“Non è giusto fare delle integrazioni creando differenze tra atleti, io e tutti gli atleti del giro della nazionale pretendiamo delle spiegazioni”
È bufera nel giro Azzurro dopo la notizia di stamattina a seguito della quale Federnuoto ha reso pubblica la proposta del DT Cesare Butini di qualifica d’ufficio alle prossime Olimpiadi di Tokyo Federica Pellegrini, Martina Caramignoli, Gabriele Detti, Federico Burdisso e Marco De Tullio in base a determinati criteri di valutazione che si basano sui risultati fatti nel 2019/2020.
Ricordiamo infatti che la proposta di Butini si basa sulle prestazioni ottenute dagli atleti in occasione dei Campionati italiani che si sono svolti la scora estate in concomitanza con il Trofeo Sette Colli e delle posizioni individuali nei ranking mondiali sia del 2019 sia del 2020, nonché dell’attuale situazione epidemiologica che condiziona la preparazione di molteplici atleti non consentendo omogeneità di allenamento sul territorio nazionale.
Porta voce del disappunto si è fatta la ranista Martina Carraro che attraverso il suo canale Instagram ha espresso in maniera chiara e specifica le motivazioni secondo le quali a suo parere l’integrazione proposta da Butini non sarebbe giusta nei confronti di tanti altri atleti.
“Sono affranta e delusa dalla situazione che si è creata oggi – afferma la Carraro – Non credo di essere un atleta da qualificare ad oggi, nel senso che me lo merito io come se lo meritano le mie avversarie, quindi non capisco perché si debbano creare differenze tra atleti. Il Sette Colli è stato fatto dopo un periodo di chiusura a seguito del quale c’era una diseguaglianza di preparazione ma nulla da dire, era giusto accettarlo per come stavano andando le cose, ma prendere un evento del genere come riferimento per un’integrazione nazionale non è giusto”
“Personalmente i tempi che ho fatto io nel 2019/2020 sono nei primi otto del ranking mondiale così come lo sono i tempi degli atleti selezionati per l’integrazione – prosegue Martina Carraro – Hanno creato diseguaglianze tra atleti e non è giusto, anche perché sono convinta che gli atleti selezionati oggi possono serenamente qualificarsi ad aprile. Il problema è che se si sceglie di inserire alcuni, non si può non inserire anche altri, altrimenti passa il messaggio che le qualificazioni olimpiche sono esclusivamente a discrezione dei tecnici federali e non nel rispetto dei regolamenti prestabiliti. È giusto che un atleta si qualifichi per le Olimpiadi perché ha fatto i tempi e non perché abbia avuto il Covid, anche perché se sono atleti riconosciuti di un certo livello, non vedo il motivo per il quale loro non possano centrare la qualificazione ad aprile”
Butini ha risposto attraverso un articolo degli amici e colleghi di Nuoto.com in cui spiega che “i risultati dell’ultimo biennio sono sufficienti per rendersi conto che è una decisione di mero buon senso” specificando di non voler penalizzare i cinque atleti oggetto della eventuale convocazione che avevano ottenuto prestazioni di rilievo al Sette Colli 2020 e ai vertici del ranking internazionale nell’intero periodo 2019-2020. Clicca qui per l’intervista integrale a Cesare Butini di Nuoto.com.
Qui di seguito il video di Martina Carraro in cui spiega e argomenta ampiamente il suo disappunto
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