I Criteria sono stati un successo, ma gli atleti mostrano una scarsa tecnica che viene messa ancora in secondo piano sulle prestazioni. Martinenghi può essere un traino per i giovani e sui genitori, “Sono una componente importante del movimento nuoto e devono rientrare tra i compiti di gestione degli allenatori”
Il successo dei Criteria Nazionali Giovanili 2017 disputati dal 19 al 22 marzo a Riccione non sta soltanto nei numeri ancora in crescita della partecipazione al movimento giovanile, ma anche nei risultati arrivati che probabilmente sono andati oltre le aspettative della vigilia. Trenta primati e prestazioni di alto livello hanno inevitabilmente dato grandi speranze al futuro del nuoto italiano ma il Tecnico Federale e Responsabile del Settore Giovanile Walter Bolognani tende a calmare gli animi, essere più realistici e meno sognatori, puntando su un lavoro di qualità svolto però con continuità nel tempo.
“Non insistiamo ancora su Ceccon che è stato celebrato anche troppo secondo me, rischiando così di destabilizzare il ragazzo. Quello che ha fatto parla da solo: è un ottimo atleta, ma vediamo come sarà tra qualche anno senza dare già da adesso toni trionfalistici. Alla mia veneranda età ne ho visto fin troppi come lui che poi si sono persi sulla strada”
Cosa può incidere sulle prestazioni di un atleta durante la sua crescita?
“Purtroppo nel nuoto lo sviluppo fisico, soprattutto per le ragazzine, è talvolta un elemento negativo che porta alcuni atleti a lasciare lo sport preferendo un’estetica diversa da quella che possa avere un nuotatore. Ceccon ad esempio è fisicamente fatto per nuotare: la sua stazza unita al talento e acquaticità che ha insieme alla consapevolezza di ciò che sta facendo, gli danno dei buoni punti di partenza. Gli manca la maturità che è normale alla sua età e la conoscenza dei suoi limiti in ogni gara che potrebbe rappresentare un buco rilevante nel futuro dell’atleta. Le potenzialità sono alte ma speriamo bene insomma. Più in generale bisogna anche ricordare un altro aspetto importante che è quello della preparazione di questi ragazzi, perché è ovvio che se hai spremuto un atleta come un albero mentre era ancora un fruscello, non potrai aumentare i carichi di lavoro e ottenere qualcosa di più durante la sua crescita”
E parlando del binomio Scuola e Nuoto? Ci sono ancora molte difficoltà date dalle istituzioni che non appoggiano i giovani atleti?
“Purtroppo la scuola è ancora una cosa che incide sulla perdita di alcuni atleti lungo il percorso. La scuola ed il nuoto sono su due binari che adesso sono un po’ più vicini, ma ancora diversi. Ci vorrebbe una scuola diversa in certi aspetti, che concede un po’ più di libertà agli atleti e un po’ più di spazio all’educazione fisica. Altri Paesi offrono la possibilità di promuovere meglio lo sport a favore dei giovani studenti concedendo loro di seguire normalmente le lezioni da casa e di gestire meglio i loro tempi, mentre da noi invece ancora non è compreso che un giovane atleta che gareggia la domenica non può essere interrogato il lunedì. Bisognerebbe comprendere che anche un giovane atleta ha i suoi diritti e bisognerebbe dare una mano a questi ragazzi affinchè possano studiare bene ma anche fare sport a certi livelli”
In linea generale come ti sono sembrati questi Criteria?
“Dipende da che ottica li vogliamo guardare. Dal punto di vista dei primati non possiamo che essere soddisfati visto che abbiamo dimostrato con 30 primati di aver un ottimo vivaio: il gap con i costumi gommati è ormai chiuso. Se li guardiamo dal punto di vista del calendario, per quanto le prestazioni dei Cadetti e Junior siano state buone, ci sarebbe da ricordare che questi hanno disputato i Criteria a due settimane dagli Assoluti, dove dovrebbero ricercare la prestazione per potersi qualificare ai Campionati Europei Junior. Del resto non era facile individuare la data dei Criteria di quest’anno, perché metterli dopo Pasqua diventava complicato considerando anche il riposo e la vita di questi ragazzi e delle loro famiglie, mentre metterli prima sarebbe risultato troppo vicino ai lavori di carico intenso e l’unica soluzione era programmarli verso fino marzo come è stato fatto. Comunque sia, direi che dopo che abbiamo chiuso alla grande l’ultimo quadriennio giovani, sembra che abbiamo ricominciato bene anche in questo nuovo quadriennio con un livello medio interessante”
Possiamo aspettarci buoni segnali quindi agli Assoluti dai giovani in erba?
