“Mi sento derubata di una medaglia d’argento, queste cose non dovrebbe capitare a questi livelli”, ma non è la prima volta
Un compleanno amaro quello che oggi sta vivendo l’olandese Kira Toussaint, sfortunata protagonista ieri sera del pasticcio capitato nella finale dei 100 dorso femminili.
Purtroppo infatti, dopo pochi minuti dal termine della gara, è emerso che qualcosa non fosse andato bene.
Un problema all’acustica aveva in effetti falsato il segnale di partenza e per questo motivo la LEN e il CO di Budapest hanno deciso di far ripetere la finale a fine serata.
L’esito della gara aveva visto trionfare la britannica Kathleen Dawson con 58”18 ritoccando il Record dei Campionati che aveva fatto in semifinale con 58”44, seguita sul podio proprio dall’olandese Toussaint, già oro nei 50 dorso, con 59”02 e dalla russa Maria Kameneva con 59”13.
Ero sconvolta dopo la gara, perché queste cose non dovrebbero accadere a questo livello di competizione, giusto? – scrive la 27enne che proprio oggi compie gli anni – Prima di tutto, voglio fare un’enorme congratulazione per l’incredibile nuotata di Kathleen Dawson, Margherita Panziera e Maria Kameneva, dopodiché, non ho parole!
Nella “prima finale” ho sentito il problema con il dispositivo di partenza – prosegue Toussaint – Mentre nuotavo sott’acqua dubitavo di dover gareggiare o meno, ma ho visto tutte le altre andare e così sono andata anch’io. Non è stata una gara perfetta, ma alla fine sono stata molto contenta della medaglia d’argento.
Mentre aspettavo la cerimonia di premiazione, ho saputo due minuti prima che la finale era stata cancellata e 30 secondi dopo il mio allenatore mi ha detto: “Andiamo a nuotare di nuovo e succederà proprio ora”

Non è facile per nessuno prendere decisioni su qualcosa di così difficile e in poco tempo e non è facile nemmeno giudicare da esterni, ma forse sarebbe stato meglio far ripetere la finale il giorno successivo.
La finale è stata invece ripetuta alle 20:45, due ore e un quarto circa dopo la finale annullata, forse un po’ poco per trattarsi di una finale.
Gli atleti sono abituati a gareggiare ad almeno sei ore di distanza tra una qualifica e la finale in base ai consueti programmi gara delle competizioni internazionali.
Non deve essere stato per niente facile per Kira Toussaint vivere quei momenti di forte stress e preoccupazione, così come non deve esserlo stato per nessuna delle altre finaliste e come dice l’olandese, non è giusto, queste cose non dovrebbero verificarsi ad alti livelli.
È stato stressante per circa 30 minuti – racconta infatti la Toussaint – Qualcuno ha dovuto ritirare per me un costume asciutto in hotel. Non era ancora chiaro a che ora avremmo gareggiato. All’inizio ero arrabbiata per questo, ma mi sono calmata molto velocemente. Ho pensato: “Durante l’ISL ho battuto il record del mondo nei 50 dorso un’ora dopo aver nuotato nei 200 dorso e ora ho fatto solo un 100, posso farcela”
Sono orgogliosa di quanto sia rimasta calma e positiva, ma alla fine della seconda finale il mio serbatoio era vuoto. Quarta … sembra ingiusto, mi sembra di essere stata derubata di una medaglia d’argento, è doloroso. Ma è solo un dosso sulla strada. Tornerò più forte.
Ps: farò finta che il mio compleanno sia domani, okay”
Non un bel modo per festeggiare il suo compleanno, questo è certo, ma se la cosa può essere di sollievo, non è la prima volta che accade qualcosa di simile.
Non è la prima volta che ci sono problemi sulle partenze
L’ultima più recente fu alle batterie dei 100 dorso dei Mondiali di Gwangju 2019, quando si verificò un problema con il device di partenza (sempre la stessa gara) che si staccò alla spinta di Simone Sabbioni durante il tuffo.
Fu addirittura imbarazzante quando fu necessario far ripetere la gara per tre volte sempre per lo stesso motivo!
Ancora, agli Europei di Copenaghen in vasca corta 2017, accadde una cosa simile con il device del dorso che si staccò, ancora a Simone Sabbioni, nella finale della 4×50 mista mista.
Insomma, Kira Toussaint non sei sola!
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