La medaglia nei 400 stile libero con Record Europeo fu l’avvio di un’impresa storica degli Azzurri che conquistarono il quarto posto nel medagliere olimpico del nuoto, un risultato non più raggiunto fino a oggi
Sabato 16 settembre 2000, esattamente venti anni fa, l’Italia del nuoto realizzava le solide fondamenta sulle quali si sarebbe costruito nei giorni e negli anni a venire il modello sul quale ancora oggi il nuoto Azzurro si basa e si confronta continuamente per puntare ad alzare l’asticella e conquistare spazi sempre più importanti nel panorama internazionale.
Autore dell’impresa che fu realizzata in quelle famose e più volte nominate Olimpiadi di Sydney e che cambiò per sempre la linea spazio temporale del nostro nuoto, fu Massimiliano Rosolino con la vittoria della medaglia d’argento nei 400 stile libero.
Per il nuoto era la giornata di apertura dei Giochi Olimpici e le aspettative italiane non erano certamente basse visti i risultati raccolti pochi mesi prima ai Campionati Europei di Helsinki con la vittoria del titolo continentale proprio di Rosolino nei 200 stile libero, sommata a quella di Emiliano Brembilla nei 400 e a quella della 4×200 stile libero.
I 400 stile del partenopeo si aprirono con le qualifiche dominate in lungo e in largo da Ian Thorpe che segnò subito il nuovo Record dei Giochi Olimpici togliendolo al russo Sadovyi che lo deteneva da Barcellona 1992 nuotando in 3’44″65, mentre Rosolino e Brembilla passarono il turno approdando in finale con il secondo e quarto tempo entrambi sotto al Record Italiano detenuto allora da Andrea Righi con 3’52”79 siglato un mese e mezzo prima, rispettivamente in 3’45″65 e 3’48″41.
La finale che si disputò nel pomeriggio fu caratterizzata dall’assordante pubblico australiano che idolatrava Thorpedo che condusse una finale senza lasciare spazio a incertezze sulla vittoria migliorando anche il proprio Record del Mondo portandolo a 3’40″59, ma in quella finale emerse anche tutto l’estro di Massi Rosolino che nuotò sotto al Record delle Olimpiadi in 3’43″40 migliorando il Record Europeo conquistando un argento che valeva come un oro, mentre Brembilla dovette fermarsi ai piedi del podio per un maledetto centesimo alle spalle dell’americano Keller chiudendo in 3’47″01.
“Tutto quello che la squadra ha fatto in quell’Olimpiade è stato straordinario – racconta Siniscalco a Swim4Life Magazine – Né io, né Alberto (Castagnetti, n.d.r) pensavamo alla vigilia di riuscire a fare ciò che poi abbiamo fatto. Avevamo una forte squadra, ma non da fare i risultati che poi invece siamo riusciti a fare. Atleti come Fioravanti e Rummolo ad esempio, così come lo stesso Rosolino in alcune gare, erano solo probabili finalisti che per noi era già un ottimo traguardo da realizzare. Ricordo che tutti gli atleti di quella nazionale fecero le loro migliori prestazioni trascinati dagli incredibili risultati raccolti nelle prime tre giornate. È stata una grandissima esperienza che mi auguro che per l’Italia si ripeta negli anni a venire”
Fu l’inizio di un’apoteosi che nei giorni a seguire videro la storia scritta da parte degli Azzurri, con la doppia vittoria nei 100 e 200 rana di Domenico Fioravanti, la vittoria nei 200 misti di Rosolino che vinse anche il bronzo nei 200 stile libero alle spalle di Pieter Van den Hoogenband e Ian Thorpe e il bronzo nei 200 rana di Davide Rummolo che insieme a Fioravanti siglò una doppietta olimpica che ad oggi è riuscita nuovamente soltanto da Gregorio Paltrinieri e Gabriele Detti nei 1500 stile libero alle Olimpiadi di Rio 2016.
Rosolino oggi è uno showman nel nuoto e fuori dal nuoto, un atleta eterno che si cimenta nella corsa e nel triathlon, impegnato con i suoi camp per ragazzi con Onda Max e che si può trovare perfino sull’enciclopedia Treccani.
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