“Beh non è un caso se è stato deciso che ogni primo Junior classificato agli Assoluti andrà agli Europei. Questo potrebbe voler dire che avremo una nazionale giovanile numerosa, ma che sicuramente in ogni gara avremo un rappresentante. Questo criterio di convocazione farà si che ogni ragazzo, a prescindere dalla prestazione e dalle medaglie che porterà a casa, maturerà comunque un’esperienza che porterà a crescere se stesso ed anche il movimento nuoto italiano”
Ci sono osservazioni particolari da fare in merito al movimento giovanile dopo questi Criteria?
“C’è da osservare sicuramente che c’è stato un cambiamento importante che vede gli atleti buttarsi in acqua e fare tutte le gare alle quali sono iscritti senza risparmiarsi e questo è molto buono perché si vede che adesso si possono reggere ad esempio due gare impegnative nella stessa mattinata, cosa che prima non avveniva. Un altro passo che invece facciamo difficoltà a porre in essere è il miglioramento della tecnica della nuotata, partenza e virata. Se riusciamo collaborando insieme ad impostare la tecnica, in futuro avremo atleti sui quali non servirà intervenire in un certo modo per correggerli, ma si potrà sviluppare un allenamento metabolico più importante per puntare a traguardi rilevanti”
Secondo te perché la tecnica viene ancora in parte bistrattata?
“Posso capire soprattutto lo stimolo che i giovani colleghi hanno nell’apparente facilità a vincere una medaglia in una manifestazione importante come i Criteria e di conseguenza avere più spazi acqua, far parlare di se e del proprio atleta. Tutto questo porta alla ricerca della prestazione e del piazzamento, ma purtroppo il rovescio della medaglia è proprio che si dà poca importanza alla tecnica, nonostante la Federnuoto si stia impegnando tanto a promuovere la gestione della gara e la corretta tecnica di nuotata. Non metto in dubbio che i Tecnici lo stiano già facendo, ma abbiamo ancora grossi passi in avanti da fare”
L’esplosione di Martinenghi può trainare il movimento giovanile?
“Credo di si e la tua osservazione è molto pertinente perché c’è bisogno anche di piccoli eroi. Lui lo è perché fa i tempi, cosa che non mi piace mai sottolineare, è un ragazzo semplice, propositivo, non si tira mai indietro quando c’è da fare un allenamento o una gara, è generoso e sa che esiste la cultura del lavoro e del sacrificio. Ancora non si considera un arrivato come potrebbe essere un brutto prototipo di campioncino, non si lascia andare a comportamenti fuori dalle righe, si diverte e vive la sua età con la consapevolezza di sapere di essere un buon atleta. Viene seguito bene da un allenatore altro e tanto giovane e pertanto lui può effettivamente essere un esempio per i giovani”
Come hai trovato invece i genitori dei ragazzini quest’anno?
“La base è comprendere bene che perdere è normale, vincere è anormale. Detto questo, i genitori sono una componente importante del movimento nuoto e proprio per questo dobbiamo ricordare che tra i compiti dei Tecnici deve rientrare, oltre alla gestione degli atleti, anche quella della loro famiglia facendo capire loro quali sono le difficoltà e gli ipotetici passaggi che il loro figlio potrebbe fare nella sua vita, restando con un profilo basso e mettendoli inoltre a conoscenza di quello che è realmente il mondo del nuoto, senza illusioni né false speranze. In quel caso abbiamo nei genitori gli alleati migliori e in più nelle venti ore che non fanno nuoto, gli atleti potranno vivere con persone che esprimeranno gli stessi concetti che noi predichiamo, dalla cura per se stessi al riposo ed il rispetto verso il prossimo”
Ci divertiremo con gli Europei di Netanya?
“Non troppo ma ci divertiremo con sufficienza, perché seppure i ragazzi avranno terminato la scuola da pochi giorni, troveranno le loro migliori prestazioni. La cosa che non condivido di questi Europei è la data in cui inizieranno (dal 28 giugno al 2 luglio, n.d.r.) perché sarà veramente difficile per un ragazzo che ha terminato la scuola da poco, tuffarsi in vasca per competere ad un Europeo”
Se dovessi trovare qualcosa del movimento nuoto giovanile che al momento ti rende felice, di cosa mi parleresti?
“Io sono felice di poter accompagnare bella gente, begli atleti e sempre sapendo che chi fa un grande lavoro siete anche voi da casa che non avete la maglia Italia. La pressione che vivo io è quella di mettere i ragazzi nelle condizioni di essere all’altezza delle aspettative che hanno i media, perché è anche grazie a voi che il nuoto giovanile sta avendo sempre più interesse e seguito”
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