Vincenzo Boni, grinta da vendere e consapevolezza di poter raggiungere qualsiasi risultato!

In meno di un anno ha scalato le classifiche mondiali diventando uno dei principali alfieri Azzurri.

Cosa hai mangiato per fare certi tempi?
«Stamattina per la prima volta ho fatto colazione con yogurt e cereali!»

Quindi da oggi in poi, sarà sempre yogurt e cereali a colazione prima delle gare?
«In realtà mi hanno fatto un effetto un po’ lassativo e quindi sono andato in ansia poco prima della gara.»

È iniziata così l’intervista con Vincenzo Boni realizzata in occasione dei Campionati Italiani Assoluti Paralimpici invernali disputati due settimane fa a Reggio Emilia, dove il napoletano tesserato per la Caravaggio Sporting Village Aqua & Fitness  ha registrato il nuovo World Record dei 100 dorso classe S3  nuotando in 1’39″86, ben 4’31” in meno rispetto al crono mondiale da lui stesso fissato la scorsa stagione al Meeting di Berlino.
Anche da queste prime battute si capisce subito che Vincenzo è la classica macchietta napoletana, ovvero quel tipo di personaggio che riesce a trovare il lato comico e divertente delle cose in qualsiasi circostanza ci si trovi, il che può essere un bene per il clan Azzurro e per lui stesso, quando si tratta di affrontare competizioni importanti e che possono effettivamente creare ansia anche agli atleti più navigati, o per restare in tema di piscine e adeguandoci al Boni Style, agli atleti più nuotati.

Abbiamo conosciuto Boni già con un’intervista realizzata nella scorsa stagione – clicca qui per leggerla – nella quale abbiamo parlato a lungo con Vincenzo, della sua disabilità, di come è nato l’amore per il nuoto e la scalata verso il successo.

vincenzo-boni-mondiali-ipc-glasgow-2015Vincenzo Boni, 28 anni, è diventato infatti in breve tempo uno degli assi della nazionale italiana di nuoto paralimpico con la quale ha strepitosamente conquistato già un bel bottino in appena un anno di competizioni in Azzurro! Sarà forse proprio per il suo carattere ottimista, per la sua capacità di esorcizzare i momenti di tensione con la battuta sempre pronta e sicuramente anche per la sua grande tenacia e forza che in appena 12 mesi ha fatto spalancare gli occhi a tutto il mondo registrando risultati impressionanti fin dalla sua prima volta in Azzurro.

Per quanto lui dica di essere un ragazzo ansioso, Boni si è dimostrato essere nei fatti non è uno che si lascia prendere dall’emozione. Alla sua prima gara con l’Italia disputata ad aprile dello scorso anno in occasione del Meeting Internazionale di Berlino, ha infatti segnato subito il Record del Mondo nei 100 dorso S3 fermando il crono su 1’44”17 tra gli applausi del pubblico e la gioia dei tecnici Azzurri.

Si trattava per lui dell’esordio in nazionale e a pochi mesi dal Mondiale di Glasgow, ma questo non lo ha frenato, così come non lo ha frenato il suo primo Mondiale nel quale alla prima gara, ha subito conquistato la medaglia di bronzo nei 200 stile libero, conclusi tra l’altro con il Record Italiano fissato a 3’41″96! Per niente appagato, Boni portò a casa da quel Mondiale anche una medaglia di bronzo nei 50 stile libero con il tempo di 48”45, per finire poi in crescendo con la medaglia d’argento vinta nei 50 dorso nei quali nuotò in 48”41.

Ai recenti Campionati Italiani Assoluti Paralimpici invernali è risultato essere uno dei principali protagonisti della kermesse nazionale, siglando davanti alla platea emiliana il Record Mondiale nei 100 dorso, oltre ad un  Record Italiano nei 100 stile libero con 1’38″11 migliorando di 46 centesimi il crono da lui stesso nuotato un mese prima e nei 50 stile libero con 44″79, migliorando anche in questo caso il precedente primato da lui stesso nuotato sempre a fine gennaio con 35 centesimi in più.
Da lunedì 7 marzo è partito un doppio conto alla rovescia per Vincenzo Boni che dopo il primo Mondiale disputato nella scorsa stagione, si prepara a prendere parte al suo primo Europeo con i Campionati in programma a Funchal nella prima settimana di maggio e si tiene pronto a sognare Rio e le Paralimpiadi fissate a metà settembre.

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vincenzo-boni-nuoto-paralimpicoSe soddisfatto dei risultati ottenuti dopo solo due uscite in questa importante stagione?
«Con i risultati fatti ai Campionati Italiani di Reggio Emilia ho potuto constatare che rispetto alla scorsa stagione ho maturato ampi margini di miglioramento e che soprattutto ho ancora da conquistare e da migliorare in futuro.»

