Covid, Paolo Barelli: Centri verso la rivolta. Governo ci convochi
Photo Giorgio Scala/DBM/Insidefoto

Nuoto, Paolo Barelli ritorna alla porta del Governo, “Servono 400 milioni per risollevare le società sportive”

Con il 40% di iscritti in meno, molte società non potranno più pagare le spese per tenere aperte le piscine e Barelli attacca anche Spadafora, “La Riforma allo Sport non prevede aiuti per le società, noi offriamo da anni un servizio al Paese e adesso il Paese deve darci un ritorno”

Prosegue senza sosta l’impegno del Presidente della Federnuoto Paolo Barelli, rieletto tre giorni fa a pieni voti per sesto mandato, per ottenere un concreto sostegno da parte del Governo per risollevare il mondo del nuoto e delle piscine e tutti i lavoratori che ci gravitano intorno, dopo le tremende conseguenze provocate dall’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19.

“Non ci sono più, se mai ci fossero stati, i presidenti di mano destra, quelli che mettono mano al portafoglio per far andare avanti le società sportive. Noi siamo un servizio per il Paese e con il Covid si è visto quanto sia importante l’attività motoria di base – ha dichiarato Barelli – Ora ci servono subito 3-400 milioni a fondo perduto altrimenti le società sportive chiudono”

Oltre a puntare il Governo chiamandolo in causa per ottenere un aiuto efficace ed utile ad evitare la chiusura di numerose realtà sportive, Barelli ha sferrato indirettamente un duro attacco anche al Ministro dello Sport Spadafora, discutendo la Riforma di cui tanto si parla da oltre un mese e che per Barelli non affronta aspetti fondamentali per la vita delle società sportive.

“Nella riforma dello sport è stato completamente omessa la parte sulle società sportive, si è ragionato solo in termini di mandati – ha affermato nell’intervista con Adnkronos – Magari serviva uno slogan da spendere politicamente, e questo lo lasciamo volentieri alla politica. Il tema invece è valorizzare assolutamente il ruolo delle società sportive, è il punto centrale, altrimenti sono tutte chiacchiere. L’ossatura dello sport nel nostro paese sono le società sportive, soprattutto quelle dilettantistiche”

La crisi scaturita dalla chiusura imposta dallo Stato per arginare la diffusione di contagio dal Coronavirus, ha messo in evidenza le criticità che riguardano il mantenimento di una struttura sportiva acquatica, mettendo in luce gli elevati costi di gestione a fronte di guadagni che non sempre riescono a giustificare i costi, sia per pagare il personale, sia per sostenere le spese vive degli impianti che permettono il normale funzionamento di una piscina.

“I nostri impianti vanno ad acqua calda e cloro, se non ci sono i soldi per pagare le bollette le piscine chiudono, questo deve essere chiaro. Già con il 30-40% in meno di iscritti le bollette non si possono pagare più. E dei circa 2 miliardi che servono allo sport nel suo complesso, a noi servono tra i 300 e i 400 milioni, abbiamo fatto i conti. Poi ai grandi campioni come Pellegrini, Paltrinieri, Setterosa e Settebello ci pensiamo noi: è al resto che il governo deve pensare – ha concluso il numero uno di Federnuoto e LEN – Le società sono il presidio per l’attività motoria e sportiva, e la riforma del governo non tocca questo argomento, invito il governo a riflettere. Che poi vengano dal recovery fund o altro non importa, bisogna mettere mano al portafoglio: le società sono alla canna del gas. Noi forniamo un servizio al Paese e il Paese ora deve ricordarsene: è arrivato il momento”

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Paco Clienti

Responsabile Redazione Swim4Life Magazine