Alcuni accorgimenti sulla partenza moderna che influisce per un terzo sulla prestazione in gara
La track-start rappresenta nel nuoto attuale la modalità di partenza più utilizzata nelle competizioni di qualsiasi livello, ma come va eseguita correttamente per sfruttarne effettivamente i relativi vantaggi?
Come posizionare i piedi
Questo tipo di partenza prende spunto da quella eseguita nell’atletica leggera e vede il nuotatore posizionarsi sul blocco di partenza con una gamba messa in avanti e l’altra indietro.
Partiamo proprio da come devono essere piazzati entrambi i piedi: innanzitutto, la gamba anteriore deve essere quella di appoggio, ovvero quella che da solidità al corpo quando si sta in piedi e quando si deve mantenere la posizione e quindi è quella che in pratica fornisce una forza di spinta maggiore. Il piede della gamba anteriore va posizionato con le dita aggrappate saldamente al bordo del blocco di partenza, mentre il piede della gamba posteriore va appoggiato sulla pedana, o aletta, del blocco di partenza soltanto con le dita dei piedi. Quest’ultimo accorgimento, spesso sottovalutato e poco evidenziato, è molto importante perché in effetti non bisogna appoggiare tutta la pianta del piede sulla pedana di appoggio come erroneamente fanno alcuni atleti, ma lasciare il tallone libero affinchè il corpo possa avere l’adeguata reazione alla spinta che viene influenzata soltanto dalla parte anteriore del piede.
Posizione della testa
A differenza della più classica grab-start, pur mantenuta tra le braccia, la testa non va tenuta bassa al punto da tenere lo sguardo rivolto verso dietro, ma leggermente più alta, con lo sguardo rivolto verso la T della piscina. Alla partenza va alzata di scatto nello stesso momento in cui l’atleta si spinge dal blocco di partenza per accompagnare la propulsione in avanti e poi abbassata durante il “volo” per agevolare correttamente l’ingresso in acqua.
Posizione e impiego delle braccia
Le braccia vanno tenute allineate alle spalle e quindi esterne alle gambe, con la mani aggrappate ai bordi del blocco di partenza. Anche le braccia devono essere coinvolte nella spinta dal blocco di partenza per eseguire il tuffo, spingendo il blocco stesso nel momento in cui si fa pressione sull’aletta con la gamba posteriore. In questo modo si incrementa la forza applicata nella fase iniziale della partenza e si fornisce una propulsione più efficace per il corretto e veloce ingresso in acqua.
Durante la fase aerea le braccia che hanno accompagnato la spinta allo stacco dal blocco di partenza, vanno automaticamente all’indietro e il loro recupero per posizionarsi all’ingresso in acqua, viene fatto portando l’avambraccio in avanti mantenendo i gomiti adiacenti ai fianchi.
Assetto in partenza e in volo
È consigliabile non assumere la posizione di partenza troppo tempo prima dell’a posto per evitare di impiegare eccessivamente i muscoli che in quel momento si trovano in contrazione, restando magari piegati sul blocco di partenza con le braccia penzolanti verso il bordo, in attesa del segnale di “a posto” in seguito al quale lo si afferra ed il bacino tenuto alto.
Poco prima dell’ingresso in acqua la testa è bassa con il mento rivolto verso il petto, le braccia lunghe in avanti con le mani messe una sull’altra e le gambe e i piedi distesi in allungo. Gambe e piedi vanno tenuti dritti e rigidi fino all’ingresso in acqua, evitando di piegare anche leggermente le ginocchia quando le mani rompono l’acqua.
Da ricordare che nulla si improvvisa in gara e tutto si costruisce in allenamento, per cui è bene allenare la partenza e perfezionarla al meglio prima di eseguirla in gara.
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