Prestazione sotto tono della tarantina forse troppo emozionata e nervosa, Record Olimpico della sud africana Tatjana Schoenmaker
Amarezza, smarrimento e delusione misti a gioia sono le emozioni scaturite dalle qualifiche dei 100 rana femminili delle Olimpiadi di Tokyo.
Peccato perché i 200 stile di Stefano Ballo e Stefano Di Cola e i 100 dorso di Margherita Panziera – clicca qui per saperne di più – avevano avviato bene questa seconda giornata.
E invece le due Azzurre regalano una soddisfazione a metà, con una Martina Carraro perfetta ed equilibrata che ottiene le semifinali e una Benedetta Pilato che proprio non ci aspettavamo.
Partiamo però dal miglior crono che è della sud africana Tatjana Schoenmaker che quest’anno ha fatto vedere cose interessanti, nuotando in 1’04”82 cancellando il Record Olimpico di Lilly King con 1’04”93 di Rio 2016 ed il Record Africano da lei stessa detenuto con 1’05″74 di aprile.
Tempo che rappresenta anche il secondo crono mondiale stagionale dietro la King, che in batteria nuota terza in 1’05”55 preceduta dalla connazionale Lydia Jacoby con 1’05”52.
In semifinale ci sarà però anche la russa argento olimpico in carica Yulia Efimova che ha segnato l’ottavo tempo in 1’06”21.
Molto bene Martina Carraro che migliora il personale degli Assoluti di Riccione di un centesimo segnando 1’05”85 che vale il quinto tempo di accesso alle semifinali.
Soddisfatta, era quello che dovevo fare – ha affermato Martina Carraro – A parte la King che penso si sia nascosta, le altre hanno scoperto le carte, l’obiettivo è centrato e adesso bisogna ricaricare le energie per le semifinali. Mi dispiace per Benedetta, era un po’ agitata prima della gara e anche se ha il Record del Mondo nei 50, ha pur sempre 16 anni, bisogna capire”

Delusione e rammarico invece per l’esordiente Benedetta Pilato che nuota una prestazione inspiegabile in 1’07”3, tempo che l’avrebbe vista 20esima, risultato cancellato però dalla squalifica subita al VAR.
L’atleta del Circolo Canottieri Aniene dà l’impressione di presentarsi ai blocchi di partenza un po’ nervosa e l’errore di tecnica fatto in virata, con l’impressione di aver notato una gambata a vuoto, insieme alle parole in area mista di Martina Carraro, confermano tali impressioni.
Probabilmente potrebbe essere stata una leggerezza portare un atleta così giovane e inesperta alla sua prima Olimpiade senza il suo allenatore Vito D’Onghia rimasto a casa.
Anche se parliamo di una primatista mondiale (50 rana), si tratta pur sempre di una 16enne che come da lei stessa ammesso, arriva a queste Olimpiadi senza averle mai nemmeno guardate in televisione.
Peccato perché non solo le semifinali, ma anche la finale erano alla portata della tarantina, che dovrà rimandare i suoi piani olimpici a Parigi.
Per fortuna la pugliese ha altri quattro quadrienni olimpici davanti e di tempo per recuperare questo esordio non bello, ce l’ha tutto.
Benny non è l’unica big esclusa dalle semifinali, perchè anche la giamaicana Alia Atkinson, alla sua quinta Olimpiade, si ferma con 1’07″70 al 22esimo posto.
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