Coronavirus, atleti e sportivi competitivi più esposti al contagio

Il medico e atleta Master Maurizio Mastrorilli spiega il perché nella sua testimonianza da contagiato di Covid-19

“Questo è un virus molto potente, che mette seriamente in crisi l’organismo di chiunque e abbiamo visto che talvolta questo accade a prescindere dalla situazione patologica pregressa di una persona. Non lo auguro a nessuno”

Inizia in questo modo la testimonianza del dottor Maurizio Mastrorilli, medico che presta servizio in ospedale e atleta Master di buon livello, nonchè autore di alcuni articoli scientifici pubblicati da Swim4Life Magazine e del libro “Con tutto il nuoto del mondo”, che si è ritrovato contagiato dal Coronavirus Covid-19, nonostante tutte le precauzioni che ha potuto mettere in atto. Dopo quindici giorni di malattia, Maurizio Mastrorilli risulta ancora positivo al tampone, ma la fase acuta del virus sembra essere passata e le condizioni stanno migliorando.

“Ero uno di quelli che criticava alcuni colleghi perché a mio avviso troppo leggeri nel prevenire il possibile contagio, quindi lascio immaginare il grado di igiene e protezione che ho osservato nel mio lavoro, ma non è servito a nulla – racconta Maurizio – Se non utilizzi le tute, tre paia di guanti, i caschi di protezione e le mascherine di classe FFP3, non sei mai veramente protetto e devi sperare soltanto di non venire in contatto con un contagiato”

Quindi tu non eri in possesso di questi dispositivi di protezione?
“Io lavoro nel reparto di reparto di Chirurgia, dove si ricoverano anche molti pazienti con urgenze chirurgiche per i quali è difficile prevedere un percorso di accettazione con tampone e non ero fornito di questi dispositivi, che utilizzano soltanto nei reparti Covid a causa della loro scarsa reperibilità. Ho curato un paziente oncologico risultato poi anche positivo al Covid e a tampone fatto, sono risultato positivo anche io. Non è servito a nulla utilizzare le classiche mascherine chirurgiche”

Perché le mascherine FFP3 sono le uniche a garantire una protezione?
“Perché sono le uniche a rappresentare un dispositivo di protezione delle vie aeree e adatte ad essere utilizzate in ambienti ad alto rischio di contagio. La mascherina chirurgica non serve a nulla e poi non bisogna dimenticare che in ogni caso ha un’efficacia che dura solo alcune ore. Anche l’utilizzo dei guanti non assicura una protezione, perché bisogna stare molto attenti a come si tolgono e vi assicuro che affrontare il percorso della malattia, anche della sola verifica e analisi dell’eventuale positività, non è facile. Il Covid-19 ha cambiato per sempre le nostre abitudini e fin quando non ci sarà un vaccino, non sarà mai veramente finita”

Anche quando i casi diventeranno pochi?
“Penso che nel momento in cui allenteranno le misure di contenimento, vedremo nuovi focolai anche a ottobre e novembre. Fin quando non avremo un vaccino non avremo mai la certezza di aver eliminato il rischio e anche per questo vedo molto difficile la ripresa delle attività sportive considerando i fattori di sicurezza per la salute, ma anche quelli economici”

Quali sono i rischi?
“Innanzitutto gli atleti e gli sportivi competitivi in generale, sono tra gli individui più espositi al contagio, perché presentano un elevato fattore di produzione di Citochine, molecole proteiche prodotte normalmente in risposta a uno stimolo che forniscono segnali di comunicazione fra le cellule del sistema immunitario e quest’alta produzione di queste molecole determina una intensa risposta infiammatoria del virus sui polmoni”

Perché pensi sia difficile riprendere l’attività sportiva?
“Perché ci saranno regole molto rigide da rispettare, che influiranno inevitabilmente sul bilancio economico di una società. Pensa a una piscina che riesce a contenere le spese in condizioni normali, contando un numero sufficiente di utenti iscritti rispetto alla dimensione della struttura: in fase di ripresa ne potrà accettare probabilmente la metà e questo sarà insostenibile a livello economico. Poi c’è da chiedersi quanti utenti siano disposti veramente a tornare subito in piscina o in palestra non essendo ancora eliminato il rischio contagio. Penso che dopo questa lunga quarantena avremo più che altro un boom di attività sportive praticate all’aria aperta”

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Cosa pensi invece del protocollo messo a punto dalla Federazione Medico Sportiva Italiana?
“Penso che sia molto difficile da applicare nella realtà, perché avrà dei costi elevatissimi che potranno sostenere soltanto le realtà di pochi sport, quelli ricchi, come il calcio”

In questo momento però la curva dei contagi sembra sia stia abbassando, non è possibile che il virus sparisca da solo con il caldo?
“Tutto è possibile ma è tutto da vedere. Scientificamente non conosciamo ancora bene le possibili evoluzioni del virus rispetto alle condizioni ambientali, che non dipendono esclusivamente dalla temperatura, ma anche dal tasso di umidità nell’aria e da tanti altri fattori. In ogni caso il mio pensiero è che nei prossimi 7-10 giorni assisteremo alle conseguenze della Pasqua e della Pasquetta, durante le quali molte persone hanno purtroppo ignorato le misure di contenimento, quindi avremo probabilmente un nuovo aumento di contagi”

Quindi qual è la via di uscita?
“L’unica via di uscita è il vaccino. Fin quando non avremo un vaccino, questo virus non sarà mai eliminato del tutto e potrà ripresentarsi anche in futuro”

Si è parlato molto anche di casi positivi guariti e ritornati positivi…
“Questa notizia divulgata dai canali di informazione non è esatta, perché una volta che ti sei ammalato e sei guarito, sei immune, perché il virus ti fornisce anticorpi, quindi non è possibile ammalarsi nuovamente. Il problema sono i tamponi falsi negativi e questo si verifica per due motivi: quando il virus è rimasto nell’organismo tanto tempo e ha lasciato residui non rintracciabili o non rintracciabili in quella specifica giornata in cui si fa il tampone, oppure quando c’è un errore di campionamento del tampone e in quel caso abbiamo fino al 30% di errore di valutazione”

Che consiglio puoi dare rispetto alla tua diretta esperienza?
“Le conseguenze economiche saranno devastanti, ma la cosa essenziale in questo momento è veramente restare il più possibile chiusi in casa, perché con le accortezze che possiamo mettere in atto, scarse e inefficaci, dobbiamo soltanto sperare di non venire a contatto con nessun positivo o di non toccare nulla che abbia già toccato un positivo, altrimenti siamo altamente esposti al contagio e l’evoluzione della malattia è imprevedibile e mette in gioco la nostra vita. Sono comunque sicuro che ne usciremo, ce la faremo perché sappiamo adattarci, ce lo dice la storia. Abbiamo superato tante difficoltà, virus che hanno preceduto il Covid-19, le guerre, le carestie. Supereremo anche questa”

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Paco Clienti

Responsabile Redazione Swim4Life Magazine