Lo afferma il Presidente della FIN Barelli, “Importante ripartire subito, il Governo deve annunciare quando riaprire impianti per attività di base, effetti economici della chiusura prolungata drammatici”
Il Coronavirus non ha messo in crisi soltanto l’indotto economico del nuoto formato dalle società sportive e dagli atleti, ma ha anche posto un limite gravoso sulla prevenzione della salute della popolazione di qualsiasi classe sociale e sulla formazione e la crescita socioculturale di bambini e ragazzi.
È quanto emerge dalle parole del Presidente della Federazione Italiana Nuoto Paolo Barelli al seguito del nuovo Decreto 26 aprile 2020 che regola nuove misure di contenimento di contagio Covid-19 e in occasione della pubblicazione delle Linee Guida per la riapertura delle piscine.
“Attività motoria e sportiva in tutte le sue forme è praticata all’interno di impianti sportivi che nella maggioranza dei casi sono dotati di piscina e palestra. Quest’ultima è necessaria per l’addestramento e l’allenamento sia degli utenti che la frequentano, sia per la preparazione degli atleti agonisti – ha dichiarato Barelli – L’attività natatoria, che è il compito principale della Federazione Italiana Nuoto, ne è parte determinante per i suoi risvolti sociali e sanitari e per l’immagine positiva del ‘made in Italy’, garantita dai successi sportivi dei suoi atleti. Le piscine pertanto non sono ‘soltanto impianti sportivi’ ma anche presìdi per la sicurezza individuale, collettiva e sociale, quindi la riapertura è una impellente necessità, anche considerando i drammatici effetti economici che una chiusura ancora più prolungata avrebbe sulla gestione degli stessi e delle piscine in particolare, molte delle quali si avvierebbero a una chiusura definitiva, con conseguenze facilmente comprensibili sugli effetti positivi appena sottolineati in precedenza”
Attraverso le Linee Guida pubblicate lunedì scorso – clicca qui per leggerle – la FIN ha praticamente affermato che nell’ambiente piscina non c’è rischio di contagio Covid-19 grazie ai sistemi di disinfezione utilizzati normalmente e alle normative igienico sanitarie già osservate, che in contromisura all’emergenza sanitaria, sono state ulteriormente ampliate e rafforzate.
“La normativa vigente sulla sicurezza igienico-sanitaria delle piscine è fin qui soddisfacente – si legge nel Comunicato Stampa della Federnuoto – Ma l’attuale sopravvenienza dell’emergenza del Covid-19, pure considerando che la presenza del cloro in acqua ‘attenua’ se non impedisce uno specifico contagio, consiglia ulteriori norme che rendano ancora più sicure le piscine e i luoghi attinenti e il loro utilizzo e quindi il lavoro del personale addetto e di assistenza e la pratica sportiva degli utenti”.
Poi la FIN, sempre nella persona del Presidente Barelli, chiama in causa il Governo per avere maggiori informazioni più specifiche sulla ripartenza dell’attività di base:
“Servono certezze, il Governo deve assumersi le proprie responsabilità e annunciare quando sarà possibile riaprire gli impianti per l’attività di base – ha dichiarato Barelli – Altrimenti come è possibile per i gestori coprire i costi di una riapertura per far allenare pochi campioni? Non è possibile riaprire gli impianti per pochi atleti”
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