Tra pochi giorni l’esordio stagionale allo Swimmeeting di Bolzano.
Lo Swimmeeting Alto Adige è alle porte. Pochi giorni ancora e una delle manifestazioni più interessanti del panorama italiano in vasca corta prenderà il via nella piscina di Maso della Pieve di Bolzano per quella che sarà la 19esima edizione, in programma per sabato 7 e domenica 8 novembre. Tra i vari big presenti al meeting, tra cui ricordiamo Marco Orsi, Jimmy Feigen, Erika Ferraioli, Elena Gemo e Silvia Di Pietro, non mancherà ovviamente la padrona di casa Laura Letrari che riparte da dove aveva iniziato la sua scalata nella scorsa stagione. Proprio a Bolzano infatti la Letrari nuotò un favoloso 100 misti segnando 1’00”11, a soli tre decimi dal tempo limite per i Mondiali indoor di Doha ed un ottimo 50 dorso in 27”96 che la mostrarono in una forma smagliante per quella che poi sarebbe stata una delle sue stagioni più esaltanti.
Dopo la medaglia di bonzo nei 50 dorso e quella d’oro nella 4×100 stile libero con la quale siglò anche il Record Italiano di Società ai Campionati Italiani Assoluti invernali, la Letrari brillò definitivamente ai Campionati Italiani Assoluti primaverili ai quali si consacrò come una delle atlete più in forma e motivate del panorama nazionale. Un oro nella 4×100 stile libero nella quale migliorò il Record Italiano di Società insieme alle compagne del CS Esercito, un bronzo nei 50 dorso con un ottimo crono di 28”87 ed un esaltante argento conquistato in un epico 200 misti nuotato in 2’13’’88, proiettarono Laura nelle sfere Azzurre che la altoatesina ricercava da tempo.
Arrivano così le tanto ambite Universiadi di Gwangju nelle quali Laura Letrari sale sul tetto del mondo con la 4×100 misti insieme a Carlotta Zofkova, Ilaria Scarcella ed Elena Di Liddo nuotando la sua frazione a stile libero in 54”89, la migliore che avesse mai realizzato. Un sogno che si avverava, ma le sorprese non erano finite per la Letrari che pochi giorni dopo ricevette l’inattesa convocazione anche per i Mondiali di Kazan nei quali contribuì a raggiungere la finale con la 4×100 stile libero dopo ben 12 anni di assenza delle Azzurre in un Mondiale in vasca lunga, nella quale realizzò il Record Italiano in 3’37”16 insieme ad Erika Ferraioli, Silvia Di Pietro e Federica Pellegrini regalando all’Italia un sesto posto.
La stagione di Laura Letrari condita da cinque personali segnati tra vasca lunga e vasca corta (100 stile e 200 misti in lunga e 50 e 100 stile e 200 misti in corta), si chiude con i Mondiali Militari di Mungyeong dove raccoglie altre due medaglie di bronzo in staffetta che completano il bottino di traguardi prestigiosi raggiunti, ma è già tempo di riprendere una nuova stagione per puntare a qualcosa di ancora più importante.
Tra pochi giorni si riparte da dove hai cominciato la tua incredibile cavalcata della scorsa stagione alla fine della quale ti sei tolta tante soddisfazioni. Che Laura Letrari speri di offrire al Meeting di Bolzano?
«Sicuramente l’anno scorso la preparazione è stata diversa, ossia ho iniziato ad allenarmi subito a settembre ed ho finalizzato per novembre. Quest’anno è iniziato un po’ più con alti e bassi perché sono dovuta andare in Corea ad ottobre per i Mondiali Militari, poi in Francia e quindi ho saltato una parte della preparazione. In ogni caso spero di poter far bene a Bolzano anche se la condizione è differente dall’anno scorso. Il tempo limite nei misti per gli Europei in corta è fattibile e sarebbe bello per me poter raggiungere un obiettivo del genere visto che un Europeo in corta non lo faccio da qualche anno.»
Nella scorsa edizione sei stata una delle protagoniste principali del meeting, nuotando un 100 misti che tutti si aspettavano fosse da convocazione per i Mondiali indoor di Doha in quanto a soli 2 decimi dal tempo limite, risultato che ti commosse dopo l’annata difficile dalla quale arrivavi. Poi invece la convocazione non arrivò, ma fu proprio questo che forse ti diede ulteriori stimoli per fare meglio in seguito?
«Anch’io sinceramente speravo nella convocazione, però, nero su bianco il tempo non l’avevo fatto. Ci speravo perché era da un po’ che cercavo questo ritorno in nazionale che mi avrebbe fatto bene ma allo stesso tempo quella prestazione mi ha dato sicurezza perché mi confermò che ci stavamo allenando bene e di conseguenza in seguito è andata bene tutta la stagione. Poco dopo il Trofeo di Bolzano ho passato diversi guai con un infortunio al ginocchio e poi alla schiena che mi hanno fermato due volte e forse quello più che altro mi ha stimolato per tirare fuori il meglio.»
Dopo lavorasti tantissimo per raggiungere un obiettivo importante quale la convocazione in Azzurro e dopo una preparazione attentissima tra Italia e Spagna, ti togliesti immense soddisfazioni ai Campionati Italiani primaverili. Dopo i risultati fatti cosa pensasti? Speravi di aver raggiunto la nazionale o dopo Doha temevi di perdere ancora il treno Azzurro?
