Una veterana che si sente una matricola, Katie Ledecky scommette sugli USA, “È la squadra più forte di sempre!”

E sul nuoto e i giovani è chiara, “Lasciate che i bambini si divertano senza fargli pressioni.”

Una delle annunciate protagoniste e delle più attese alle Olimpiadi di Rio è certamente Katie Ledecky (foto Delly Carr). A dispetto della sua giovane età, la 19enne statunitense ha già alle spalle un palmares di tutto rispetto che fa di lei una veterana del nuoto a livello internazionale: una medaglia d’oro alle Olimpiadi di Londra negli 800 stile, quando aveva solo 15 anni, nove medaglie d’oro ai Mondiali tra Barcellona 2013 e Kazan 2015 e cinque ai PanPacific Games, senza dimenticare i tre Record Mondiali detenuti nei 400, 800 e 1500 stile libero.

È un biglietto da visita più che sufficiente per disegnarla, ma nella Ledecky, che tutti definiscono aliena per le sue capacità acquatiche, c’è molto di più di quello che si legge nel palmares. E parte del suo modo di essere è emersa durante la Conferenza Stampa del media day al raduno di San Antonio del team degli Stati Uniti in preparazione per Rio.
Tra le cose più interessanti, ha espresso entusiasmo per questa sua seconda Olimpiade per la quale si sente come se fosse ancora una matricola e proprio sulle matricole ha detto che gli USA di quest’anno è la più forte di sempre, proprio grazie al mix di matricole e veterani che si è formato in questa squadra.

Quali sono le tue prime impressioni relative al camp di preparazione per Rio?
«Mi sto divertendo molto, stando insieme alla squadra qui a San Antonio, ho subito visto che c’è tanto da lavorare, ma c’è anche da divertirsi alla grande.»

katie-ledeckySei molto amata dai bambini e dai giovani nuotatori che ti seguono in modo assiduo e sei diventata quasi un idolo.
«Si, questa è una cosa di cui mi rendo conto. Mi seguono anche a distanza. Quando ero una giovane nuotatrice, avevo lo stesso entusiasmo, anche io volevo provare tutti gli eventi, anche quelli distanti. Quando avevo 11 o 12 anni, ero piena di entusiasmo, anche perché le gare andavano bene. Provavo diverse distanze in gara e mi sentivo motivata. Ai giovani nuotatori mi sento di dire di farsi ispirare, di provare e riprovare fino a quando non si trova  la propria distanza da nuotare.»

Sei un esempio anche per i giovani presenti nella squadra Olimpica. Senti il peso di questo ruolo?
«Beh, noi tutti incoraggiamo chi è alla prima esperienza. In questi due anni sono cresciuta molto, ma non sono l’unica. Io e Lee andremo a Rio come primi due al mondo per i 400, anche se lui ha fatto anche un buon 100 ad Omaha. Ciò mi rende entusiasta, sia per la squadra femminile che per quella maschile e spero di poter ispirare i nuotatori più giovani a provare distanze di gara più lunghe.»

Nathan Adrian ha detto che di solito le distanze lunghe sono quelle con più folla nei vari eventi estivi.
«Beh, è vero – risponde ridendo Katie – Di solito le distanze lunghe sono messe sempre alla fine delle competizioni. Prima erano le gare dove non c’era mai nessuno. Di solito scappavano tutti –ride ancora – Ora è diverso. Ho riscontrato che molte persone seguono anche le distanze lunghe e questo non può che essere un segno positivo, perchè avere il sostegno degli appassionati è davvero importante. Capisco che magari non tutti si siedono lì a guardare una gara che dura tanto, ma magari possono emozionare anche le gare lunghe.»

Si parla tanto degli esordienti nella squadra, qualcuno ha detto anche che sono troppi. Cosa pensi a riguardo?
katie-ledecky-media-day-olimpycs-rio«Le matricole sono la scintilla di questa squadra. Aggiungono entusiasmo anche per i veterani che a loro volta trasmettono la loro esperienza fatta, per alcuni di loro maturata proprio alle Olimpiadi. È uno scambio continuo. Io ero una matricola nel 2012 e per certi versi mi sento ancora una matricola. Ho la stessa eccitazione di una matricola e mi emoziona sapere che sono in una squadra dove c’è chi ha fatto anche quattro o cinque Olimpiadi. Sento davvero che ho molto ancora da imparare, ma voglio godere appieno dell’atmosfera olimpica. Nel villaggio Olimpico hai la possibilità di interagire con gli atleti di tutto il mondo e di diverse discipline. Solo questo ti fa pensare alla grandezza della cosa e a quello che tu stai andando a fare per rappresentare la tua squadra e il tuo Paese. Noi vogliamo fare solo del nostro meglio in piscina e far divertire chi ci guarda da casa. Lasciare indietro il nervosismo e mostrare ciò che siamo capaci di fare.»

