«Rio è un’occasione per abbattere barriere e preconcetti, entreremo nelle case degli italiani sperando di trarre frutti in termini di crescita di civiltà.»
Significativa per tantissimi aspetti è stata la 39esima edizione dei Campionati Italiani Assoluti Paralimpici Estivi disputata lo scorso fine settimana nell’impianto sportivo Ital Cementi di Bergamo, dove oltre ai titoli italiani, alcuni atleti si sono giocati anche la convocazione alle Paralimpiadi che si disputeranno dal 7 al 18 settembre a Rio de Janeiro, dando all’evento un valore aggiunto non da poco.
Soddisfatto del lavoro svolto fino ad oggi dalla FINP il Presidente del Comitato Paralimpico Italiano Luca Pancalli, presente alla presentazione ufficiale del team Italia in partenza per Rio, soddisfatto di quanto svolto fino ad oggi e anche ottimista per il futuro il Presidente della FINP Roberto Valori che ha sottolineato tutti gli aspetti importanti emersi da questi Campionati.
L’appuntamento stagionale di Bergamo hanno rimarcato in maniera significativa quanto la corsa ad arrivare in nazionale sia diventata difficile e ardua visto che alcuni atleti hanno strappato un pass per Rio proprio in questa occasione. Questo delinea una ulteriore crescita importante del movimento del nuoto paralimpico italiano?
«Si, siamo riusciti a convocare una buona nazionale ma non è stato facile, nonostante una volta ottenuti i venti posti con le slots al 31 gennaio di quest’anno, ci siamo concentrati subito sui nomi che potevano far parte di questa squadra. E invece abbiamo dovuto aspettare quest’ultimo appuntamento prima di Rio per poter definire la squadra al completo, proprio perché come dicevi, il livello tecnico è cresciuto tantissimo.»
Il Presidente del CIP Pancalli che è intervenuto alla presentazione della nazionale per Rio fatta durante i Campionati, ha sottolineato quanto deve essere importante per questi ragazzi vivere pienamente quest’esperienza, della quale in futuro ricorderanno più le amicizie strette che le medaglie vinte.
«Si esatto, facendo inoltre una distinzione tra i vecchi e i nuovi, i primi che devono fare da esempio e si devono gustare questo appuntamento e i nuovi che devono vivere l’esperienza minuto per minuto e di ascoltare i veterani. Il Nuoto che per noi è uno solo, è uno sport sempre molto ordinato e regolato, probabilmente perché siamo abituati a contare le mattonelle sul fondo di una vasca e ad avere poche distrazioni ed è forse per questo che siamo abituati a soffrire, che siamo sempre molto uniti, compatti e forti. Quando c’è da tirare fuori il carattere, i nuotatori ci riescono, almeno il mio gruppo ci riesce.»
Ha anche rimarcato il fatto che la FINP è una famiglia e che chi non è riuscito a raggiungere il sogno della convocazione per Rio, deve sostenere chi è andato avanti e disputerà questa Paralimpiade.
«La FINP è una grande famiglia, è assolutamente vero. Non realizzare un sogno significa vivere in qualche maniera un po’ una sconfitta, ma dalle sconfitte si impara anche di più. Le esperienze più forti si fanno quando si cade e ci si rialza. Tutti sono cresciuti dopo essere caduti e dopo che non sono riusciti a realizzare i propri sogni.»
Il livello tecnico di questa squadra è indubbiamente elevato, ma al di là dell’aspetto tecnico, come disse recentemente Rosolino in una nostra intervista, è l’unione del gruppo a fare veramente la differenza. Questo gruppo può fare grandi cose a Rio?
«Penso proprio di si, sicuramente nelle parole che intendeva Rosolino. Per quanto riguarda gli aspetti tecnici sai già che sono fortemente scaramantico e non amo fare previsioni, ma tengo a sottolineare che questa nazionale è la più numerosa di sempre, un risultato già molto significativo che è indice di un lavoro svolto bene in questi anni e che siamo stati bravi.»
Un’ultima battuta su un episodio simpatico che abbiamo vissuto a questi Campionati Italiani: una famiglia texana in vacanza a Bergamo, si è soffermata a chiedere che tipo di evento si stesse consumando nella piscina Italcementi e appreso che si trattasse dei Campionati Italiani di Nuoto Paralimpico, si è fermata sulle tribune a fare un grande tifo per tutti gli atleti in gara,sostenendo che nel loro Paese, il Nuoto Paralimpico è molto importante. Quando arriveremo anche in Italia a questo grado di cultura sportiva?
«Il processo di civilizzazione ha bisogno di tanto tempo, non è come una febbre che si tira giù con un antibiotico. In questi anni abbiamo fatto tanto e bene, ma tanto bisognerà ancora fare. Confido in una Paralimpiade molto seguita, superando lo share registrato a Londra 2012, perché Rio è un’occasione per abbattere certe barriere e preconcetti, essendo un fenomeno dirompente che arriva nelle case degli italiani e non solo, dal quale speriamo di trarre frutti in termini di crescita di civiltà. In questo l’appoggio della Rai è molto prezioso, perché senza di loro non avremmo avuto la possibilità di avere la visibilità che ci serve.»
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