Mister quaranta record racconta la sua avventura nei Master iniziata per caso e vissuta oggi con la passione di un esordiente
Dopo il ritiro dalle competizioni che lo hanno visto vincere diversi titoli italiani Assoluti infrangendo anche alcuni primati italiani fino ad arrivare in nazionale e disputare una finale europea nell’edizione di Spalato 1981, Carlo Travaini decise di non rientrare mai più in una piscina e ha mantenuto questa posizione per trentadue anni, dedicandosi completamente alla famiglia e al mondo del lavoro entrando poco alla volta nell’azienda di famiglia che dirige tutt’oggi.
Ma si sa, chi è stato un nuotatore lo sarà per sempre e prima o dopo il richiamo dell’acqua clorata si fa sentire e così è stato anche per “Charlie” che ha riscoperto con sua sorpresa il piacere di fare nuoto, anche dopo i 50 anni!
“Diciamo che è successa una cosa un po’ strana – racconta Travaini – Passavano gli anni e non me ne rendevo conto, fino a quando ho compiuto 50 anni che ho festeggiato con una festa a sorpresa bellissima. Non so perché, ma quando ho realizzato che avevo compiuto 50 anni, mi ha dato un po’ fastidio, perché riflettendo, il tempo era volato dai 18 anni e sarebbe altro e tanto volato guardando avanti fino agli 80 anni e questo mi ha messo un po’ in crisi! È stato in quel momento che ho pensato che dovevo cambiare la mia forma fisica che, non avendo fatto niente di niente per trent’anni dopo aver lasciato il nuoto, era arrivata a farmi pesare oltre il quintale e farmi avere il fiatone per pochi gradini. L’unica cosa che sapevo fare meglio era il nuoto e convinto anche da mia moglie, ho ripreso ad andare in piscina”
E poi è arrivata l’occasione di competere nuovamente grazie al movimento Master che comprende allenamenti ma anche gare, oltre alla condivisione e aggregazione, in un mix che aiuta le persone a mantenere efficiente la propria salute e a rigenerarsi.
“La ripresa è stata molto blanda e non avevo alcuna idea di fare competizioni Master – prosegue Travaini – Il mio obiettivo era dimagrire e mangiare in maniera più salutare evitando cibo spazzatura, ma casualità della vita, in quella piscina stava nascendo una nuova squadra Master che però ha impiegato un anno per convincermi a fare gare Master. Mi era rimasta una sensazione brutta quando avevo smesso e non ne volevo più sapere di competizioni agonistiche”
All’inizio era quindi titubante, ma poi l’entusiasmo della Acqua1Village che frequenta la piscina dove Carlo tutt’oggi si allena e l’ambiente gradevole, lo hanno spinto sui blocchi di partenza che nella scorsa stagione, la sua terza da Master, lo hanno visto infrangere quaranta primati, di cui nove mondiali, quindici europei e tredici italiani, ai quali ha aggiunto tre primati americani in occasione della sua esperienza negli Stati Uniti!
Ma cosa gli ha fatto cambiare idea?
“Aver seguito dagli spalti il Meeting di Novara: lì mi sono reso conto che quello dei Master era un bell’ambiente, senza pressioni come nel mondo agonistico e che tutto sommato potevo provare e così a gennaio 2015 ho fatto la mia prima gara Master all’età di 52 anni, in costumino slip senza sapere dell’esistenza dei costumi da gara e con una forma ancora bella rotonda. Un mese dopo ho fatto il Record Italiano nei 100 rana, passato ovviamente inosservato perché chi vuoi che potesse conoscere Travaini?”
Poi hai iniziato la cavalcata di primati.
“Si, è stato tutto un crescendo: nell’anno successivo ho fatto cinque primati, poi nella stagione seguente ne ho fatti 22 e l’anno scorso 40 se conti anche i tre primati americani”
A proposito, come è nata l’idea di andare a fare un Meeting negli Stati Uniti?
