Il danno causa Covid-19 supera 4 miliardi di euro, ANIF tuona sul Governo, “Nei centri sportivi l’incidenza di positività al Covid è al di sotto dell’1 per mille, lasciateci riaprire!”
Le conseguenze delle chiusure e delle forti limitazioni causate dalla pandemia di Covid-19 nel corso di questo 2020 hanno generato fino a ora un danno economico ai centri sportivi, piscine e palestre da oltre 4 miliardi di euro, mettendo seriamente a rischio molte realtà sportive e di conseguenza moltissimi lavoratori e famiglie italiane.
L’ ANIF – Associazione Nazionale Impianti Fitness e Sport – accende l’allarme rosso stimando le perdite fino a ora accumulate e sottolineando che molte delle oltre 100mila strutture sportive non rivedranno la luce post Covid e con loro più di un milione di persone perderanno il lavoro.
“Abbiamo fortemente lottato per tenere aperti i centri sportivi, avendo dimostrato che all’interno delle strutture l’incidenza di positività al Covid è al di sotto dell’1 per mille – ha dichiarato il Presidente di ANIF Giampaolo Duregon – Purtroppo invece, il 25 ottobre è stata imposta una seconda chiusura dopo i 3 mesi di lockdown in primavera e siamo nuovamente piombati in una situazione estremamente difficile”
Per l’ANIF non sono affatto sufficienti i sostegni economici e i fondi perduti emanati con i vari decreti per contrastare questa crisi economica, avendo coperto soltanto una minima e irrisoria percentuale delle spese vive delle realtà sportive.
ANIF ha presentato inoltre proposte per la Riforma e per la Finanziaria finalizzate ad attutire una buona parte dell’impatto dei costi sui gestori deli impianti sportivi, chiedendo inoltre a voce grossa di avviare il versamento degli oneri previdenziali al 2022 per permettere al settore sport di riprendersi dall’enorme crisi che ormai è nel pieno dell’emergenza economica.
Se in questa tempesta si perderanno centri sportivi che naufragheranno nei debiti, si rischia di mutare anche il contesto sociale che siamo abituati a vivere e la condizione di salute media della popolazione, considerando che più di 20 milioni di italiani praticano sport, tra i quali moltissimi giovani.
I centri sportivi, chiusi ormai dal 25 ottobre dopo il secondo lockdown, sono molto di più di quello di cui si sta parlando in questi mesi: rappresentano un punto di aggregazione e confronto fondamentale per la crescita ed educazione civica di bambini e adolescenti, nonché un punto di prevenzione di numerose patologie croniche, tra le quali cardiopatie, deficit respiratori, diabete, contribuendo ad abbattere la spesa pubblica per la salute.
“Speravamo nella riapertura, i danni al settore sportivo sono immensi, inutili gli aiutini – ha aggiunto Duregon – Ci aspettiamo azioni concrete: un fondo per recuperare almeno il 50% di quanto perso finora e il rinvio dei contributi a inizio 2022”
La riapertura è prevista entro la prima metà di gennaio se la curva di contagio continuerà a scendere come sta facendo nelle ultime settimane, ma i gestori sono già da oggi alle strette e vogliono più garanzie e sostegni concreti.
Sembra assurdo pensare che il pieno rispetto delle regole, il rigore nell’applicazione dei protocolli sanitari e l’adeguamento delle strutture per rispettare ogni parametro imposto dal Comitato Tecnico Scientifico con importanti incidenze economiche, non siano serviti ad evitare la chiusura ai centri sportivi, che ricordiamo, a differenza di altre attività produttive, rientrano tra le pochissime a cui è stata imposta una chiusura netta.
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