La telenovela che vede il cinese sotto i riflettori da oltre un anno va ancora avanti e adesso non è esclusa la sua partecipazione alle Olimpiadi di Tokyo
Una nuova puntata della telenovela antidoping su Sun Yang è arrivata prima di Natale e soprattutto prima della fine di quest’anno singolare. Dopo che lo scorso febbraio il tribunale sportivo internazionale aveva squalificato il cinese per otto anni su richiesta della WADA per aver distrutto a martellate un campione di sangue prelevato per i controlli antidoping di rito nel settembre 2018, il campione olimpico ha fatto appello al tribunale federale in Svizzera ottenendo riscontro positivo.
La squalifica di Sun Yang è stata dunque revocata e il caso è stato trasferito nuovamente al CAS. Le ragioni che spiegherebbero la sentenza non sono ancora note.
Sun Yang non aveva in precedenza presentato richiesta in appello, ma i termini per poterlo fare sono stati prolungati a causa dell’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19, circostanza che ha fatto ritornare il cinese sui suoi passi, approfittando della “seconda possibilità” per opporsi alla squalifica.
Alla base dell’appello, Sun Yang ha sostenuto che i due agenti della WADA che gli avevano prelevato il campione di sangue, non avevano presentato credenziali adeguate né adeguate qualifiche o licenze, versione confermata anche dal dottor Ba Zhen, due volte bandito dalla WADA.
Sun era stato, successivamente alla squalifica, convocato illegalmente dalla Federazione Nuoto Cinese per un collegiale pre olimpico da aprile a giugno, ma poi dietro segnalazione di Swimming World Magazine, si era provveduto ad annullare la convocazione.
Adesso si attende la nuova udienza presso il tribunale sportivo, ma questa volta con un nuovo presidente, perché la copertura di questo incarico nella prima udienza di febbraio aveva sfidato la parte di Sun Yang quando si erano rivolti al tribunale federale svizzero.
A quel tempo, l’ex ministro degli Esteri italiano Franco Frattini aveva tenuto la presidenza.
Sun Yang ha adesso una speranza, anche se minima, di prendere parte ai Giochi Olimpici di Tokyo, cosa che si verificherebbe se la nuova sentenza non si dovesse tenere prima dell’inizio della competizione, dinamica che si è già verificata ai Mondiali 2019, ai quali il cinese ebbe la fortuna di partecipare perché l’esame a giudizio presso il CAS avvenne solo dopo i Campionati di Gwangju.
Ulteriori dettagli dovrebbero essere resi noti al momento della pubblicazione della sentenza.
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