Come hai iniziato e quali sono state le tue prime scelte?
«Quando avevo sei anni, con mio fratello maggiore Micheal che ne aveva nove, partecipammo ad un campionato estivo e ci piacque così tanto che ogni estate ci tornavamo. Per partecipare ai campionati estivi ci iscrivemmo insieme in una squadra di nuoto, dove nuotavamo tutto l’inverno. È iniziato tutto così.»

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I vostri genitori quindi vi hanno fatto iniziare per divertimento. Cosa consiglieresti ai genitori che hanno figli che vogliono iniziare uno sport così competitivo come il nuoto? (foto a destra AFP Photo/Martin Bureau)
katie-ledecky-usa«Beh, io ho iniziato perché mi divertivo e non sentivo né la pressione, né la competizione. Quindi mi sento di dire solo di lasciare che i bambini si divertano senza fargli pressioni. Io ho praticato tanti sport ed i miei genitori non mi hanno mai detto che dovevo fare nuoto, o che dovevo andare in piscina. Ho sempre fatto quello che mi divertiva. Negli anni ho praticato basket, calcio, fino a quando ho deciso io che mi divertiva di più la piscina, ma loro mi hanno sempre detto “Per noi è importante che fai uno sport, ma scegli quello dove ti diverti di più”. Alla fine ho deciso io di concentrarmi solo sulla scuola e sul nuoto. I miei genitori hanno fatto un passo indietro e mi hanno lasciata libera di scegliere.»

Sei alla tua seconda Olimpiade. Che differenze vedi in questa squadra rispetto a quella di quattro anni fa?
«Credo che questa sia la squadra più forte in assoluto e credo sia dovuto al mix di esordienti e veterani con una forte esperienza olimpica alle spalle. Nelle ultime due stagioni sono venuti fuori dei veri talenti che ora portiamo alle Olimpiadi e credo che porteremo a casa un bel carico di metalli» – conclude sorridendo

Anche la Cina si prospetta una forza olimpica. Come vedi il paragone con le altre squadre?
«Sono sempre motivata a competere con i migliori al mondo e alle Olimpiadi mi aspettano gare dure con avversarie molto forti, le migliori al mondo, ma questo è quello per cui sono stata addestrata, a toccare la piastra cronometrica prima di tutti. Qui tutti gareggiamo per l’oro ed è quello che tutti speriamo di poter portare a casa.»

L’altro giorno c’è stata la visita di Tony Parker, com’è andata?
??????????????????????????????«Oh, si, è stato davvero figo vedere un allenatore come lui che è venuto da noi solo per dirci che è orgoglioso perché rappresentiamo il Paese. Ci ha parlato delle qualità che di solito cerca nei suoi giocatori ed anche noi gli abbiamo fatto molte domande, sulla sua squadra, sui giocatori, ma abbiamo anche scherzato molto. È davvero simpatico e ci ha raccontato un sacco di storie divertenti.»

Dopo Londra sembra che tu abbia attraversato un momento di transizione prima di trovare il nuovo allenatore.
«Beh non è difficile credere che la transizione sia stata davvero facile per me. Entrare in un gruppo di lavoro così mi ha dato continuità. Siamo entrati in un buon ritmo di allenamento. Con Bruce (Bruce Gemmell n.d.r.) ho subito trovato un ottimo feeling ed abbiamo fatto un lavoro di quattro anni pensando a questa Olimpiade.»

Siete preoccupati per il virus Zika?
«No, non sono preoccupata. Siamo tutti preparati. Sappiamo dove stiamo, abbiamo trattato i nostri vestiti e ci hanno preparati con spray speciali anti zanzare. Al momento in Brasile è inverno e quindi il rischio zanzare dovrebbe essere molto basso. Al momento le zanzare sono l’ultimo dei miei pensieri, il mio pensiero è il nuoto!»

fonte USA Swimming

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