“Premesso che insieme a mia moglie Silvia ci rechiamo spesso negli Stati Uniti per miei impegni di lavoro, sognavo di vincere un titolo americano. Era una soddisfazione che volevo togliermi e che rientrava probabilmente tra gli obiettivi più grandi della mia stagione. È stata un’esperienza straordinaria, un mondo completamente diverso dal nostro sotto l’aspetto dell’organizzazione e gestione delle gare”
Inoltre, dopo il bel doppio confronto con Nicolas Granger al Trofeo Swim4Life, hai avuto il piacere di confrontarti con quello che probabilmente è il più forte ranista Master del panorama mondiale, David Guthrie: com’è stato conoscerlo?
“È stato incredibile! Ero a bordo vasca in attesa di fare la mia prima gara e mi sono sentito toccare la spalla: era lui che era venuto a presentarsi e a farmi i complimenti per i risultati che stavo facendo. Per me è stata una sorpresa straordinaria, il re della rana era venuto a complimentarsi con me! Poi l’ho battuto e dopo abbiamo commentato insieme la gara, in particolare le virate e le subacquee per le quali mi ha fatto i complimenti. La sera stessa mi ha pubblicamente onorato su Facebook e alla fine dei Campionati, in cui l’ho battuto togliendogli i record in tutte le gare, ha pubblicato un altro post su Facebook scrivendo testualmente “Travaini è venuto dall’Italia per sfidarmi ed è riuscito a mettere i record dove è giusto che stiano. Adesso io sono il cacciatore”. Un riconoscimento da un atleta imperatore che mi ha praticamente commosso. Questo è lo sport, questo è il giusto riconoscimento e nessuno mi ha accusato velatamente di essere un dopato. In Italia, mi dispiace, ma non ho mai visto un riconoscimento simile. Nello sport puoi fare quello che vuoi, ma la soddisfazione più grande è quando vieni apprezzato dagli avversari”
Quaranta record era un obiettivo o sono venuti per caso?
“Il numero era impossibile immaginarlo, quindi no, non era un obiettivo arrivare a quaranta primati. Era un obiettivo fare determinati record, come quelli nella rana, e riuscire a fare almeno un record del mondo in vasca corta e almeno uno in vasca lunga, dove secondo me si fa l’unico vero record. La vasca lunga è per me la vasca che conta veramente. A lavori in corso mi sono prefissato anche l’obiettivo di andare a vincere negli Stati Uniti”
Questo variare di record e specialità ti ha ulteriormente incentivato?
“Assolutamente si! L’incentivo è importante, soprattutto nel nuoto e fare tutti gli stili è stato per me incentivante, perché mi ha permesso di trovare stimoli diversi. In questa nuova stagione punterò ad esempio tutto sul dorso, almeno nei primi mesi, con l’obiettivo di migliorare i misti”
Per fare magari qualche record anche in questa specialità?
“Mi piacerebbe provare a fare almeno un record del mondo nei misti, vedremo però, non è facile. È una specialità che facevo anche da giovane e che mi piace molto, ma devo lavorare tanto per migliorare il dorso”
Quanto ti ha dato il nuoto nella tua vita?
“Al nuoto devo riconoscere tanto e tra queste c’è soprattutto l’amore nato per Silvia. Lei ha la stessa mia passione per il nuoto ed è grazie a questo vivo il mondo Master facendo tantissime gare e che riusciamo a mantenere certi equilibri all’interno della famiglia. Con lei comunque sto bene in ogni circostanza, perché oltre a essere marito e moglie, siamo due amici che amano chiacchierare di tanti argomenti nonostante siamo due poli opposti con gusti e idee differenti. Il nuoto è probabilmente l’unica cosa che abbiamo in comune”
Cosa ti piace del mondo Master?
“Le persone. Ho trovato le persone giuste, insieme alle quali mi fa piacere trascorrere del tempo, anche al di fuori delle piscine. Io vado a fare gare principalmente per incontrare amici e starci insieme e se ci pensi deve essere così, altrimenti diventerebbe pesante impegnare una giornata intera per un meeting di nuoto”
Cosa non ti piace invece?
“Il mondo Master è nato come movimento goliardico, ma oggi si è evoluto e dovrebbe essere seguito dagli organi federali con altri occhi e un’altra considerazione. Io sono convinto che quello italiano è il movimento Master che muove più numeri di tutti nel mondo, ma purtroppo non abbiamo una considerazione adeguata, perché altrimenti potremmo fare molto di più”
Si ringrazia Renato Consilvio e Matteo Clemencigh per alcune delle foto utilizzate
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