Nuotatrice da sempre, paralimpica da tre mesi e vestirà i colori della nazionale Azzurra ai prossimi Mondiali
La storia di Alessia Scortechini è di quelle un po’ particolari, di quelle che dimostrano una volta di più che non bisogna mai arrendersi nella vita e che se si desidera realizzare una cosa, non è impossibile farlo, nonostante ci possano essere di mezzo tantissime difficoltà.
È per questo che Alessia è “L’atleta Paralimpico del Mese” di agosto, una Rubrica nata dall’idea di Giada Lorusso, responsabile Stampa della FINP, promossa grazie all’intesa e collaborazione che da ormai tre anni esiste tra Swim4Life Magazine e la Federnuoto Paralimpica.
Romana del quartiere di Alessandrino, nei pressi del più noto Centocelle, 20enne da sei mesi, Alessia nuota dall’età di 4 anni, un lungo periodo di vita durante il quale ha saputo adeguarsi abilmente, solo in maniera diversa, alla sua disabilità.
“Sono nata così e quindi con la mia disabilità ci convivo da sempre – racconta Alessia durante l’intervista a Swim4Life Magazine – Forse è per questo che non avverto difficoltà nella vita quotidiana, mentre nel nuoto devo dire che ci sono diversi svantaggi, ma ho sempre cercato negli anni di adattarmi all’acqua, nuotando fin da quando ero piccola”
Ad Alessia manca una porzione di mano che le comporta una mancanza di forza nel polso, un avambraccio più piccolo dell’altro e l’impossibilità di muovere le due dita che ha, un limite che per chi conosce un po’ il nuoto e le tecniche di nuotata, non è certamente poco.
Nonostante questo l’atleta del Circolo Canottieri Aniene allenata da Mara Grelloni e da pochi mesi anche da Andrea Palantrani, non si è mai sentita veramente limitata, vivendo la sua grande passione senza freni mentali.
È stata questa disabilità che a 17 anni l’ha portata a pensare di poter passare dalle competizioni FIN a quelle FINP nel settore paralimpico, ma le indicazioni che le avevano dato al riguardo l’avevano fatta abbandonare l’idea.
“Quando ho provato ad intraprendere il percorso per diventare una nuotatrice paralimpica, mi avevano detto che non avrei passato le visite per la classificazione – spiega Alessia durante la piacevole chiacchierata – Allora ho continuato a nuotare come atleta FIN, senza molte speranze di diventare un giorno una paralimpica, fin quando non ho incontrato il Tecnico Daniele Naldi”
È stato il Tecnico del Circolo Canottieri Aniene, responsabile del gruppo di Bologna, a credere fortemente nel futuro paralimpico per Alessia con tutto ciò che ne poteva conseguire.
“Daniele mi ha contattata tramite la mia Allenatrice per convincermi a provare a passare la classificazione con convinzione che io potessi farcela – racconta Alessia – Dopo che ne abbiamo parlato a Bologna, dove mi ha fatto visitare dal suo ortopedico di fiducia, abbiamo deciso di andare avanti in questo percorso. È grazie alla sua determinazione che sono dove sono oggi”
Ma quando finalmente hai superato anche la classificazione internazionale, cosa ti è passato per la testa?
“Beh ho pensato che visto che tutti avevano creduto tantissimo in questa cosa prima di me, potevo finalmente ripagare loro con i risultati in vasca. In realtà però non avevo mai pensato che sarei riuscita a gareggiare ad alti livelli, mi sono trovata catapultata in un universo completamente nuovo per me”
Sono state le Paralimpiadi di Rio a spingerla ancora di più verso il nuoto paralimpico.
“Ho seguito i Giochi di Rio con passione, ma non avevo capito ancora bene cosa fosse il nuoto paralimpico – Spiega Alessia – Me ne sono resa conto veramente solo quando ho preso parte ai Campionati Italiani Società di Lignano. Lì mi sono un po’ emozionata e ho capito che il mondo del nuoto paralimpico è un ambiente bello, dove ti senti come a casa e trovi sempre molta sensibilità, molte persone belle e aperte. Un ambiente diverso da quello della FIN in cui conta prettamente l’aspetto competitivo e del quale sono felice di farne parte”
Le porte si sono aperte definitivamente quando Alessia ha superato la classificazione di disabilità internazionale fatta in occasione del Meeting Internazionale di Berlino, dove tra l’altro ha festeggiato il traguardo con il Record Europeo dei 100 farfalla S10 migliorando il suo Record Italiano segnato poche settimane prima nell’esordio di Lignano (1’08”01, ndr) nuotando in 1’07”31, la seconda prestazione mondiale stagionale, alla quale seguì poi anche il Record Europeo dei 50 farfalla con 30”01, a 87 centesimi dal Record del Mondo!
Quando è arrivata la chiamata per i Mondiali di Città del Messico come hai reagito?
“Quella è stata una bellissima soddisfazione. Forse un po’ me l’aspettavo dopo aver fatto il Record Europeo a Berlino, ma non ne ero del tutto certa. Quando poi è arrivata sono stata felicissima, perché tutti i sacrifici che ho fatto fino ad oggi sono stati ripagati e perché avrò la possibilità di togliermi anche più soddisfazioni di quelle che pensavo”
Da atleta di categoria FIN ad Azzurra paralimpica, un bel salto che però non spaventa Alessia, pronta a dare il massimo, anche se non parla di medaglie.
“Andrò in Messico con tanta determinazione, per raggiungere i migliori risultati che sia in grado di poter fare e magari per regalarmi anche qualcosa di più. Non ho mai pensato di poter rappresentare la nazionale italiana di nuoto – prosegue sorridendo Alessia – È una cosa sicuramente bellissima e credo che me ne renderò conto veramente solo quando sarò in Messico”
La nazionale, i Record Europei e la responsabilità di essere una delle grandi speranze per il presente e per il futuro del nuoto paralimpico Azzurro, ma l’emozione è un sentimento che la romana è sicura di poter tenere a bada.
“Mi sento molto emozionata, ma normalmente riesco a controllare le mie emozioni, quindi non mi preoccupo. Avverto un po’ di responsabilità, questo si, perché arrivare in nazionale in pochi mesi vuol dire tanto e sicuramente devo dimostrare ancora di più quanto valgo e cosa posso fare”
Si parte con l’unico obiettivo di migliorarsi, poi si vedrà quanto vale il risultato in classifica.
“Tutti hanno creduto in me. Vorrei migliorare in tutte le gare, ma in particolar modo nei 50 stile, perché so di poter nuotare meglio di quanto fatto fino ad ora e anche nei 100 farfalla, in cui mi piacerebbe fare meglio”
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