Una serie di operazioni di manutenzione non ancora effettuate tengono in bilico le sorti di 24 società che da anni mantengono in attivo i conti della struttura Provinciale
Il pastore protestante americano Ben Herbster nella metà del ‘900 affermò che “Il più grande spreco nel mondo è la differenza tra ciò che siamo e ciò che potremmo diventare” un pensiero strettamente legato e contemporaneo a quello teorizzato dallo scrittore motivazionale Denis Waitley quando affermò che “Ci sono sempre due scelte nella vita: accettare le condizioni in cui viviamo o assumersi la responsabilità di cambiarle!” Nel 21esimo secolo italiano siamo sempre più convinti che “Progresso” faccia rima con “Regresso“, territorio in cui situazioni all’apparenza impossibili da realizzare trovano fili conduttori e processi alimentativi degni del più grande paradosso matematico che mai sia potuto essere dimostrato.
Il paradosso che vi raccontiamo oggi è quello di cui si sta rendendo protagonista la vasca olimpionica dello Stadio del Nuoto di Caserta che nel giro di qualche settimana rischia la chiusura a seguito di una serie di operazioni di manutenzione non ancora effettuate dalla Provincia di Caserta. L’oggetto del contendere è una richiesta di adempiere (nel giro di 180 giorni) ad una serie di piccole operazioni dal costo sostenibile (cartellonistica di segnalazione, impianti elettrici e altre cose simili) per garantire la sicurezza della struttura.
Vista la situazione di stallo, l’imminente data di scadenza fissata per il 12 luglio 2017 ha generato lamentele tra i frequentatori e soprattutto tra le 24 società che svolgono le proprie attività nello Stadio del Nuoto in quanto i lavori non essendo stati eseguiti negli ultimi 5 mesi, certamente non saranno né iniziati né conclusi entro la data di scadenza.
I ritardi in questo caso non sarebbero esclusivamente imputabili alla situazione di grave dissesto finanziario in cui versa l’Ente, dal momento che l’Agis, organismo facente parte dell’Ente che gestisce gli impianti sportivi provinciali, ha un bilancio in attivo e riscuote puntualmente ogni mese, dalle 24 società sopra citate, le somme di denaro dovute. In base alla tipologia degli interventi da effettuare però, gli stessi spettano in alcuni casi all’Ente ed in altre occasioni all’organismo gestore (l’Agis): nella seconda ipotesi i soldi potrebbero essere presi dall’Agis, ma in questo caso sembra che il compito spetti all’Ente, le cui casse sono desolatamente vuote. Per questo motivo si sarebbe creato il paradosso.
Se la situazione non dovesse sbloccarsi entro il 30 giugno, l’impianto chiuderà e non sarà aperto, come avviene ormai da decenni, per la balneazione mattutina nel mese di luglio.
“Io e tanti altri svolgiamo quest’attività da decenni altri addirittura con anzianità trentennale – racconta Fabio Zanolini, rappresentante della Real Caserta Nuoto una delle 24 società ed enti che operano nell’impianto – questa chiusura interessa circa 2500 associati e operatori e non permetterà alle associazione di continuare le canoniche attività sportive. Le società, che da anni sostengono la struttura con canoni mensili, hanno più volte richiesto garanzie di reintegro e continuità delle loro attività anche al termine dei lavori, ma al momento viviamo una situazione di stallo.”
Lo Stadio del Nuoto di Caserta, costruito agli inizi degli anni ’80, ha una lunghissima tradizione di efficienza e funzionalità ed è indicato fra gli impianti sportivi più funzionali e frequentati a livello nazionale tanto da essere stato scelto per le future Universiadi. Il bilancio dello Stadio è in attivo e risulta all’avanguardia in quanto ha indipendenza idrica, poiché ha pozzi di acqua indipendenti ed un impianto fotovoltaico che lo rende del tutto autonomo dalla rete elettrica pubblica.
È stata pubblicata la petizione online Fermiamo la chiusura dello Stadio del Nuoto, dove è possibile firmare per unirsi ai tanti che vogliono richiedere che sia rivisto il piano di adeguamento.
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