L’Azzurro fa appello al Governo, “Se da ragazzino mi fosse stata tolta la piscina sarei impazzito, temo che i ragazzini possano essere privati di qualcosa di molto importante e che li faccia crescere bene”, Oggi il grido d’allarme proposto da Federnuoto con l’hashtag sui social #salviamolepiscine
Gregorio Paltrinieri lancia l’allarme e fa appello al Governo, che decide sulla sorte del nuoto praticato, chiedendo a gran voce la riapertura delle piscine, subito!
L’atleta Azzurro ha lanciato l’appello subito dopo la vittoria del Team Event ai Campionati Europei di Budapest, approfittando dell’ampia visibilità data dall’evento.
In questi giorni si sta parlando tanto dell’apertura delle piscine, è un tema che sentiamo molto nostro – ha dichiarato Paltrinieri – Sono state riaperte solo le piscine all’aperto e con posti limitati e a me sembra una forzatura incredibile. Arrivare al nostro livello è possibile ma siamo partiti da realtà piccolissime e siamo arrivati fin qui“
Un appello di dolore, sconcertato dalla situazione che sembra ormai sfiorare l’assurdo e dalla quale chi ne pagherà il conto salato saranno soprattutto i bambini.
Come ricorda Paltrinieri infatti, le piscine sono luogo di aggregazione, dove si impara l’educazione, il rispetto per se stessi e per gli altri e ci si prepara ad affrontare al meglio il mondo.
È indispensabile che le piscine rimangano aperte, i nuotatori, soprattutto i bambini e i ragazzi, non nuotano ormai da due stagioni e questo secondo me è inaccettabile, non può essere così – ha aggiunto Paltrinieri – E tralasciando la parte agonistica che può essere anche secondaria, io do un valore sociale a quello che faccio”
Una vita sociale senza piscine perde tantissimo valore.
Se da ragazzino mi fosse stata tolta la piscina sarei impazzito, perchè stare con gli altri ragazzi, vivere certe emozioni, crescere in un certo modo, per me è stato molto importante – ha affermato Paltrinieri – Ho paura che i ragazzi vengano privati di qualcosa di molto importante e che gli impedisca di crescere alla mia stessa maniera. Spero che venga fatto qualcosa che non è stato ancora fatto, la sentiamo una causa nostra. Ci tenevo a dirlo, se qualcuno mi sente, dedichiamo a loro questa medaglia e spero si possa riaprire subito”

Dedico la medaglia d’oro alla mia piscina di nascita a Satriano che è chiusa da più di un anno senza vedere futuro – ha aggiunto Domenico Acerenza, in staffetta con Paltrinieri – Spero che la situazione si risolva al più presto e che tutti, bambini, adulti e anziani, possano ricominciare l’attività natatoria il prima possibile”

Oggi l’hashtag #salviamolepiscine
Oggi, 17 maggio, alle ore 18:00, in occasione della prima giornata di finali del nuoto ai Campionati Europei di Budapest, la Federnuoto propone un grido di allarme che sensibilizzi l’attenzione delle istituzioni e unisca in un solo coro le istanze delle associazioni e società sportive dilettantistiche, dei gestori di impianti per lo più pubblici, degli atleti e praticanti di tutte le età e capacità, degli operatori sportivi.
Invitiamo tutto il nostro mondo che raccoglie circa 20 milioni di persone, dagli atleti di interesse nazionali alle famiglie, dai gestori di impianti agli operatori tecnico-sportivi, dai praticanti ai semplici appassionati, ad unirsi sui social postando un’immagine di colore blu, come il colore che rappresenta l’acqua, ed un commento d’esortazione con hashtag:
#salviamolepiscine
Un grido di allarme che evidenzi la drammatica situazione emergenziale del comparto piscine, che stima perdite per circa il 70% del fatturato in 15 mesi a fronte di ristori evidentemente inadeguati e non accessibili alla stragrande maggioranza di associazioni e società sportive che vivono di entrate istituzionali e non commerciali a fronte di ingenti costi per conservare e manutenere il patrimonio impiantistico.
Un grido di allarme che parte da chi si sostituisce allo Stato per garantire la pratica sportiva e l’attività motoria, fonti primarie di benessere dei cittadini e quindi di risparmio economico per il settore della sanità.
Un grido di allarme di un settore che produce aggregazione, forma le giovani generazioni trasmettendo principi educativi quali il rispetto, la solidarietà e la condivisione.
Un grido d’allarme di un settore che non conosce limiti di età e accompagna la vita di quasi 6 milioni di praticanti, forti e deboli, senza alcuna distinzione.
Un grido di allarme di un settore che si sente mortificato e abbandonato dal susseguirsi di decisioni che evidentemente non considera validi gli investimenti compiuti dei gestori per mettere in sicurezza sin dalla scorsa primavera le piscine coperte o prestigiosi studi scientifici che dimostrano come il cloro delle piscine inattivi il Covid in 30 secondi.
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