Il primatista mondiale dei 100 farfalla pubblica un post su instagram mentre indossa il superbody Speedo LZR scrivendo “FINA please”
Una semplice e inequivocabile parola abbinata a un immagine per un chiaro messaggio di richiesta: “FINA per favore”, ed è così che Caeleb Dressel ha richiesto alla FINA di reintrodurre i costumoni super body nelle competizioni!
L’atleta 24enne statunitense, primatista mondiale dei 100 farfalla e della 4×100 misti mista, quotato come erede al trono di Michael Phelps dopo aver vinto sette medaglie d’oro ai Mondiali di Budapest 2017, seguite dai sei titoli iridati e dai due argenti a quelli di Gwangju 2019, ha pubblicato un post sul suo instagram wall che ritrae se stesso mentre indossa uno Speedo LZR Racer intero, proprio quel costumone con il quale Michael Phelps e altri atleti vinsero grappoli di medaglie e conquistarono numerosi Record del Mondo a partire dal 2008.
Il super body Speedo che indossa Dressel nell’immagine da lui pubblicata uscì nel 2008 in occasione dell’80esimo anniversario del marchio del boomerang diventando in poco tempo il costume da gara più veloce del mondo. Speedo sfruttò i Giochi Olimpici di Pechino 2008 come trampolino di lancio globale per il lancio del nuovo costume, affiancando la stragrande maggioranza delle squadre nazionali, dagli Stati Uniti all’Australia e alla Gran Bretagna, donando loro un gioiello nato da un lavoro svolto fianco a fianco con la NASA per testare la capacità di resistenza dell’LZR e dell’azienda italiana Mectex, combinando tessuti per costumi ad alta tecnologia in poliuretano ed elastane-nylon, per creare una tuta senza cuciture, migliorando in questo modo la galleggiabilità, lo scivolo e il supporto dell’atleta in acqua.
Il risultato finale fu che il 92% degli atleti che hanno indossato quel costume vinsero almeno una medaglia ai Giochi Olimpici di Pechino, un successo senza precedenti.
Uno studio fatto su quel costume dimostrò che dopo l’ introduzione del superbody nel 2000, la prestazione dei velocisti nello stile libero è aumentata tra lo 0,9 e l’1,4% e che gli Speedo LZR realizzati con pannelli in poliuretano ha consentito agli atleti di migliorare le prestazioni di un ulteriore 1,5-3,5%. L’introduzione nel 2009 del super body totalmente in poliuretano ha poi ulteriormente migliorato le prestazioni fino al 5,5%!
Dopo i Mondiali di Roma 2009 che videro cadere ben 46 primati del mondo, una cosa senza precedenti nemmeno simili, la FINA decise di mettere al bando i superbody e il poliuretano a partire dal 2010, imponendo un passo indietro alla tecnologia sviluppata intorno ai costumi da gara.
Da allora si utilizza il jammer per gli uomini e il kneeskin per le donne e ancora oggi esistono alcuni Record Mondiali rimasti imbattuti da allora, tra i quali quello dei 200 stile libero di Federica Pellegrini.
Potrà mai esserci un giorno in cui la FINA decida di ritornare a una tecnologia più avanzata che supporti meglio le prestazioni degli atleti?
È chiaro che il post di Dressel fosse ironico, ma cosa accadrebbe se si ritornasse alla tecnologia vista fino al 2009? Quali tempi nuoterebbero oggi gli atleti e come cambierebbe il nuoto che in questi ultimi dieci anni ha messo a punto nuove tecniche di allenamento e migliorato lo studio scientifico finalizzato alla preparazione atletica per diminuire il più possibile il gap per l’assenza dei super costumi?
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