accompagnati ed aiutati a raggiungere il punto di partenza (qualunque esso sia);
– la feet-start (l’atleta di classe non superiore alla S3, si posiziona disteso ed un assistente gli tiene fermi i piedi/e sulla parete della vasca, lasciandoli/o solo dopo il segnale di partenza, senza imprimergli moto);
– nel dorso partenza con una sola mano sulla barra del blocco di partenza.

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Farfalla
– si deve avere sempre la sensazione che muova simultaneamente gli arti, anche quando ciò non avviene per limitazioni funzionali legate alla disabilità;
– in caso di mancanza di entrambi gli arti superiori, il nuotatore deve toccare con qualsiasi parte superiore del corpo;
– bracciata asimmetrica dopo la partenza e la virata per chi non può spingere con gli arti inferiori;
– difficoltà nelle classi S11 e S12 a portare avanti le braccia simultaneamente perché nuotano vicino alla corda frangionda – la squalifica viene inflitta solo se vi si spingono sopra;
– ci possono essere delle difficoltà a toccare il muro simultaneamente, anche per gli S11 e S12.

Rana
– si deve avere sempre la sensazione che muova simultaneamente gli arti, anche quando ciò non avviene per limitazioni funzionali legate alla disabilità;
– in caso di mancanza di entrambi gli arti superiori, il nuotatore deve toccare con qualsiasi parte superiore del corpo;
– bracciata asimmetrica dopo la partenza e la virata per chi non può spingere con gli arti inferiori;
– possibile mancata torsione dei piedi;
– prestare attenzione che il capo rompa la superficie dell’acqua, in ogni ciclo di bracciate, anche se la respirazione viene inserita ad ogni due o più cicli.

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Ciechi
– obbligo di utilizzo di occhialetti totalmente oscurati per la classe S11;
– le virate e l’arrivo vengono segnalate da un assistente chiamato Tapper, che tocca il capo o la spalla dell’atleta tramite un bastone con un terminale di gomma (di solito una pallina). L’utilizzo del Tapper è obbligatorio per la classe S11. 

Il Nuoto Paralimpico è una disciplina in crescita ma che purtroppo ancora oggi non viene celebrata adeguatamente attraverso i media.
Alcune persone hanno ancora dei pregiudizi in merito al Nuoto Paralimpico ed agli sport per disabili in genere, convinti che i disabili abbiano qualcosa in meno rispetto ai così detti normodotati. Ma come disse Cecilia Camellini (campionessa paralimpica non vedente, plurimedagliata, nella foto a destra) in un’intervista concessa a Swim4life (clicca qui per leggerla), ”per quel qualcosa che manca, c’è qualcosa in più che compensa. Penso non si tratti nemmeno di mancanza, è diversità. Chiunque vuole fare sport lo deve fare senza sentirsi svantaggiato. Lo svantaggio vero e proprio non esiste rispetto ai “normodotati”. La vera cosa importante nella quale bisogna credere, è che si possa fare tutto, anche se diversamente!”

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Paco Clienti

Responsabile Redazione Swim4Life Magazine