Squalifica Vergani per cannabis, l’analisi di una leggerezza poco intelligente

La squalifica che verrà inflitta all’atleta gli farà saltare quasi sicuramente il mondiale, al quale il 21enne si sarebbe presentato come uno dei favoriti per i 50 stile

I rumors sono stati fragorosi nel mondo del nuoto delle ultime 24 ore, al seguito della notizia della sospensione dell’Azzurro Andrea Vergani, sospeso in via cautelare dal CONI per positività  alla THC Metabolita ad un controllo effettuato dall’Organizzazione Nazionale Anti Doping (NADO) durante i Campionati Italiani Assoluti primaverili disputati a Riccione dal 2 al 6 Aprile scorso.

In altre parole, l’atleta allenato da Gianluca Caspani e tesserato per la Canottieri Vittorino da Feltre e CS Carabinieri è risultato positivo per aver fumato una canna e il fatto che il 21enne milanese rappresenti uno dei più grandi talenti della velocità italiana dopo aver vinto una medaglia di bronzo nella 4×50 stile libero ai mondiali in vasca corta a Hangzhou dello scorso dicembre e una medaglia di bronzo nei 50 stile libero agli Europei in vasca lunga di Glasgow 2018 portando in casa Italia la prima medaglia continentale della velocità pura dopo quella vinta da Vismara quattordici anni prima, appesantisce la questione.

Tutti si chiedono “Perché commettere una leggerezza del genere se sei un campione?”. I giudici e le giurie non mancano mai sullo stivale italico, così come del resto gli avvocati difensori. Ma analizziamo meglio la situazione: secondo l’attuale regolamento antidoping, le sostanze “incriminanti” contenute nelle cosiddette canne rimangono sia nel sangue che nelle urine per circa 24/48 ore prima della competizione, quindi il rischio di risultare positivi a un controllo è veramente basso!

Ricordiamo a chi ha meno memoria e soprattutto a chi non conosce il mondo del nuoto e la storia che lo racconta, che nel 2013 la WADA, agenzia Mondiale per l’Anti Doping, aveva alzato il livello di positività per quello che riguarda la presenza di cannabis nelle urine portandolo dalla soglia massima consentita di 15 nanogrammi di THC per millilitro a 150 nanogrammi per millilitro. In altre parole la soglia consentita di tetraidrocannabinolo fu aumentata di dieci volte abbassando così non di poco il rischio di positività, quasi una liberalizzazione.

Sia chiaro, la cannabis è una droga che secondo tutti gli studi medici non migliora le prestazioni sportive, ma non bisogna nemmeno trascurare l’effetto positivo che porta l’atleta a rilassarsi, un vantaggio da non sottovalutare per chi è troppo nervoso prima della prestazione.

Quindi, ricapitolando, Vergani che durante i Campionati Italiani Assoluti primaverili è stato capace di nuotare la migliore prestazione mondiale dell’anno nei 50 stile libero, una particolarità non da poco con un crono considerevole stampato in 21″53, persino meglio dello Zar russo della velocità Vladimir Morozov, è stato sospeso con effetto immediato dal TNA e rischia dai 4 ai 6 mesi di stop, una squalifica che lo escluderà quasi certamente dai Mondiali di Gwangju che si disputeranno dal 12 al 28 luglio.

Una leggerezza inaccettabile dunque, ma che potrà però essere cancellata con i risultati sul campo, proprio come ha fatto il plurimedagliato olimpico Michael Phelps, squalificato nel 2009 per tre mesi a causa dell’uso di cannabis.

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Paco Clienti

Responsabile Redazione Swim4Life Magazine