Device per la partenza a Dorso, come è cambiato il nuoto dopo tre anni dal suo primo utilizzo

Il CT Butini ha esposto quali sono le criticità per i Giudici e quali i vantaggi per gli atleti nell’utilizzo del Device, ma anche le difficoltà conseguenti la poca diffusione del supporto

Sono passati già tre anni da quando il Backstroke Start Device ha fatto la sua prima apparizione nelle piscine, offrendo un importante passo in avanti nell’evoluzione tecnologica e di conseguenza prestativa nella gare a Dorso.
Fu infatti programmato di utilizzare il Device per la prima volta in occasione della tappa in Arizona del Grand Prix 2014, ma l’appuntamento con la storia fu rinviato nel momento in cui la FINA si rese conto di dover rivedere il sistema di partenza realizzato in collaborazione dei campioni olimpici del Dorso Aaron Peirsol e Natalie Coughlin.

Grazie alla preziosa collaborazione della Variopool della Federazione Nuoto Olandese, il rivoluzionario supporto per le partenze a Dorso fun poi testato per la prima volta alcuni mesi dopo durante i Campionati Olandesi Assoluti in vasca corta che si tennero a Tilburg e finalmente promosso agli eventi internazionali in occasione dei Campionati del Mondo in vasca corta di Doha.

supporto-partenza-dorso-nuotoCosa è cambiato crono metricamente nel dorso con l’inserimento del Device?
Gli effetti più immediati sono arrivati ovviamente in vasca corta dove ai Mondiali di Doha che furono il primo evento internazionale in cui venne usato il Device, vennero ritoccati i Record del Mondo nei 50, 100 e 200 dorso femminili. Nei 50 dorso Etiene Medeiros portò il primato a 25”67 contro il precedente di 25″70 di Sanja Jovanović del 2009, mentre nei 100 e 200 dorso fu Katinka Hosszu a ritoccare il crono, dal 55″23 della nipponica Shiho Sakai del 2009 al 55″03 nei 100 metri e dal 2’00″03 di Missy Franklin del 2011 all’1’59”23.
Un anno dopo sono arrivati i Record del Mondo anche in campo maschile, con il 48”92 di Matt Grevers nei 100 dorso che andò a cancellare il 48″94 di Nick Thoman del 2009 ed l’1’45”63 di Mitch Larkin nei 200 dorso che andò a sostituire l’1’46″11 di Arkady Vyatchanin del 2009.
Più difficile ritoccare i primati in vasca olimpionica invece che sono rimasti intatti, a parte quello dei 100 dorso abbassato dal 51″94 del 2009 di Aaron Peirsol al 51″85 nuotato da Ryan Murphy alle Olimpiadi di Rio.

Dopo tre anni e l’acclamata utilità, il supporto al blocco di partenza è però ancora poco diffuso in Italia, dove si vede soltanto in occasione di eventi particolarmente rilevanti. Per questo motivo l’utilizzo del Device per la partenza a Dorso rappresenta ancora oggi una criticità, sia per la maggior parte degli atleti che non hanno la possibilità di allenare le partenze utilizzandolo abitualmente, sia per i Giudici di Gara che devono osservarne il corretto e regolare utilizzo.

È per questi motivi in particolare che in occasione della riunione annuale dei Giudici Arbitri, Starter e Commissari di fascia nazionale del settore Nuoto che si è tenuta recentemente presso il Centro Federale di Ostia è stato coinvolto il CT della nazionale Azzurra Cesare Butini che insieme alle relazioni dei docenti nazionali Silvia Atzori e Barbara Caloi, hanno risposto ai numerosi quesiti tecnico-manageriali che vengono posti ad oggi sull’argomento.

cesare-butini“Ritengo fondamentale la collaborazione e la sinergia con il Gruppo Ufficiali Gara ed il presupposto che ci sia collaborazione con i Giudici è alla base dell’ottimo svolgimento di una manifestazione – ha affermato Butini nell’intervista rilasciata a Swim4Life Magazine – Ho sempre avuto un ottimo rapporto con i Giudici, sin da quando ero un Allenatore di Club”

Butini è sempre stato coinvolto alle riunioni di inizio anno dei Giudici Arbitri, sia a livello nazionale che regionale, e in merito al Device per la partenza a Dorso è stato in questa occasione contattato per esporre non tanto le criticità, ma la funzionalità dell’apparecchio e come va posizionato.

