A nulla sono serviti gli oltre 200 controlli negativi dei NAS in impianti sportivi in tutta Italia, per Conte va chiuso tutto, vanno avanti solo agonisti e gare
Era nell’aria, anzi di più. Il DPCM atteso nella serata di ieri, è arrivato soltanto oggi e pochi minuti fa è stato annunciato in diretta dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte che con questo ennesimo decreto anti Covid, ha deciso di richiudere palestre e piscine, riaperte soltanto a giugno dopo tre mesi di lockdown.
A nulla sono serviti i controlli negativi dei NAS su oltre 200 piscine in tutta Italia, a nulla sono serviti i rigidi protocolli sanitari messi in atto con non poco sforzo e investimenti economici da parte di società e associazioni sportive.
Le piscine e le palestre, ovvero quei luoghi in cui si insegna ai bambini l’educazione civica, il rispetto, a formare il carattere e l’altruismo, quei luoghi in cui le persone possono curare e preservare con poco la propria salute e benessere fisico, facendosi trovare anche più forti a un eventuale attacco del Covid-19, verranno sbarrate a partire da domani 26 ottobre.
Il nuovo DPCM prevede infatti la sospensione le attività di palestre, piscine, centri natatori, centri benessere e centri termali, fatta eccezione per l’erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza, nonché centri culturali, centri sociali e centri ricreativi.
Nel passaggio subito successivo del DPCM, si legge che l’attività sportiva di base e l’attività motoria degli sport non da contatto, in genere svolte presso centri e circoli sportivi, pubblici e privati, restano consentite nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento, in conformità con le linee guida emanate dall’Ufficio per lo Sport, sentita la Federazione Medico Sportiva Italiana, fatti salvi gli ulteriori indirizzi operativi emanati dalle Regioni e dalle Province autonome.
In pratica, gli italiani potranno continuare a fare sport a casa propria, nei parchi, al mare e in altri luoghi pubblici, pur rispettando le norme anti Covid e i protocolli sanitari già noti, un mero compromesso che sicuramente non soddisferà gli appassionati e gli amatori acquatici, oltre che alimentare il fuoco che ormai brucia nel cuore di associazioni e società sportive che con questa nuova chiusura rischiano seriamente il collasso.
L’indice Rt che ha superato 1,5 è stata secondo Conte la goccia che ha fatto traboccare il vaso e decidere la chiusura di varie attività.
Il nuovo DPCM del 25 ottobre, in vigore fino al 24 novembre 2020, prevede inoltre la sospensione delle competizioni sportive, salvo quelle agoniste, incluso le sedute di allenamento, degli atleti agonisti degli sport individuali e di squadra riconosciuti dal CONI e dal CIP e dalle rispettive federazioni sportive nazionali, ovvero organizzati da organismi sportivi internazionali all’interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse, ovvero all’aperto senza la presenza di pubblico, nel rispetto dei protocolli emanati dalle rispettive Federazioni sportive nazionali.
Quali piscine e palestre avranno però la forza di restare aperte senza poter contare sulle entrate dello sport di base?
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