Da nuotatore Morelli ha vissuto due carriere in cui ha disputato tre Paralimpiadi e adesso punta a quella che potrebbe essere la sua prima medaglia mondiale
Tredici anni di nuoto paralimpico all’attivo, atleta Azzurro da dieci anni durante i quali ha preso parte a tre Paralimpiadi, un bronzo agli Europei di Eindhoven 2014 nei 100 rana SB4, un oro a quelli di Funchal 2016 nei 50 rana SB3 a suon di Record Europeo e poi quella fantastica medaglia di bronzo vinta in una finale da infarto nei 50 rana SB3 alle Paralimpiadi di Rio. Definirlo un monumento del nuoto paralimpico italiano sarebbe forse anche troppo poco per Efrem Morelli, oltre 40 titoli italiani e più di 20 Record Italiani all’attivo tra vasca corta e vasca lunga, colui che ha avuto la forza di prendere la decisione di ritirarsi tre anni fa dopo una stagione ricca di infortuni e la forza ancora più grande di decidere di tornare in attività vincendo tutto quello che non aveva vinto prima.
Due vite per Morelli, due percorsi che hanno portato l’atleta 37enne della Polisportiva Bresciana No Frontiere Onlus ad essere quel capitano di cui la nazionale italiana ha un grande bisogno ancora ad oggi e sul quale punta insieme agli altri alfieri Azzurri per un Mondiale messicano da urlo, soprattutto per lui. Escludendo infatti le medaglie vinte nel 2007 ai Mondiali IWAS, quelli del Messico rappresentano per Morelli una grande possibilità di vincere la sua prima medaglia ad un Mondiale Para Swimming!
La ripresa è stata lenta e soft in questa stagione, ma Morelli è sceso in vasca ai Campionati Italiani invernali disputati ad inizio aprile a Portici per mettere da subito i puntini sulle i: oro e Record Europeo nei suoi 50 rana SB3 nei quali ha cancellato la leggenda tedesca Christian Fritsche che deteneva il primato continentale dal 2003.
Ed è proprio Efrem Morelli “L’atleta Paralimpico del Mese” di aprile, una Rubrica nata dall’idea di Giada Lorusso, responsabile Stampa della FINP e avviata in modalità sperimentale con l’intervista a Giulia Ghiretti realizzata lo scorso febbraio e proseguita con l’intervista a Cecilia Camellini, atleta Paralimpica di marzo – clicca qui per leggerla – promossa anche grazie all’intesa e collaborazione che da ormai tre anni esiste tra questa Testata Giornalistica e la Federnuoto Paralimpica.
Dopo una stagione molto impegnativa culminata con le fatiche di Rio, il nuovo quadriennio è ripartito dalla vasca corta di Portici, in maniera soft, ma non ti sei risparmiato mettendo a segno quel significativo Record Europeo nei 50 rana.
“Come hai detto giustamente tu, i Campionati Italiani invernali hanno rappresentato in questa particolare stagione una tappa di inizio che ci ha introdotti al nuovo quadriennio in maniera un po’ più tranquilla, riprendendo dalla vasca corta. è chiaro che quest’anno tutto è slittato un po’ più avanti rispetto alle precedenti stagioni, proprio perché l’anno scorso abbiamo portato a termine una lunga stagione finita tardi e perché quest’anno avremo un Mondiale altro e tanto tardi che ci impegnerà forse di più dell’anno scorso. La stagione inizia praticamente adesso”
Tra Pechino e Rio ci passano otto anni e tre Paralimpiadi in mezzo e tu sei uno degli atleti del clan Azzurro che ha l’esperienza forse più vasta di tutti, anche in termini di eventi che arrivano tardi. Dall’alto della tua esperienza quindi, come si devono gestire le energie nell’arco di questa stagione così lunga che terminerà ad ottobre con il Messico?
“Ricordo di aver fatto un Mondiale a dicembre e quindi penso di essere abituato un po’ a tutto ormai – risponde sorridendo Morelli – Il Messico ad ottobre però mi spaventa un po’ per il fatto che arrivi a stagione così inoltrata, non sarà facile”
Tutti quanti, soprattutto tu, avete iniziato un po’ più tardi questa stagione. Questo tardi inizio potrebbe comunque avere una sua importanza nell’economia di questa stagione?