Su questi ci puntano ormai un po’ tutti e senza dubbi, ma cosa è cambiato nella gestione di te come atleta rispetto alla passata stagione dalla quale sono cambiate un po’ di cose? Parliamo anche di preparazione alle gare e delle gare stesse.
«Rispetto all’anno scorso è cambiato praticamente tutto. Adesso la Società Caravaggio ha creato un progetto intorno a me, sono seguito da persone qualificate quali fisioterapisti, psicologi sportivi, persone che curano la mia postura, fino ad aver cambiato anche allenatore. All’inizio la cosa mi spaventava e non poco, ma dopo aver parlato con i referenti tecnici nazionali e in particolare con Enzo Allocco che abbiamo la fortuna di averlo in Campania e che avrebbe fatto da chioccia al mio nuovo allenatore, m i sono sentito molto tranquillo. Grazie ad Allocco si è creato un grande binomio insieme al mio attuale tecnico Alessio Sigillo i quali mi stanno portando a fare eccellenti risultati.»

Che sensazioni hai oggi quando ti presenti ad una gara rispetto a solo qualche stagione fa, ai tuoi esordi, dalle quali è cambiato veramente tanto?
«La cosa che più ha fatto cambiare la mia mentalità, è la consapevolezza. Non è cambiata però l’emozione per le gare, anche dopo averne fatte tante sia a livello italiano che a livello internazionale. C’è sempre e si fa sentire. Posso dirti ad esempio che ero più emozionato prima di fare le gare del meeting di Busto Arsizio disputato a fine gennaio che all’ultima gara dei Mondiali di Glasgow. però la consapevolezza che ho di me, che sono un atleta di interesse nazionale ,adesso da vertice, mi fa entrare in acqua più sereno, anche se non sommetto mai l’errore di sottovalutare i miei avversari, per me mostri sacri, che mi stanno davanti e che hanno partecipato già a più Paralimpiadi. Massimo rispetto per loro. Come mi dice il tecnico Enzo Allocco, oggi nuoto con la cattiveria agonistica necessaria, come si dice a Napoli con la “cazzimma”, ma non senza paura. Nuotare con cattiveria ma a cuor leggero, mi sta aiutando molto a fare tutto quello che sto facendo.»

vincenzo-boniIntanto quelli che chiami mostri sacri stanno iniziando a temerti visto che stai scalando le classifiche mondiali con balzi impressionanti.
«Questa è una cosa buona, ma io avrò sempre paura di loro perché possono farti sempre la sorpresa. Infatti io nella finale dei 50 dorso ai Mondiali di Glasgow ho peccato un po’ di inconsapevolezza. Il mio avversario ucraino (Dmytro Vynohradets, oro con 47”63 n.d.r.) era iscritto con un tempo maggiore del tempo stesso che poi ha fatto e io non pensando che potesse ancora scendere con il crono dopo tanti anni di attività, ho pagato di ingenuità.»

Adesso sei un po’ più esperto.
«Assolutamente si ed è per questo che dico che un atleta come lui può tirare fuori di tutto dalle sue enormi braccia possenti. Io però sono lì, al momento dietro, ma pronto ad eseguire il sorpasso.»

Ogni volta che in quest’ultimo anno hai toccato la piastra cronometrica ed hai realizzato un tempo incredibilmente migliore del tuo personale e che magari non ti aspettavi, ti è mai venuto da chiederti in che modo avresti potuto migliorare ancora?
vincenzo-boni-italian-paralympic-swimmer«Si, ci ho pensato, ci penso sempre. “Ho fatto un tempone e adesso che devo fare per migliorare ancora?” Però devo dire che nel momento che io faccio un pensiero del genere, il mio allenatore è pronto a smentirmi, perché aumentano i carichi in acqua, aumentano le intensità degli allenamenti e puntualmente nella gara successiva riesco sempre  migliorare. I 50 stile fatti ai Campionati di Reggio Emilia ad esempio, mi hanno soddisfatto veramente tantissimo e reso veramente molto contento.»

Adesso con questo Record del Mondo cambia qualcosa per Rio?
«No, assolutamente non cambia nulla. Quando penso a Rio, penso al contorno, ovvero come sarà il viaggio di andata e come sarà la città ad esempio, ma non voglio e tanto meno ci riesco ad immedesimarmi in quella vasca. Non ne sono proprio capace!»

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Paco Clienti

Responsabile Redazione Swim4Life Magazine