Dall’inferno al paradiso, questa l’ascesa di Fabrizio Sottile per arrivare alle Paralimpiadi di Rio

La convocazione persa solo un mese e mezzo fa e poi la chiamata da ripescato per l’atleta della PolHa Varese che partirà per i Giochi dopo l’esclusione della Russia

Sono trascorsi esattamente 51 giorni da quando Fabrizio Sottile ha vissuto l’incubo della mancata convocazione ai Giochi Paralimpici di Rio, notizia che l’atleta apprese dal CT Riccardo Vernole al termine dei Campionati Italiani Paralimpici estivi ai quali non era riuscito a conquistarsi uno dei venti posti disponibili all’Italia per le convocazioni. Sottile fu il primo degli atleti di interesse nazionale ed essere escluso dai convocati, situazione a dir poco facile da vivere dopo aver sacrificato tanto della propria vita per realizzare quello che doveva essere un sogno. Dal sogno, Fabrizio ha vissuto un vero e proprio incubo, vedendo infrangere quattro anni di preparazione in un soffio di vento che gli aveva portato via ciò a cui teneva di più. Stagione finita dunque, si guarda avanti anche se con amarezza e grosse difficoltà e invece il 7 agosto scorso arriva una chiamata inaspettata da Vernole: forse la Russia verrà esclusa dalle Paralimpiadi a causa del Doping di Stato emerso dal Rapporto McLaren e forse la IPC Swimming ridistribuirà le sue slot di convocazione, motivo per cui l’Italia diventava una candidata ad avere un bonus per poter convocare un altro atleta da aggiungere alla spedizione Azzurra già definita con i venti convocati – clicca qui per i dettagli della notizia.

Un turbine di emozioni arrivato all’improvviso e certamente si fa fatica a metabolizzare una notizia del genere dopo aver fatto fatica a superare, e non del tutto ancora, l’amara delusione per il mancato obiettivo. Poi il momento della riflessione per Fabrizio, la consapevolezza di essere fermo ormai da un mese e mezzo, praticamente un’eternità nel nuoto, ma contestualmente la voglia di vivere quel sogno che adesso si materializzava quasi fosse una chimera. Adesso i Giochi di Rio sono una realtà e per Sottile comincia la corsa contro il tempo per recuperare la condizione fisica persa.

È trascorso un mese e mezzo circa da quella giornata particolarmente amara in cui apprendesti di non essere tra i convocati per la nazionale Azzurra delle Paralimpiadi di Rio ed oggi invece è arrivata una notizia che sa un po’ di favola. Come hai vissuto questo ripescaggio?
fabrizio-sottile-finp«Come hai detto è trascorso un mese e mezzo da quell’amara notizia e come era amara quella esclusione, non è dolcissimo questo ripescaggio, perché al contrario di quanto si possa pensare, dopo tutto quello che è successo, a me è rimasta un po’ di amarezza a causa della quale faccio ancora fatica ad esultare per questa convocazione arrivata in extremis. Questo perché non riesco a non pensare a cosa avrei potuto fare se non mi fossi fermato dopo i Campionati Italiani estivi e se avessi mantenuto quella condizione atletica che avevo allora e che oggi non ho più. In ogni caso apprezzo tanto questa chiamata e la onorerò al meglio che posso. Andrò a fare comunque la mia seconda Paralimpiade ed un’esperienza fantastica a Rio, cosa che non tutti possono fare nella propria vita. Mi dispiace soltanto che non partirò con le munizioni necessarie a riscattare la Paralimpiade di Londra 2012 andata male.»