« Gli Assoluti mi hanno dato tanta gioia. Personalmente mi pongo obiettivi grandi ma non me li metto in testa come se fosse un pensiero fisso. Cerco sempre di giocarmi tutte le carte che ho e di mettercela tutta per fare tutto quello che posso. Se poi questo basta per fare una gara internazionale, è bene, altrimenti vuol dire che qualcun altro è stato più forte di me. Poi ho iniziato ad assaporare il sogno in Corea perché lì ero andata bene e forse per la prima volta ho sperato veramente di andare anche a Kazan, anche se il mio obiettivo principale erano le Universiadi.»
Tra 50 dorso, 200 misti e la 4×100 con la quale siglasti il Record Italiano di Società, quale di quelle gare fatte agli Italiani primaverili ti esaltò più di tutte e perchè?
«A livello personale sicuramente i 200 misti perché avevo migliorato tanto il mio personale, poi in parallelo c’è stata la gioia della staffetta per la quale tengo tantissimo. Vincere e fare il Record Italiano insieme alle compagne di squadra è stato molto bello.»
Pochi mesi dopo partisti dunque per le Universiadi di Gwangju nelle quali dopo un inizio forse un pò incerto, andasti in crescendo fino alla vittoria nella staffetta 4×100 misti che salì sul gradino più alto del podio. La tua frazione segnò uno straordinario 54”89, tuo migliore assoluto. Cosa provasti a vincere quella medaglia d’oro nuotando quella frazione eccellente?
«Penso sia stata la staffetta più bella che abbia mai fatto anche se dopo ci fu quella di Kazan altro e tanto emozionante. Sono state due emozioni diverse perché alle Universiadi ero l’ultima frazionista e sapevo che le mie avversarie in ultima frazione erano più forti, per cui avevo bisogno di un vantaggio che poi mi hanno regalato le mie compagne di squadra, soprattutto Elena Di Liddo e Ilaria Scarcella che hanno fatto due frazioni veramente forti. Avendo questo vantaggio sapevo che potevo giocarmela negli ultimi metri nei quali la differenza l’avrebbe fatta chi aveva più attributi. Dovevo toccare prima delle altre, quindi ho abbassato la testa, ho toccato la piastra e quando mi sono girata e ho visto l’uno, è stato molto emozionante, bellissimo. La mia frazione l’ho vista solo dopo e devo dire che andare per la prima volta sotto i 55 secondi è stato fantastico, ma ero già felicissima per il risultato raggiunto con le ragazze e per l’atmosfera che si creò al momento della premiazione insieme a tutta la nazionale.»
Nemmeno il tempo di rifiatare e festeggiare che arrivarono i Mondiali di Kazan nei quali andasti a dare man forte alla 4×100 stile femminile che guadagnò un sesto posto siglando il nuovo Record Italiano. Forse la cosa più importante di quella staffetta è che anche grazie a te riuscì a disputare la finale mondiale dopo ben 12 anni. Come è stato risalire sui blocchi di partenza di un Mondiale dopo un po’ di tempo che non vestivi l’Azzurro e farlo con quel risultato?
«È stato veramente favoloso ritornare in nazionale e provare l’onore di rappresentare il mio Paese. Sinceramente non pensavo di andare a Kazan, tanto più che quando ero alle Universiadi non feci la preparazione differenziata insieme ad altri atleti che invece erano già consapevoli di dover partecipare anche ai Mondiali. Sono tornata dalla Corea e il giorno dopo ho appreso dal web che ero stata convocata e quindi sono rimasta un po’ a bocca aperta perché non me lo aspettavo di fare un altro Mondiale in lunga dopo tanti anni. Ero felicissima! Una volta a Kazan sapevo che dovevo fare solo la gara delle eliminatorie e invece poi dopo valutazioni tecniche, decisero che dovevo fare anche la finale che per me è stata da brivido! Ho provato a fare la mia parte, ma fare quella finale è stato indescrivibile e di questo ringrazio le mie compagne perché è stato grazie a loro se ho potuto vivere quell’emozione. Penso comunque che io possa ancora migliorare e contribuire in maniera più importante in futuro.»
Ripercorrendo la scorsa stagione, il risultato complessivo è stato per te soddisfacente o avresti voluto ottenere qualcosa in più in talune occasioni?
«Penso che se un atleta riesce a lavorar bene e trasformare il lavoro fatto in qualcosa di concreto, deve essere felice a prescindere, per cui sono più che soddisfatta di quanto raccolto nella scorsa stagione.»
Dopo una stagione esaltante nella quale hai segnato cinque personali tra vasca lunga e vasca corta ed hai riconquistato la nazionale Azzurra, si riparte per una nuova stagione che assume un valore ancora più importante in quanto è quella delle Olimpiadi di Rio. L’obiettivo finale è scontato, ma cosa proverai a limare per migliorare quanto già fatto nell’annata scorsa?
«Anche se scontato, quello di Rio resta un obiettivo molto difficile da raggiungere. Punterò a togliere la velocità pura finalizzando una preparazione mirata nella quale lavorerò anche sui 200 stile che mi aiuteranno molto a costruire un miglior ritorno nei 100 stile. Dopo di che si sogna in grande anche se meno ci penso e meglio è. La cosa importante è che ho le persone giuste intorno a me, la calma e la tranquillità, mia sorella e la mia famiglia vicine e non mi serve altro. A volte si cerca qualcosa in altre parti del mondo, mentre invece non serve chissà che cosa e basta veramente poco e le cose piccole per poter fare bene. Ho girato tanto e visto tanto, provato tante teorie di allenamento e modi di allenare diversi e una cosa che ho capito con l’esperienza degli anni è che serve calma, lavorar bene, la consapevolezza delle proprie possibilità e poi tirar fuori la grinta nel momento decisivo per poter fare bene, nulla di più.»
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