La serata delle eccellenze paralimpiche ha visto tra le nomination anche Giulia Ghiretti, Arjola Trimi e Vincenzo Boni, ma incredibilmente non Federico Morlacchi
L’ultimissimo atto del 2016 paralimpico ha visto quasi tutti i principali protagonisti dei traguardi raggiunti alle Paralimpiadi di Rio premiati durante la serata di gala per la seconda edizione dell’Italian Paralympic Awards, ospitato dai saloni del Rome Cavalieri Waldorf Astoria lo scorso mercoledì.
«Questa sera vogliamo premiare tutti quelli che, in vari campi, hanno contribuito a far crescere il nostro movimento – ha dichiarato il Presidente del CIP Luca Pancalli aprendo la cerimonia di premiazione, come si legge dal sito web del CIP – Mi sento di dire che siamo qualcosa di più di un’organizzazione, perché la nostra mission è quella di provare a cambiare il mondo attraverso la cultura che il nostro mondo è in grado di diffondere».
«Pari dignità, sono queste le due parole che ha sempre usato Luca Pancalli – ha commentato il Presidente del CONI Giovanni Malagò, anche lui presente alla cerimonia di premiazione – Da parte nostra c’è stata sempre una spinta morale e poi pratica per dare la giusta dignità al CIP, senza considerarlo, come avveniva anni addietro, figlio di un Dio minore».
Quattro i protagonisti del Nuoto Paralimpico presenti alla serata di premiazioni, oltre ad un atleta della FISDIR, tra i quali il CT Riccardo Vernole che ha ricevuto il giusto riconoscimento al suo eccellente lavoro con il premio Miglior Tecnico di Rio 2016, superando i colleghi del ciclismo Mario Valentini e dell’atletica leggera Mario Poletti in nomination con lui.
«Devo ammettere che la serata è stata molto emozionante, nonostante nella mia carriera abbia vissuto tanti altri momenti belli, come il primo scudetto con il Santa Lucia o la Palma d’Oro al Merito Tecnico ricevuta dal CONI – ha dichiarato Vernole raggiunto telefonicamente da Swim4Life Magazine – Per questo pensavo di essere abituato a questo tipo di situazione e invece sono rimasto colpito. Ovviamente non sapendo il risultato delle nomination, il vestito elegante lo avevo messo per il rispetto dei presenti e delle autorità – racconta sorridendo Vernole – ma quando poi è uscito fuori il mio nome, non ti nascondo che ho provato un emozione fortissima».
«Quando ho sentito il mio nome, non ho rivissuto solo quello che abbiamo fatto a Rio, infatti mi sono passati davanti agli occhi tanti anni, tantissimi flash che mi hanno fatto ricordare quanto sia stato lungo il cammino che ho percorso ove ho vissuto tante esperienze straordinarie che mi hanno permesso di entrare nei singoli meccanismi del mondo del nuoto paralimpico – ha proseguito Vernole – Per fare cose che ti vengano un giorno riconosciute, devono essere idee innovative e soprattutto utili e le devi far bene ed è quello che cercherò di continuare a fare insieme alla Federazione Italiana Nuoto Paralimpico. L’obiettivo è fare un nuovo quadriennio fantastico. Mi piace condividere questo riconoscimento con tutti coloro che si dedicano all’attività di Tecnico, un riconoscimento bellissimo perché arriva dalla famiglia paralimpica, la mia seconda casa. Ovviamente questi sono traguardi che possono arrivare solo se gli atleti riescono ad esprimersi a certi livelli, quindi anche loro ne sono artefici.»
Riccardo Vernole ha seguito il movimento paralimpico dai suoi albori, con il suo esordio internazionale che avvenne nel 1981, a 14 anni, quando un giovanissimo Vernole gestiva tutti gli atleti ospiti all’Acqua Acetosa per il I Meeting Internazionale per disabili organizzato a Roma. Nella sua carriera ha avuto maestri importanti come Roberto Fiorentino e Franco Riccobello, tra i primi tecnici in Italia, che oltre allo sport gli hanno trasmesso anche importanti nozioni di vita fornendogli le basi per poter intraprendere la carriera illustre che porta avanti oggi.
«Se penso alle giornate trascorse da bambino, a casa insieme ai miei genitori, a mettere nastrini alle medaglie in occasione della preparazione di eventi sportivi per disabili, ricordo che sognavo di poter essere un giorno protagonista a questi livelli ed essere parte attiva di questo movimento – aggiunge Vernole – Adesso sembra scontato ammirare quanto offrono le Paralimpiadi, ma agli inizi non c’era tutto questo spettacolo, questa tecnologia e questi supporti che ci sono oggi a sostegno dell’attività sportiva per disabili».
Premiata anche la nuotatrice FISDIR Maria Bresciani come migliore atleta del movimento Paralimpico per atleti con sindrome di down: 14 podi Mondiali per lei nel 2016, di cui sei con oro, su 14 gare ai Trisome Games di Firenze con le quali totalizza 63 medaglie internazionali che l’hanno portata ad essere l’atleta Italiana con síndrome di down con più medaglie internazionali di sempre, superando il precedente record dello schermidore Mangiarotti.
Gli handbikers Luca Mazzone e Alex Zanardi si sono aggiudicati in ex aequo il premio Miglior Atleta Uomo di Rio 2016, in nomination insieme all’altro handbiker Vittorio Podestà che in gara a Pontal rinunciò a combattere per l’oro a favore del compagno Paolo Cecchetto, vincitore poi del premio Uomo Squadra.
Nel corso della serata hanno sfilato altri campioni che si sono distinti alle Paralimpiadi di Rio, tre dei quali del nuoto: la schermitrice in carrozzina Beatrice Vio ha vinto il premio Miglior Atleta Esordiente Donna superando in nomination le nuotatrici Giulia Ghiretti e Arjola Trimi, il lanciatore del disco Oney Tapia ha fatto suo il premio Miglior Atleta Esordiente Uomo sui ciclisti Giancarlo Masini e Fabio Anobile, il nuotatore Vincenzo Boni, l’arciere Roberto Airoldi, il pongista Amine Kalem ed il paratriatleta Giovanni Achenza, mentre la velocista Martina Caironi ha conquistato il premio Miglior Atleta Donna a Rio 2016 battendo la forte concorrenza di Bebe Vio e Assunta Legnante.
L’apertura di questo articolo in cui si sottolinea che nella serata sono stati premiati quasi tutti i protagonisti di Rio non è a caso. Fa veramente effetto infatti che un atleta come Federico Morlacchi, che dopo aver vinto tre medaglie di bronzo ai Giochi di Londra 2012 è riuscito a confermarsi ad altissimi livelli anche alle Paralimpiadi di Rio vincendo una medaglia d’oro e tre d’argento, chiudendo i Giochi come l’atleta più medagliato in assoluto e confermandosi vero e proprio uomo rappresentativo del movimento paralimpico per il nuoto, seconda disciplina nel medagliere olimpico di Rio solo al ciclismo che ha vinto più ori ma non più medaglie, non sia stato inserito nemmeno nelle nomination. Un aspetto che sicuramente deve far riflettere sull’organizzazione di questo straordinario evento dalla prossima edizione in poi, ideando, se necessario, ulteriori categorie al fine di premiare altri atleti come Federico che assolutamente avrebbe meritato, aspetto letto tra le righe nei ringraziamenti che il Presidenti Pancalli ha tenuto a fare indirettamente al non presente Morlacchi sul palco dell’evento durante la serata.
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