Elena Gemo volge uno sguardo al futuro, dare ancora qualcosa al nuoto, poi il lavoro e il desiderio di diventare mamma

La miglior dorsista italiana di sempre non è ancora pronta per dire basta, non ancora ed è pronta a fare la prossima stagione ad alti livelli, ma intanto pensa già al suo futuro fuori dalla vasca

Quattordici anni di Azzurro, un’Olimpiade disputata a Londra 2012, quattro Mondiali e tre Europei in lunga, due Mondiali e sei Europei in corta, fanno di Elena Gemo, primatista italiana dei 50 e 100 dorso sia in vasca lunga che corta, uno dei patrimoni che il nuoto nostrano deve preservare con cura, perché è su atlete come lei, che hanno dato tanto al movimento italiano, che si basa il futuro di questo sport.

La 30enne padovana del Circolo Canottieri Aniene può essere infatti un esempio per i giovani che si affacciano al nuoto, in merito al fatto che non sempre se si nasce in un modo, si deve restare in quel modo, lei che da delfinista pura è diventata la più grande dorsista italiana di sempre, e in merito al fatto che nessuno, se non tu stesso, ti può dire che hai dato tutto allo sport che hai amato per anni e forse in alcuni casi anche odiato.

elena-gemo-Il suo habitat più naturale è quello della vasca corta, in cui a livello internazionale ha vinto una medaglia d’argento e quattro di bronzo agli Europei tra il 2008 e il 2015, ma non disdegna l’olimpionica in cui solo due anni fa a Kazan ha mancato l’accesso a quella che sarebbe stata la sua prima finale mondiale della carriera, sia nei 50 dorso che nei 50 farfalla per soli due decimi.

Un evento che ha forse influito sul suo cammino, tanto da portarla ad alleggerire i carichi e iniziare a valutare il futuro fuori dalla vasca. Ma il pensiero è vago e ancora lontano, perché se le si pone la difficile domanda in merito a quella che potrebbe essere la sua ultima stagione, facendo riferimento alle solite voci di corridoio, Elena risponde con leggerezza e altra e tanta sicurezza.

“In realtà vorrei fare un’altra stagione. Indubbiamente facendo un solo allenamento al giorno proverò a preparare esclusivamente i 50 metri, ma non mi fermerò ancora. È da dire che dopo tanti anni è difficile avere sempre la mentalità giusta per essere un nuotatore e ci sta che una persona possa sentire il bisogno di staccare un po’, motivo per cui quest’anno è andato un po’ come è andato. Avevo iniziato la stagione con la predisposizione di fare un solo allenamento al giorno fino a dicembre per poi valutare come integrare più in avanti e invece poi ho proseguito con quel tipo di impegno per tutto l’anno, tranne rarissime volte in cui mi sono allenata due volte al giorno. Valuterò in ogni caso il mio futuro anche insieme al mio allenatore ed al Corpo Sportivo dei Carabinieri. Detto questo, le voci sono sbagliate, non ho dato ancora tutto, non ancora”

elena-gemo-dorsoSentire queste parole è un sollievo, perché traspare in te la voglia di riscattare ancora qualcosa
“Capisco che dai risultati di quest’anno, chi mi osserva da fuori possa pensare che io abbia allentato un po’ la presa, ma è soprattutto di testa che non sono molto predisposta. Ciò non toglie che mi alleno, ma la testa in questo sport è fondamentale”

Cos’è che in questa stagione ti è mancato per poter avere la testa che serve per nuotare ai livelli che ti competono?
“Quest’anno mi è mancata la cattiveria in gara, la voglia di lottare che poi ha inciso anche sui miei allenamenti. Ho notato che se faccio fatica mollo, mentre prima spingevo fin quando ne avevo. Sicuramente è un po’ di stress accumulato nelle ultime due stagioni. Due anni fa avevo nuotato buoni tempi, poi non sono riuscita a confermarmi nell’anno olimpico per Rio, laddove bastava fare quello che avevo già fatto nell’anno precedente per disputare la mia seconda Olimpiade. Questo mi ha un po’ sconfortata e mi ha portata a farmi delle domande. Quando nel nuoto ti poni certe domande perdi la concentrazione giusta e le prestazioni calano. Appena molli un pochino, il nuoto ti punisce amaramente”

elena-gemo-swimmingLa causa scatenante potrebbe essere stata quelle due mancate finali per un soffio ai Mondiali di Kazan?
“Sono un po’ di cose messe insieme, tutte quelle cose che mi portano a pensare che nuoto da tanti anni a certi livelli ma non riesco a fare quel saltino in avanti che mi consentirebbe di togliermi qualche soddisfazione in più. Dopo un po’ ti pesa allenarti con fatica senza riuscire ad ottenere ciò che vorresti, che poi talvolta arriva anche quando meno te lo aspetti, come quando ho nuotato il Record Italiano due anni fa al Sette Colli nei 50 e 100 dorso. Stavo bene in quel periodo, ma avrei preferito fare quei tempi anche ai Mondiali”

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Questa è comunque anche un po’ la vita da velocista, sei d’accordo?
“Si è vero, basta un niente al velocista per perdere molto”

