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Migliorare la propulsione nel nuoto, Gregorio Paltrinieri e Vincenzo Schettini spiegano come

Sfruttando le leggi della fisica è possibile ottenere una migliore tecnica di nuotata e nuotare più velocemente

Migliorare la propulsione nel nuoto è uno dei principali obiettivi di ogni nuotatore competitivo all’interno di ogni allenamento.

Gregorio Paltrinieri e Vincenzo Schettini spiegano come raggiungere questo obiettivo, ovvero migliorare la propulsione della nuotata.

In un breve e interessante video pubblicato sul canale YouTube LaFisicaCheCiPiace del fisico e musicista, lo stesso Schettini, con la collaborazione di Gregorio Paltrinieri, hanno spiegato in modo semplice come ottenere la migliore propulsione in acqua.

Sono emozionato per questo incontro perché stare vicino a campioni come Paltrinieri, nella leggenda dello sport, non capita tutti i giorni – afferma Schettini, 45 anni, che insegna fisica nell’Istituto tecnologico Luigi Dell’Erba di Castellana Grotte e che racconta, tramite i social e attraverso esempi pratici molto intuitivi, le principali leggi della fisica spaziando da Archimede a Newton – La fisica ci circonda in ogni sua espressione e utilizzarla anche per istinto come fanno gli atleti e i grandi campioni si ricongiunge con quelli che sono i dettami della scienza. La scienza dice che per nuotare in maniera più performante bisogna seguire determinati parametri”

La forza della mano che attraverso le bracciate spinge indietro l’acqua, corrisponde a una forza uguale e contraria data dalla forza di attrito che spinge l’atleta in avanti.

La forza di attrito è direttamente proporzionale alla superficie della mano e per sfruttare il massimo della superficie della propria mano, è importante tenerla leggermente aperta.

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Quando le dita della mano sono leggermente aperte tra loro di circa 10 gradi, si crea, infatti, una turbolenza tra gli spazi creati dalle dita che permette di spingere una maggiore quantità di acqua rispetto a una mano che tiene le dita unite tra loro.

In pratica, con dita della mano leggermente aperte tra loro, è come se la mano stessa aumentasse la propria superficie e quindi si ottiene una migliore propulsione.

Gli scienziati lavorano alla cieca e poi si incrociano i dati per dare una veridicità scientifica alle proprie tesi – continua Schettini – In questo caso è incredibile come senza conoscerci ci siamo trovati su tutto con Gregorio. Ci siamo anche divertiti e per me è stata un’emozione impagabile.

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Entrando nei dettagli che vedrete nel video, possiamo affermare che il nuoto ha a che fare con un mezzo come l’acqua.

La stessa è quasi ottocento volte più densa dell’aria, quindi bisogna conoscerla bene e sfruttare quello che è l’attrito a proprio vantaggio.

Nel filmato che abbiamo realizzato insieme con Greg, vedrete come questo giochi un doppio ruolo per il nuotatore: non solo il corpo che va in avanti perché questa è una forza passiva che si oppone alla nuotata, ma addirittura avvantaggiarsi con il movimento della mano che spinge indietro dando propulsione”

Nel video viene infatti spiegato come trarre vantaggio nella nuotata attraverso le leggi della fisica e la chiave sta nella posizione della mano. 

Con il nuoto, come direbbe Newton, bisogna giocare sulla “dinamica” e specialmente per il suo secondo principio che dice che la forza è uguale alla massa per l’accelerazione – spiega Schettini – La forza è una sommatoria tra la propulsione che spinge in avanti e quella da trascinamento che spinge indietro per l’attrito.

Nella continua lotta tra queste due componenti c’è il grande atleta, colui che riesce a giocarsi la vittoria per un centesimo nel far prevalere la propulsione”

Come spiegato in un nostro articolo del 2013 – clicca qui per leggerlo – alla base della propulsione di un atleta in acqua, vige la terza legge della dinamica, secondo la quale “ogni azione genera una reazione uguale e contraria”.

È per questo motivo che, quando si esercita una spinta all’indietro con le mani, il corpo dell’atleta progredisce in avanti.

Quando nuoto tengo la mano mezza aperta, è come se diventasse una paletta – spiega Gregorio Paltrinieri – Nuotando in questo modo ho notato che effettivamente la mia propulsione è migliore”

In realtà, sulla propulsione influiscono molto anche altri aspetti, tra i quali l’allineamento del corpo in acqua, l’inclinazione della mano nel catturare l’acqua e la fase del recupero, che in tre dei quattro stili avviene fuori dall’acqua.

Migliorare la propulsione nel nuoto, Gregorio Paltrinieri e Vincenzo Schettini spiegano come – Il video

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Paco Clienti

Responsabile Redazione Swim4Life Magazine