Le circostanze non sono state sicuramente favorevoli, ma in fin dei conti una cosa è restare a guardare le Paralimpiadi da casa e un’altra invece è andare a viverle da atleta, no sei d’accordo su questo?
«Quando il 7 agosto ho ricevuto la chiamata preventiva del CT Vernole che mi invitò a partecipare al Collegiale nel caso in cui si fosse verificato quanto poi è stato definito e ufficializzato soltanto ieri, sinceramente ho fatto fatica a dare subito la mia disponibilità, così come facevo fatica a pensare di non darla, semplicemente perché temevo di vivere una seconda grossa delusione, visto che non era cosa certa che poi partissi anche io per Rio insieme alla squadra. Poi però ho deciso di venire ad Ostia perché sarebbe stato stupido allontanare questa opportunità che da un lato è anche fortuna.»

Pur essendo fermo da diverse settimane, la FINP ha deciso di portarti comunque al Collegiale quando è nata l’opportunità di poterti convocare per Rio, anziché scegliere magari di lasciarti allenare a casa tua e di convocarti solo se poi la slot fosse arrivata con certezza. Hai apprezzato questa disponibilità del CT Vernole e di tutta la Federazione?
«Sinceramente penso che abbiano deciso di fare la cosa più giusta, perché se, come si è verificato, l’Italia avesse avuto la possibilità di convocarmi in conseguenza alle decisioni del CAS e dell’esclusione della Russia, si sarebbe trovata a Rio un atleta che lo staff non conosceva bene. Il collegiale di ritiro prima dell’evento serve a creare gruppo, a far conoscere a tutti i tecnici dello staff i limiti e i pregi tecnici e non dell’atleta in questione in quel periodo e quindi ritengo che farmi venire al Centro Federale di Ostia sia stata la cosa migliore.»

fabrizio-sottile-collegiale-rio-2016Come hai vissuto questo ritiro fino alla giornata di ieri in cui è arrivata l’ufficialità della possibilità di poterti convocare?
«Ero praticamente come il terzo portiere ai Mondiali di Calcio. Come tutti gli atleti di interesse nazionale non convocati, ero ormai andato in vacanza e quando ho avuto la chiamata, ho preferito in ogni caso non considerare come reale la possibilità di andare a Rio, così come invece ci avevo creduto durante tutta la stagione, perché sono stato veramente molto male per la mancata convocazione. Ho preferito fare qualche altro giorno di vacanza per distendermi, appoggiato nella scelta anche dal CT Vernole e poi sono partito per Ostia. È sicuramente stratosferico, bellissimo e fantastico andare ad una Paralimpiade, ma ad oggi ti dico che probabilmente non ho ancora metabolizzato la cosa, poi magari tra qualche settimana ti dirò che sono pronto a spaccare tutto.»

Si dice che nel nuoto conti molto di più la tesa rispetto alla condizione atletica. Pensi che la testa possa giocare un ruolo importante nella tua circostanza?
«Spero di si, anche se la testa può intervenire fino ad un certo punto, perché quando arrivi al limite fisico, quando non ti muovi più perché hai le braccia e le gambe pesanti, come se fossero arrivate tre persone ad abbracciarti mentre sei in acqua, diventa difficile andare  avanti. Per di più, rispetto ad altri atleti, ho bisogno di nuotare tantissimo per non perdere acquaticità e con sei settimane di stop mi manca praticamente tutto, un grosso gap che devo riuscire a colmare in pochissimo tempo.»

Tenuto conto della tua condizione e della circostanza particolare in cui è arrivata questa convocazione, cosa speri di ottenere dall’esperienza di Rio?
fabrizio-sottile-collegiale-ostia-2016«Spero innanzitutto di limitare i danni, perché non posso sperare nei miracoli. Posso forse sperare di far uscire fuori la gara della vita, ma oggi come oggi non saprei dirti se sarò nelle condizioni per farlo. Due mesi fa ti avrei risposto che non solo puntavo alla finale, ma ad essere tra i primi cinque atleti classificati. In tutta onestà però, anche se oggi non spero di poter riuscire a fare quello che ero invece convinto di fare due mesi fa, mi piacerebbe ancora tanto realizzarlo, motivo per cui ci proverò!»

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Paco Clienti

Responsabile Redazione Swim4Life Magazine