L’incarico del Ministro dello Sport si chiude con un’ammissione sconcertante che infiamma i commenti sui suoi canali social
“Per molti anni avevo seguito le questioni relative ai diritti dell’infanzia e dei giovani, è sempre stato il centro del mio impegno – scrive Vincenzo Spadafora nel suo ultimo saluto attraverso i suoi canali Social – Non conoscevo invece il mondo dello sport, al quale mi sono avvicinato con curiosità, rispetto e attenzione”
La dichiarazione con la quale l’ormai ex Ministro per le politiche giovanili e dello sport, in carica per diciassette mesi durante il Governo Conte II, saluta tutti al termine del suo incarico, è benzina sul fuoco per i suoi followers, tra cui migliaia di lavoratori sportivi e gestori di impianti sportivi, che negli ultimi dieci mesi sono rimasti ai margini di una politica certamente discutibile, non tanto per quanto concretizzato per il mondo dello sport, colpito duramente prima dalle restrizioni e poi dalle chiusure causate dal Covid-19, ma per le dichiarazioni fatte proprio dal politico del Movimento 5 Stelle.
Probabilmente nessuno potrà dire con certezza se il genere di lavoro prodotto dal Governo durante la storica pandemia del Covid poteva essere migliore, ma certamente le dichiarazioni che hanno affiancato i numerosi DPCM e i decreti ristori, spesso erano discordanti con la realtà che viveva il Paese.
Resterà emblematica infatti proprio una delle ultime uscite di Spadafora, in cui affermava fiero di aver elargito contributi alle realtà sportive e ai lavoratori sportivi più che sufficienti a contrastare l’impossibilità di portare avanti le proprie realtà lavorative durante l’emergenza sanitaria, una dichiarazione che illustra quanto l’ex Ministro non avesse realmente compreso le difficoltà del caso.
E adesso ammettere candidamente che la sua conoscenza del mondo dello sport prima dell’incarico di Ministro fosse pari a zero, non fa che aumentare il disappunto del popolo, già inviperito a causa delle forti difficoltà causate dalle chiusure. Non sono tardati ad arrivare infatti commenti disprezzativi e ironici nel post su Facebook e su Instagram in cui il politico saluta al termine del suo incarico.
“Un anno fa, l’esplosione della pandemia, il lockdown, i sacrifici chiesti a tutti i cittadini – scrive Spadafora – Siamo entrati in una fase drammatica, abbiamo dovuto prendere decisioni dolorose e dalle conseguenze gravi ma inevitabili, a partire dalle chiusure”
Chissà se tutti gli italiani sono d’accordo sul punto di vista di Spadafora sull’inevitabilità delle chiusure degli impianti sportivi, considerando invece anche altri evidenti luoghi di assembramento che hanno evidenti rischi ben peggiori di piscine e palestre e che nonostante tutto sono rimasti aperti.
Tra gli impegni di Spadafora non possiamo però non citare quello di dare attuazione alla Riforma dello Sport con gli ormai noti cinque decreti rimasti in discussione per un anno prima di arrivare al risultato finale con l’introduzione del professionismo femminile, la possibilità per i paralimpici di entrare nei corpi civili e militari e diritti e tutele per i lavoratori sportivi.
“I decreti sono stati votati in Consiglio dei Ministri, hanno avuto l’intesa nella Conferenza Stato Regioni, e sono ora in Parlamento per il parere delle Commissioni Cultura di Camera e Senato: erano previste in questi giorni, ma a causa della crisi le riunioni sono state sconvocate – spiega Spadafora nel suo saluto – Dopo il parere delle Commissioni andranno portati nuovamente in Consiglio dei Ministri per il via libera definitivo che deve arrivare entro e non oltre il 28 febbraio, altrimenti la delega scadrà ed il mondo dello sport perderà una occasione unica”
Toccherà al prossimo Governo approvare il Decreto Ristori cinque, già scritto, che dovrebbe fornire, si spera, un ristoro nel vero significato della parola a milioni di cittadini alle prese con difficoltà economiche a causa delle restrizioni dovute al Coronavirus.
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