Sesto posto di Alessandro Miressi in una finale di altissimo livello, serviva il Record Italiano per il podio, si fermano Fangio e Razzetti
Le speranze erano alte per la finale olimpica dei 100 stile libero maschile, in cui il piemontese Alessandro Miressi ci arrivava dopo due turni eccellenti e una stagione importante, in cui ha nuotato il Record Italiano in 47″45 agli Europei di Budapest.
E l’entusiasmo dopo l’inaspettata medaglia negli 800 di Gregorio Paltrinieri – clicca qui per saperne di più – alimenta ulteriormente le attese per questa finale.
La partenza e la potenza sprigionata nei primi metri di gara di Caeleb Dressel mette però subito le cose in chiaro per tutti: passaggio sbalorditivo in 22”39, ritorno in 24”63 per un 47”02 che consegna l’oro olimpico, il Record Olimpico e il secondo all time mondiale allo statunitense!
Cancellato il 47”05 dell’australiano Eamon Sullivan di Pechino 2008, dopo l’oro nella 4×100 stile e 4×100 misti di Rio 2016, questo alloro olimpico è il primo individuale per Dressel che punta a un ruolino pieno in queste Olimpiadi.
Dietro di lui per un nulla, il campione uscente australiano Kyle Chalmers con solo sei centesimi di ritardo e il russo campione europeo in carica Kliment Kolesinkov in 47″44.

Passaggio in 22”97, all’atleta delle Fiamme Oro e Centro Nuoto Torino allenato da Antonio Satta manca soprattutto la sua classica vasca di ritorno, con il finale di 47”86 che lo vede sesto.

Peccato perché il podio era nelle sue corde ma sarebbe stato necessario migliorare il suo Record Italiano per raggiungerlo.
Chiude alle sue spalle il 16enne romeno David Popovici attesissimo dopo i temponi degli Europei Junior, con 48”04.
Dopo il quinto posto di Marcello Guarducci a Montreal 1976, Raffaele Franceschi a Mosca 1980 e Filippo Magnini ad Atene 2004, i 100 stile restano un tabù a livello olimpico per gli italiani.
Nelle semifinali dei 200 rana femminile è ancora la favoritissima sudafricana vice campionessa mondiale Tatjana Schoenmaker che nuota davanti a tutte sfiorando ancora il Record Mondiale come in batteria, fermandosi a 2’19”33.
Controprestazione inspiegabile purtroppo dell’Azzurra Francesca Fangio che nuota in 2’27”56, quasi 4 secondi più lenta delle batterie che la vedono chiudere 15esima.
Una gara che ha visto per le italiane soltanto Manuela Dalla Valle riuscire a giocarsi la finale, a Seoul 1988 dove chiuse ottava e a Barcellona 1992 dove chiuse settima.
Non avevo energie, lo sentivo già nel riscaldamento – ha dichiarato Francesca Fangio – Ho provato, la voglia di fare bene ce l’avevo, me la potevo giocare benissimo ma non so cosa sia successo. Mi dispiace perché non valgo assolutamente questo tempo ma capita e non si può tornare indietro. Sono contenta comunque per l’esperienza”
Gara non perfetta quella di Alberto Razzetti nelle semifinali dei 200 misti: buona la partenza a delfino nuotato in 25”34 e solito dorso non brillante in 30”92, ma la virata dorso/rana è molto lenta e gli fa perdere tanto.
La chiusura in 1’57”70 lo vede purtroppo fuori dalla finale per solo 6 centesimi al nono posto, dietro l’eterno magiaro Laszlo Cseh che a 36 anni raggiunge la decima finale olimpica in quella che è la sua quinta Olimpiade in carriera.
Peccato perché ho fatto un arrivo non buono, anche se è un buon tempo – ha dichiarato Alberto Razzetti – Non sono stato molto fortunato stavolta, non mi sono piaciuto in questa gara. Complessivamente è stata comunque una bella esperienza, l’anno prossimo farò meglio”
Un solo italiano ha disputato una finale olimpica in questa specialità, Massimiliano Rosolino che vinse l’alloro olimpico a Sydney 2000.
Il favorito statunitense Michael Andrew segna il quarto tempo di accesso alla finale in 1’57”08 mentre il miglior crono è del cinese Wang Shun con 1’56”22 seguito dal britannico Duncan Scott con 1‘56”69 e dal nipponico Daya Seto con 1’56”89.
Nel finale la vittoria a sorpresa della Cina nella 4×200 stile libero femminile con il Record del Mondo fissato a 7’40”33 cancellando il 7’41”50 dell’Australia dei Mondiali di Gwanju 2019 e il Record Olimpico degli USA con 7’42”92 di Londra 2012.
Spodestati gli Stati Uniti che avevano vinto a Rio 2016, seconde in 7’40”73 con il nuovo Record Americano, battuta l’Australia, campionesse mondiali in carica, terze con il Record Oceania di 7’41”29.
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