“Ho ritenuto opportuno illustrare prima di tutto l’evoluzione della tecnologia che ha supportato poi l’evoluzione prestativa degli atleti – prosegue Butini – Abbiamo quindi ripercorso come si sono evoluti gli impianti sportivi natatori, abbiamo parlato dell’utilità di installare piscine prefabbricate temporanee all’interno di palazzetti dello sport e siamo poi arrivati ai blocchi di partenza che prima hanno subito l’evoluzione con il supporto delle alette per la track-start nel 2009 e poi da tre anni con il Device per la partenza a Dorso”

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angolo-di-spinta-backstroke-start-deviceNato per evitare che l’atleta potesse scivolare allo stacco dalla piastra cronometrica, per la caratteristiche che presenta il Device fornisce in realtà anche la possibilità di migliorare l’angolo di spinta alla partenza (come mostrato nell’immagine a lato presa dalla presentazione realizzata da Butini) e acquisire una velocità maggiore alla spinta, fattori che migliorano la prestazione di un dorsista.

“Durante l’incontro abbiamo affrontato inoltre le criticità relative ai Giudici che hanno l’onere da Regolamento di posizionare e rimuovere il Device – spiega Butini – Sempre in senso collaborativo tra me e loro, ho fatto da esterno delle osservazioni in merito a questa delicata fase”

Attualmente esiste un Device per la partenza a Dorso fabbricato da una ditta americana che è fisso nel blocco di partenza e non va messo e rimosso solo in occasione delle gare a Dorso, presentando quindi una situazione molto più comoda e meno problematica.
In Italia invece si stenta ancora a diffondere la presenza del Device per la partenza a Dorso che viene usato ancora molto poco al di fuori dei Campionati Italiani e di poche altre manifestazioni che si svolgono nel corso della stagione.

christopher-ciccarese-backstroke-start-deviceSicuramente il Device per la partenza a Dorso è di interesse di tutti gli atleti, ma il maggiore interesse è indubbiamente rivolto attualmente verso i dorsisti di interesse nazionale: questi atleti hanno la possibilità di allenarsi utilizzando questo apparecchio?
“Tutti i Centri Federali ne sono muniti, ma la Federnuoto ha cercato di munire con almeno un Device anche tutte le sedi di allenamento più importanti. Questa operazione è stata fatta anche per incentivare i Comitati Regionali e promuovere l’acquisto di questo meccanismo negli impianti sportivi più rilevanti. È chiaro che per l’allenamento ne bastano un paio e per questo ed altri aspetti ho sensibilizzato anche il CONI affinchè ad esempio venisse modernizzato l’impianto dell’Acquacetosa sprovvisto ancora di blocchi di partenza con le alette per la track-start e nell’occasione ho chiesto di acquistare anche un paio di Device per il Dorso per l’allenamento degli atleti”

Quali sono oggi le difficoltà relative al poco utilizzo del Device?
“Abbiamo incontrato un po’ di difficoltà tecniche soprattutto all’inizio dell’utilizzo del Device, perché non essendo tutti gli atleti allenati all’utilizzo del meccanismo a supporto della partenza a Dorso, si rischiava che molti uscissero dalla subacquea oltre i 15 metri consentiti subendo così una squalifica, proprio perchè il supporto dà una spinta migliore e facilitata. In conseguenza a questa attuale realtà, è stato stabilito che durante il riscaldamento venga destinata una corsia nella quale l’atleta possa provare il Device e prendere così le misure con la partenza in modo tale da non incorrere in una eventuale squalifica”

Pensi che il Device diventi in futuro di largo utilizzo?
“È logico che questo meccanismo aiuta molto l’atleta a non scivolare, ma supporta anche un’evoluzione sotto l’aspetto prestativo, quindi dobbiamo arrivare gradualmente a dare la possibilità di utilizzare il Device in allenamento non solo agli atleti di alto livello, ma anche ai giovani”

device-partenza-dorsoRicordiamo cosa prevede il Regolamento in merito all’utilizzo del Device per la partenza a Dorso:

– Alla partenza, le dita dei piedi devono essere a contatto con la parete frontale o lato della piastra segna tempo. È vietato piegare le dita sopra la parte superiore della piastra;
– La sporgenza può essere regolabile a 4 centimetri al di sopra o 4 centimetri sotto il livello dell’acqua;
– La sporgenza è un minimo di 65 centimetri di lunghezza;
– La sporgenza deve essere di 8 centimetri di altezza, 2 centimetri in larghezza con 10 gradi di pendenza.

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Paco Clienti

Responsabile Redazione Swim4Life Magazine