Sette piscine intitolate agli atleti scomparsi, una al tecnico Paolo Costoli e un Trofeo in ricordo del giornalista Nico Sapio, il monumento a Brema e quello a Roma
La Tragedia di Brema è uno degli eventi drammatici più tristi della storia del nuoto: il 28 gennaio 1966 una selezione della nazionale italiana si accingeva a raggiungere Brema, dove avrebbe preso parte alla decima edizione del Festival Internazionale del Nuoto.
Erail più importante e atteso appuntamento della stagione invernale, ancora più sentito in quell’occasione perché rappresentava l’apertura del biennio olimpico.
Purtroppo quella selezione di Azzurri non raggiunse mai la piscina di Brema, dove al posto degli atleti che avrebbero dovuto occupare i blocchi di partenza delle rispettive gare, fu adagiato un bouquet di fiori, mentre tra le corsie vuote fu sistemato un drappo nero.
Un ricordo ancora oggi toccante e commovente, un ricordo che nella giornata di oggi compie cinquantasette anni nella memoria di tutti.
Tragedia di Brema, la dinamica dell’incidente e le vittime
Il tragico incidente aereo si verificò alle ore 18:51 e vide coinvolto un velivolo Convair 440 della Lufthansa che si schiantò al suolo durante la fase di atterraggio a causa di un errore umano del pilota, o di un problema all’impianto comandi dell’aereo.
Nessun superstite, l’Italia del nuoto pianse sette atleti, un tecnico e un giornalista che erano presenti tra le 46 vittime di quell’aereo, 42 passeggeri e 4 membri dell’equipaggio:
Bruno Bianchi, 22 anni, avrebbe compiuto 23 anni il 26 settembre, capitano della squadra, stile liberista, tesserato per la FIAT Ricambi;
Amedeo Chimisso, 19 anni, avrebbe compiuto 20 anni il 26 ottobre, dorsista tesserato per la Rari Nantes Patavium;
Sergio De Gregorio, 19 anni, avrebbe compiuto 20 anni il 24 febbraio, stile liberista e delfinista della Roma Nuoto;
Carmen Longo, 18 anni, avrebbe compiuto 19 anni il 16 agosto, ranista e mistista della Rari Nantes Bologna;
Luciana Massenzi, 21 anni, avrebbe compiuto 22 anni il 22 novembre, stile liberista e dorsista della Roma Nuoto;
Chiaffredo “Dino” Rora, 21 anni, avrebbe compiuto 22 anni il 5 marzo, dorsista e stile liberista, tesserato per la FIAT Ricambi;
Daniela Samuele, 17 anni, avrebbe compiuto 18 anni l’11 settembre, mistista e delfinista, tesserata per la Canottieri Olona.

Le speranze dell’Italia del nuoto si fondavano su quei sette giovani che inseguivano il sogno delle Olimpiadi di Città del Messico 1968 e che con la loro scomparsa, crearono un vuoto umano e sportivo incolmabile.
Atleti, ma anche persone più che normali, ognuna di loro con un lavoro o un percorso di studi da portare avanti parallelamente alla passione per il nuoto, come Bruno Bianchi e Dino Rora ad esempio, dipendenti della fabbrica della Fiat di Torino, o Amedeo Chimisso che faceva il fattorino a Venezia.
Insieme a loro la guida tecnica Paolo Costoli, 55 anni, ex grande nuotatore che sostituì Costantino “Bubi” Dennerlein, primo campione italiano assoluto di nuoto della Canottieri Napoli, salvo per miracolo grazie alla moglie incinta ed alle incomprensioni che al tempo emersero con la dirigenza federale.
A lui è dedicata una delle piscine olimpioniche di Firenze.
Con loro anche il giornalista Nico Sapio, inviato della Rai, 36 anni, specializzato nel commento e nell’analisi delle gare di nuoto, a cui oggi è dedicato il Trofeo che si svolge a Genova nella stagione invernale.
Tragedia di Brema, le coincidenze fatali
Su quell’aereo doveva esserci anche Anna Beneck, che però decise di rinunciare a quel Meeting, ma di coincidenze fatali per quella tragedia ce ne sono altre.
