“Posso essere una brava atleta se faccio un buon risultato, ma non per questo sono una persona migliore di altri” La Wonder Woman di Varese racconta i suoi straordinari Mondiali di Londra che l’hanno consacrata tra i grandi di sempre
Stanca ma entusiasta, bene, anzi benissimo se si prova a definire lo stato psicofisico di Arianna Talamona, raggiunta telefonicamente lo scorso martedì a poche ore dal rientro in Italia dell’atleta della Polha Varese al termine di uno strepitoso Campionato Mondiale.
La rassegna iridata paralimpica disputata nell’Aquatics Centre di Londra dal 9 al 15 settembre, ha visto un’Italia trionfante su tutte le nazioni, comprese le storiche super potenze Gran Bretagna, Russia, Ucraina, Stati Uniti e Cina, e un medagliere inimmaginabile alla vigilia con ben 50 preziosi metalli conquistati durante la sette giorni di favola mondiale.
Tra i protagonisti dei 20 ori, 18 argenti e 12 bronzi vinti dagli scatenati Azzurri, c’è stata anche l’esaltante prestazione della varesina, che a 25 anni compiuti lo scorso 5 giugno ha messo in vasca l’esperienza di una veterana e lo smalto di una giovincella, presentandosi sul podio ben cinque volte!
L’atleta seguita da Max Tosin e Micaela Biava che guidano quello che ormai si può definire un golden team fatto di straordinari e numerosi campioni, ha fatto suoi i titoli mondiali dei 200 misti classe SM5 migliorando il Record dei Campionati e il suo Record Italiano di 3’21”70 dello scorso giugno portandolo a 3’19”22 e dei 50 farfalla classe S5 prendendosi il Record Italiano che era di Giulia Ghiretti, ma ha portato a casa anche le medaglie d’argento dei 100 e 200 stile libero classe S5 con il Record Italiano della doppia distanza preso a Monica Boggioni e nella 4×50 misti mista chiusa a suon di Record Europeo.
“Quello che si è venuto a creare alla Polha è magico – spiega Arianna – È un ambiente aperto, arrivano nuove leve giorno dopo giorno ed è bello pensare che la Polha non siamo noi atleti che la formiamo oggi, ma una realtà straordinaria che sa rinnovarsi anno dopo anno. A Londra sapevamo di poter fare bene, ma sono davvero molto contenta di come sono poi andate le cose – racconta ancora carica di felicità Arianna – Londra era per me il primo vero mondiale considerando che in quello di Montreal nel 2013 avevo appena 19 anni ed ero alle prime esperienze internazionali dopo quelle degli Europei di Berlino 2011. Era il primo Mondiale in cui avevo certe aspettative e ho dovuto affrontarlo con un po’ di agitazione e tensione che però ho eliminato subito dopo le prime gare”
Un vero e proprio banco di maturità per la multitasking del nuoto paralimpico, molto impegnata anche sui Social, soprattutto su Instagram, dove Arianna vanta oltre 14mila follower, e sul suo blog Lo Stile di Arianna, in cui tratta moda legata alla disabilità.
“Tengo molto a lanciare i messaggi giusti a chi segue il nuoto – spiega Arianna – Posso essere una brava atleta se faccio un buon risultato in una determinata occasione, ma non per questo sono una persona migliore di altri. Essere un bravo atleta non significa soltanto vincere tanto, ma anche essere capaci di esporre nel modo giusto un pensiero, una dichiarazione, un messaggio che può diventare educativo verso chi ti ascolta”
Per chi non la conosce bene, Arianna Talamona è un atleta che nei suoi dieci anni di carriera ad alti livelli si è sempre presentata ai blocchi di partenza con il sorriso sincero di chi prova pura gioia nel fare ciò che sta facendo, a prescindere dai momenti buoni o meno buoni e dalle difficoltà attraversate nel cammino.
Un percorso sportivo mai facile quello di Arianna, vittima tra le altre cose del caos delle classificazioni sportive vissuto nella scorsa stagione, ma questo non l’ha mai resa mentalmente debole, né tanto meno è uscita mai sconfitta da una sfida. E proprio per questo non c’è bisogno nemmeno di chiederglielo come valuta il suo Mondiale, perché il suo sorriso a 64 denti e la sua voce squillante parlano da sole.
“È stato un bel riscatto, aspettavo un momento così da anni e quasi quasi non ci credevo nemmeno più e invece a darci dentro ogni giorno senza mai abbattersi, finalmente ce l’abbiamo fatta – racconta felice Arianna – Una classificazione che ti alza la classe sportiva può diventare una mazzata pesante per un atleta paralimpico, perché può farti perdere la voglia di continuare. Io sono sempre andata avanti lavorando sodo e mi sono sempre fidata dei classificatori perché penso sia giusto così, anche se qualche volta ho pensato di non essere al posto giusto”
Classe S7, poi S6 e finalmente S5 nel lungo corso della sua carriera, un’incertezza di classificazione dovuta soprattutto alla sua patologia, complessa e rara, emersa finalmente nella classificazione di questa stagione.
“È stata dura competere agli Europei di Dublino lo scorso anno mentre subivo una visita dopo l’altra per la classificazione – ricorda Arianna – Gareggiavo senza nemmeno avere certezza di competere per una classe o un’altra. Fare le classificazioni durante l’Europeo e non prima, non è stata sicuramente la miglior cosa per gli atleti”
Una persona eccezionale nella vita di tutti i giorni e in vasca, Arianna è senza dubbio un atleta che si distingue per diversi motivi. Basti pensare che non era per niente scontato nuotare sempre ad alti livelli per ben dieci anni pur trovando numerose difficoltà che le hanno reso sempre la vita difficile nel conquistare un risultato importante.
“Con le batoste che ho subito avrei potuto mollare in qualsiasi momento e invece la passione e l’idea che il nuoto mi ha fatto crescere a prescindere dai risultati, mi ha sempre spinta ad andare avanti – afferma Arianna – Questi Mondiali poi mi sono serviti molto, anche per capire come si gestisce veramente un evento così importante e sono felice di aver raggiunto questa consapevolezza che sarà la mia arma in più per i Giochi di Tokyo del prossimo anno”
Un modo di interpretare il nuoto unico quello di Arianna, sempre pronta a dare battaglia a prescindere dalle concrete possibilità e le medaglie vinte ai Mondiali di Londra sono indubbiamente il premio più meritato per questa straordinaria atleta che proverà a chiudere il cerchio ai prossimi Giochi di Tokyo.
Quale gara ti è piaciuta di più dei tuoi Mondiali, al di là del colore della medaglia?
“Credo che la gara più bella sia stata quella dei 100 stile, perché veniva dopo la dura squalifica dei 50 dorso e perché non era una gara facile, soprattutto per me che non sono una velocista e che venivo da cinque giorni di gare intense. Non pensavo di riuscire a mettere la mano davanti alla britannica Suzanna Hext. Ho usato la testa, provando ad andare in progressione senza risparmiare nulla. Sia la gestione che il risultato mi hanno resa felicissima. È stata la conclusione di un Mondiale stellare e adesso sono sicura e consapevole di esserci anche io”
Lo Stile di Arianna – Pagina Facebook
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