Più che positivo il primo passo nel nuovo quadriennio che dopo il miglior Mondiale di sempre disputato la scorsa estate a Budapest, ha visto gli Azzurri ripetersi anche in vasca corta al Royal Arena di Copenaghen
Un Europeo in vasca corta in cui l’Italia può contare 11 atleti diversi medagliati (4 donne e 7 uomini) e 27 presenze gara individuali e tutte le staffette in finale, senza contare i Record Europei e Italiani infranti, è senza alcun dubbio un Europeo da incorniciare.
Primi nella classifica per nazioni davanti alla potente Russia, terzi nel medagliere con 17 medaglie (5 ori – 7 argenti – 5 bronzi) che eguaglia per numero di medaglie il migliore di sempre, quello di Netanya 2015 dove però vincemmo 7 medaglie d’oro e si affianca agli altri due migliori di sempre, quello di Rijeka 2008 (5 – 5 – 8) e Valencia 2000 (7 – 1 – 1). Si poteva fare meglio? Si è fatto meglio di quello che si poteva preventivare? Un’attenta analisi ce l’ha fornita il Presidente della FIN Paolo Barelli che al tramonto dei Campionati ha valutato la cinque giorni di gare e i risultati riscontrati.
Come giudica gli Europei degli Azzurri?
«Beh, 17 medaglie corrispondono a grandi risultati realizzati e in una manifestazione di altissimo livello come quella che è stata questo Europeo di Copenaghen, al cospetto di campioni olimpici e mondiali, assume un valore ancora più importante»
In linea generale sembra essere stato l’Europeo della squadra e non solo delle punte
«Abbiamo molto ben figurato con i nostri risultati che come dicevo hanno uno spessore importante soprattutto relativamente alla partecipazione e livello competitivo dei Campionati e appunto, un dato positivo è che l’intera squadra ha brillato e non solo le punte»
Se dovesse fare qualche nome in particolare?
Tutti sono stati all’altezza della situazione, ma sono stato contento soprattutto che alcune prestazioni eccezionali siano arrivate anche da atleti che sembravano arrivati a fine carriera, vedi Scozzoli che ha battuto un fenomeno come Peaty nei 50 rana. Mi piace inoltre citare Sabbioni che ha dimostrato ampiamente di essere rinato e Dotto che è salito sul podio dei 50 e poi ha vinto i 100 stile dimostrando un alto livello di preparazione fisica e mentale. Sicuramente sto dimenticando di citare qualcun altro dei nostri ma in linea generale ripeto che tutti sono stati all’altezza»
E sulle nostre punte invece che analisi sente di fare?
«Federica Pellegrini si è presa un anno sabbatico ma ritengo che prima o poi i 200 stile libero torneranno ad essere nei suoi programmi. Deve essere lei ovviamente a valutare e decidere. Gregorio Paltrinieri è uscito da una “disintossicazione” di titoli mondiali e olimpici, ha gareggiato ma non ha nuotato con la solita determinazione; sa quello che vale e quello che fa, per cui non abbiamo preoccupazioni in merito. A proposito di punte, ricordiamoci anche che mancava Detti che di solito in vasca da 25 metri è un bell’osso duro. Nonostante questo siamo saliti sul podio con diversi altri atleti e questo mi fa piacere perché abbiamo realizzato risultati di valore internazionale non solo ricollegabili ai nomi più noti. Credo che in mezzo a mille difficoltà e crisi, questi ragazzi hanno dato un’immagine positiva del nostro movimento»
foto: Deepbluemedia
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