“Sicuramente si, era importante quest’anno recuperare le energie e iniziare un po’ più tardi per risparmiarsi per i Mondiali in Messico ad ottobre. Personalmente ho iniziato verso metà gennaio dopo essere stato operato a dicembre per risolvere alcuni problemi di salute, ma credo che bisognerà prendersi anche almeno una mini pausa durante la stagione, magari dopo gli Assoluti Estivi, una misura che ritengo importante per dosare le energie da qui ad ottobre”
Ma ti ricordi quando qualche anno fa decidesti di ritirarti e poi invece sei ritornato più forte di prima prendendoti soddisfazioni grandiose?
“Diciamo che fu una serie di eventi a portarmi al ritiro dalle competizioni – risponde con gli occhi che brillano Efrem Morelli ripercorrendo evidentemente quella che forse è stata la parte più emozionante della sua carriera – Ricordo che quell’anno avevo subito una serie di infortuni, uno particolarmente grave, che mi misero in difficoltà e mi portarono a deporre temporaneamente le armi. Fermarmi per qualche mese e fare una stagione successiva senza nazionale mi ha ridato la voglia di nuotare e stimoli nuovi che sono diventati ancora più importanti dopo la riclassificazione e questo mi sta spingendo ancora oggi”
Ai Campionati Italiani invernali dello scorso anno parlammo proprio delle soddisfazioni che ti eri preso al tuo rientro, ma poco più tardi sarebbero arrivate le medaglie di Funchal e quella di Rio. Cosa hai vissuto emotivamente negli ultimi dodici mesi?
“La medaglia di Rio è quella che ho sempre inseguito da quando ho iniziato a fare sport a livello agonistico ed essere riuscito a concretizzare questo prestigioso obiettivo è stato per me una gioia enorme, incontenibile. Quella medaglia mi alleggerisce anche un po’, nel senso che adesso non devo dimostrare più niente, ma forse questo è un bene perché la cosa mi permette di essere un po’ più scarico e avere la mente più libera per potermi esprimere in acqua al meglio delle mie potenzialità. Le ossessioni e incubi di non riuscire a realizzare il mio sogno, sono ormai un ricordo trapassato”
Il valore della medaglia di Rio è ancora più grande perché sei riuscito a conquistarla nonostante alcuni problemi fisici che ti hanno colpito proprio mentre eri in Brasile. Quanto è stato difficile stringere i denti?
“A Rio ho avuto problemi di calcoli e colecisti, anche se l’ho scoperto soltanto quando sono tornato a casa! Questi problemi mi hanno dato un po’ do noia per la digestione e mi hanno portato un po’ di febbre che pensavo fosse dovuta al cambi odi clima. Penso che a Rio abbia pesato tantissimo anche lo stress mentale al quale siamo stati sottoposti per tutti quei giorni, soprattutto io che avevo l’ansia di sapere che mi stavo giocando qualcosa di veramente importante e che era difficile da fare arrivare. L’attesa è stata lunghissima!”
Dopo tutto quello che hai raccolto, con quale obiettivo affronterai questa stagione in direzione Messico?
“Io credo di valere un po’ meno del tempo fatto a Rio e voglio cercare di consolidarlo. Poi vedremo se ci sarà qualcuno più forte di me ai Mondiali, ma intanto io voglio lavorare per cercare di nuotare quel tempo che ho in testa ed è importante che ci riesca perché in un 50 ce la giochiamo in spazi ristretti e se guardo ai tempi della finale di Rio mi vengono i brividi a pensare che ce l’ho fatta con così poco margine di distanza dagli altri”
Da chi dovrai guardarti?
“Dopo quello che ha fatto a Rio, sicuramente dal cinese Jin Zhipeng, sperando che non ne escano altri come lui a sorpresa dell’ultimo minuto. Anche il giapponese Suzuki, lo spagnolo Luque ed il canadese Dieleman sono secondo me gli atleti con i quali mi giocherò il podio ai Mondiali”
E loro dovranno guardarsi dal temibile Efrem Morelli
“Sicuramente loro dovranno guardarsi dal temibile Efrem Morelli!”
Clicca qui per l’intervista a Giulia Ghiretti, atleta Paralimpica di febbraio
Clicca qui per l’intervista a Cecilia Camellini, atleta Paralimpica di marzo
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