Tra l’altro l’intero settore velocità italiano, a parte sporadiche individualità, non sta vivendo un momento brillante in questa stagione dopo i buoni risultati dell’anno olimpico
“Essere costanti ad alti livelli non è facile, soprattutto nella velocità in cui è molto più facile che emergano atleti nuovi con i quali stare al passo. È importante la reazione alla partenza e tanti altri piccoli aspetti che devi curare ogni giorni che sembrano irrilevanti, ma in realtà fanno la differenza”

elena-gemo-delfinoFacendo una considerazione oggettiva, osservando che negli ultimi otto anni noi italiani non ce la siamo cavata affatto male nel mezzo fondo e soprattutto nel fondo con le gare in acque libere in cui siamo i più forti al mondo, perché non siamo emersi allo stesso modo sulla velocità? Se non guardiamo troppo lontano e ci limitiamo ad esempio a guardare i francesi o gli stessi britannici degli ultimi tre anni, sono abbastanza più in avanti di noi. Cosa ci manca?
“Io penso che la differenza la faccia la palestra. A parte pochissimi allenatori in Italia che danno una grande importanza all’allenamento a secco per la velocità, sento spesso preferire l’allenamento in acqua a quello della palestra. Anche su me stessa ho avuto riscontri in quegli anni in cui ho lavorato molto in palestra: sono riuscita ad aumentare la forza e perfino  la capacità di presa. Secondo me gli stranieri danno molta più importanza alla palestra, mentre da noi vige per molti la corrente di pensiero che se sei stanco puoi non andare in palestra, ma in acqua ci devi andare. Del resto se guardi la prestanza fisica degli altri, ti rendi conto che noi siamo piccoli di statura”

elena-gemo-imperaA questo punto parliamo di progetti per il futuro? A parte i giri in moto con Lollo (Lorenzo Benatti, ndr), cosa vogliamo fare la prossima stagione?
“I giri in moto con Lollo ci stanno tutti, anche se adesso ha iniziato a farli anche da solo – risponde sorridendo Elena riferendosi all’interessante Road to Biarritz fatto dall’atleta e suo compagno di vita promosso da Nati per la Moto e che lo ha visto percorrere le strade di Barcellona, Girona, Andorra, Cinque Cascate, Biarritz, Dune Du Pilat, San Sebastien, Pamplona e Deserto Della Navarra – Continuerò a nuotare e per gli amanti della suspense e delle chiacchiere ci aggiungo anche un “credo”. Oltre a questo cercherò di capire cosa vorrò fare da grande. Valuterò quello che mi potrebbe piacere fare e cosa mi serve per formarmi per farlo. Facendo un solo allenamento al giorno avrò tempo per formarmi anche all’attività lavorativa per il futuro che in ogni caso vorrei fosse sempre nell’ambito sportivo. Quest’anno mi sono dedicata ai bambini in piscina un paio di volte a settimana e mi sono divertita molto. Non avevo dubbi che questa cosa mi sarebbe piaciuta questa esperienza, perché ho sempre pensato di voler fare la maestra d’asilo, i bambini mi piacciono molto. Seppure so che di questo non si può vivere e che quindi resterebbe più un hobby che un lavoro, il ruolo di istruttrice mi interessa tanto, più del ruolo di allenatore, perché parti dalla base e anche perché allenare un nuotatore non è mai facile vista la testa che tutti noi abbiamo”

Diciamoci la verità però, non è facile la vita da nuotatore
“Non è affatto facile, c’è uno stress a cui siamo sottoposti molto elevato ed è per questo che prima ti raccontavo che ho avuto qualche difficoltà. Sarebbe stato bello fare la seconda Olimpiade, è brutto quando non riesci a dare ciò che senti di poter dare. Lotti ma anche un decimo non riesci ad abbassarlo e questo può essere frustrante. Spero di essermi alleggerita mentalmente quest’anno e di riuscire a dare di più nella prossima stagione, anche se oltre i 30 anni non è più la stessa cosa di quando si è più giovani”

elena-gemo-nuotoGente come Ervin ci ha dimostrato che non è per forza così e se vuoi ti faccio diversi altri nomi a dimostrazione della teoria
“Questo è vero, anche in Italia abbiamo Magnini in effetti. Penso però che ognuno è diverso e io ho anche altri interessi nella vita e forse anche questo conta”

Allora obiettivi per l’anno prossimo?
“Vorrei provare a fare la stagione in corta fatta bene, cosa che non mi è riuscita quest’anno a causa di un problema al ginocchio che sembra essere risolto. Sono molto portata per la vasca corta, per cui spero di poter nuotare buoni tempi. Poi ci sono gli Europei in lunga, ma il resto lo vedremo passo dopo passo”

Allora obiettivi per l’anno prossimo?
“Vorrei provare a fare la stagione in corta fatta bene, cosa che non mi è riuscita quest’anno a causa di un problema al ginocchio che mi dà ancora qualche noia dopo lo stappo al tendine rotuleo avuto ad ottobre, ma adesso sembra che abbia preso la strada giusta per preservarlo. Sono molto portata per la vasca corta, per cui spero di poter nuotare buoni tempi. Poi ci sono gli Europei in lunga, ma il resto lo vedremo passo dopo passo”

lorenzo-benatti-elena-gemoPosso allargarmi a fare anche l’ultima domanda difficile e chiederti anche cosa vorresti fare dopo, nella tua vita sentimentale?
“Oddio – sorride imbarazzata Elena – Ho capito cosa vuoi sapere: convivo già da due anni con Lorenzo, il progetto di suggellare il nostro rapporto c’è e certamente non voglio diventare madre a quarant’anni, però con l’esperienza di molti nostri amici che sono diventati genitori, abbiamo appurato che il ruolo è duro. Entro quatto o cinque anni, premesso che ci siano le condizioni giuste, vorremmo comunque avere un figlio, magari valutando anche l’ipotesi di ritornare verso Carpi, luogo d’origine di Lorenzo”

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Paco Clienti

Responsabile Redazione Swim4Life Magazine