Se c’è un insegnamento lasciato dai miei amici è questo: vivere lo sport con animo disinteressato”
affermò Anna Beneck.
Il team Azzurro aveva quasi scelto il treno come mezzo di trasporto per raggiungere Brema, ma all’ultimo momento riuscì a trovare un volo per Zurigo da Milano Linate, che però a causa di un ritardo, fece perdere alla squadra la coincidenza del volo per Brema da Francoforte per soli 12 minuti, costringendo tutti quanti a prendere quello che sarebbe stato il tragico volo successivo.
Una terribile beffa per Nico Sapio, che partito da Genova per incontrarsi con il gruppo Azzurro proprio a Francoforte, arrivato all’appuntamento in orario avrebbe potuto prendere l’aereo previsto, ma preferì aspettare gli altri per viaggiare insieme a loro.
Le speranze dell’Italia del nuoto si fondavano su quei sette giovani che inseguivano il sogno delle Olimpiadi di Città del Messico 1968 e che con la loro scomparsa, crearono un vuoto umano e sportivo incolmabile.
Atleti, ma anche persone più che normali, ognuna di loro con un lavoro o un percorso di studi da portare avanti parallelamente alla passione per il nuoto, come Bruno Bianchi e Dino Rora ad esempio, dipendenti della fabbrica della Fiat di Torino, o Amedeo Chimisso che faceva il fattorino a Venezia.
Con loro anche il giornalista Nico Sapio, inviato della Rai, 36 anni, specializzato nel commento e nell’analisi delle gare di nuoto.
Insieme a loro la guida tecnica Paolo Costoli, 55 anni, ex grande nuotatore che sostituì Costantino “Bubi” Dennerlein, primo campione italiano assoluto di nuoto della Canottieri Napoli, salvo per miracolo grazie alla moglie incinta ed alle incomprensioni che al tempo emersero con la dirigenza federale.
Tragedia di Brema, il Ricordo a Brema e a Roma
Il 28 gennaio 1966 nel cielo di Brema si infrangevano per crudele destino le vite dei giovani nuotatori italiani Bruno Bianchi, Amedeo Chimisso, Sergio De Gregorio, Carmen Longo, Luciana Massenzi, Chiaffredo Rora, Daniela Samuele, dell’allenatore Paolo Costoli e del telecronista Nico Sapio mentre erano avviati ad una gioiosa competizione di sport.
Il Comitato Olimpico Italiano e la Federazione Italiana Nuoto posero questa stele sul luogo del sacrificio per affidare il ricordo degli scomparsi alla fedele e fraterna amicizia degli sportivi di Germania”.
Recita così un memoriale con due stele situato nei pressi dell’aeroporto di Brema, esattamente nel parco sulla riva sinistra del Weser, per commemorare l’incidente aereo del 1966.
Nello stesso luogo a Brema, nel 2019 è stata inaugurata una seconda lapide, alta circa un metro e ottanta, su cui sono citati i nomi delle 46 vittime.

Gli Azzurri scomparsi nella Tragedia di Brema sono ricordati con una stele anche presso lo Stadio del Nuoto di Roma, inaugurata in diretta televisiva il 28 luglio 2009, che sostituì la lapide di cristallo che fu inaugurata durante il Trofeo Sette Colli nel giugno 1966 e danneggiata in seguito da alcuni vandali.
Gli Angeli di Brema sono inoltre ricordati nel Tempio Sacrario degli Sport Acquatici e Nautici eretto sulla via che porta a Brunate, elevato a cento metri da Como, in zona panoramica.
Tragedia di Brema, sette piscine portano il nome di uno degli Angeli di Brema:
- Genova, impianto sportivo della Sciorba dove è dedicata una sala a Nico Sapio
- Firenze, Piscina Paolo Costoli
- Trieste, Centro Federale Bruno Bianchi
- Torino, Piscina Usmiani (Dino Rora)
- Milano, Piscina Daniela Samuele
- Venezia, Piscina Amedeo Chimisso
- Bologna, Piscina Carmen Longo
- Roma, Foro Italico (Sergio De Gregorio e Luciana Massenzi)
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