La decisione dopo il pressing del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite che chiede l’inclusione di atleti russi e bielorussi, la decisione dovrebbe arrivare dopo il Meeting di Losanna, fissato dal 28 al 30 marzo
Gli atleti russi e bielorussi sono stati banditi dalle competizioni internazionali da quando è iniziata l’invasione della Russia in Ucraina supportata dalla Bielorussia.
Solo poche ore dopo l’inizio dell’invasione, il CIO è stata una delle prime organizzazioni internazionali a condannare fermamente questo atto di guerra.
L’invasione della Russia in Ucraina con il sostegno della Bielorussia ha segnato un anno lo scorso 24 febbraio e tutt’oggi, così come all’inizio della guerra, il CIO ribadisce la sua condanna della guerra in Ucraina, che è una palese violazione della tregua olimpica in vigore all’epoca e della Carta olimpica.
Per questo motivo il CIO ha sanzionato gli stati ei governi russo e bielorusso, unici responsabili di questa guerra, in un modo senza precedenti:
- nessun evento sportivo internazionale organizzato in Russia e Bielorussia;
- nessuna bandiera, inno o altro simbolo nazionale esposto;
- nessun funzionario governativo o statale accreditato per eventi sportivi internazionali
Queste sanzioni sono state istituite nel febbraio 2022 e sono state poi rafforzate ulteriormente e confermate dal recente vertice olimpico del 9 dicembre 2022.
Inoltre, ad oggi il CIO ha sostenuto circa 3mila atleti ucraini affinché potessero continuare a praticare sport.
Questo supporto è stato recentemente rafforzato, al fine di avere una forte squadra del NOC dell’Ucraina ai Giochi Olimpici di Parigi 2024 e ai Giochi Olimpici Invernali di Milano Cortina 2026.
NOC, IF e organizzatori di eventi sportivi sono inoltre incoraggiati a intraprendere tutti gli sforzi possibili a facilitare la formazione, la preparazione e la partecipazione degli atleti ucraini a eventi sportivi internazionali.
Inclusione di atleti russi e bielorussi alle Olimpiadi di Parigi 2024, sul CIO il pressing del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite
Dopo il vertice olimpico dello scorso 9 dicembre, gli inviti di consultazione con le parti interessate del movimento olimpico nel gennaio 2023 e la dichiarazione del comitato esecutivo del CIO su “Solidarietà con l’Ucraina, sanzioni contro Russia e Bielorussia e lo stato di atleti di questi paesi”, sono stati posti dei quesiti in riesame della situazione.

Perché il CIO non può semplicemente bandire gli atleti russi e bielorussi fino a nuovo avviso e prende invece in considerazione la possibilità di modificare le sue decisioni?
Il 1° febbraio 2023, due Relatori Speciali del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite (il Relatore Speciale nel campo dei diritti culturali e il Relatore Speciale sulle forme contemporanee di razzismo, discriminazione razziale, xenofobia e intolleranza correlata) hanno rilasciato un comunicato stampa, affermando:
Gli esperti delle Nazioni Unite hanno elogiato il Comitato Olimpico Internazionale per aver preso in considerazione l’idea di consentire a singoli atleti russi e bielorussi di prendere parte a competizioni sportive internazionali come atleti neutrali.
Esortiamo il CIO ad adottare una decisione in quella direzione e ad andare oltre, garantendo la non discriminazione di qualsiasi atleta sulla base della sua nazionalità.
Comprendiamo il desiderio di sostenere gli atleti ucraini e la comunità olimpica ucraina, che soffre terribilmente a causa della guerra, insieme a tutti gli altri ucraini, ma il Comitato Olimpico e più in generale la comunità olimpica hanno anche l’obbligo imperativo di rispettare la Carta Olimpica e, più in generale, le norme internazionali sui diritti umani che vietano la discriminazione.
Quando gli Stati ignorano in modo così flagrante i diritti umani, abbiamo un obbligo maggiore di sostenere i nostri valori comuni’”
Il presidente ucraino Zelensky e il NOC ucraino stanno già criticando il CIO solo per aver preso in considerazione di valutare la situazione e chiedono che nessun atleta russo o bielorusso possa competere ai Giochi di Parigi 2024, minacciando di boicottare i Giochi se ciò avvenisse.
Il CIO si definisce estremamente dispiaciuto della reazione dell’Ucraina e della minaccia di un boicottaggio, soprattutto perché prematura.
Minacciare il boicottaggio dei Giochi Olimpici va contro i fondamenti del Movimento Olimpico, i principi che rappresenta ed è una violazione della Carta Olimpica.
Come la storia ha dimostrato, i precedenti boicottaggi non hanno raggiunto i loro fini politici e sono serviti solo a punire gli atleti dei Paesi boicottanti.
Non spetta ai governi decidere chi può partecipare alle competizioni sportive perché sarebbe la fine delle competizioni sportive internazionali, dei Campionati Mondiali e dei Giochi Olimpici così come li conosciamo – affermano dal Comitato Internazionale Olimpico – Stiamo prendendo in considerazione tutte le opzioni e stiamo cercando di trovare una soluzione che renda giustizia alla missione dello sport, che è unificare, non contribuire a ulteriori scontri o ulteriori escalation”
Portare avanti la sua missione di unire il mondo nelle competizioni sportive e seguire la Carta Olimpica, non rende il CIO complice della Russia – prosegue il CIO – È possibile essere solidali con l’Ucraina e la comunità olimpica ucraina senza accettare tutto ciò che chiedono”
Alcuni atleti ucraini sostengono che non è giusto che gli atleti russi e bielorussi tornino alle competizioni in questo momento.
Abbiamo sempre avuto un’ottima intesa con gli atleti ucraini, perché sanno quanto condividiamo il loro dolore e la loro sofferenza umana e riconoscono tutti gli sforzi che stiamo facendo per aiutarli – affermano dal CIO – Naturalmente abbiamo anche discusso della missione del Movimento Olimpico, dello sport internazionale, di riunire il mondo intero, come stiamo facendo con gli atleti colpiti da tutte le altre guerre che purtroppo sono in corso oggi nel mondo.
Questa è una discussione leale e ogni atleta ucraino può essere certo che siamo in piena solidarietà con loro e che tutti i loro commenti saranno presi in seria considerazione”
Esclusione atleti russi e bielorussi, i precedenti analoghi
L’esclusione di atleti russi e bielorussi non è qualcosa di completamente nuovo: c’è un precedente storico, che vide l’esclusione del Sudafrica, ma in quell’occasione fu una decisione conseguenza dell’apartheid, che era praticato anche nello sport sudafricano, e delle decisioni delle Nazioni Unite.
Un’esclusione di atleti si verificò inoltre con l’ex Jugoslavia, a cui fu impedita la partecipazione ai Giochi Olimpici di Barcellona 1992.
Le sanzioni delle Nazioni Unite invitarono tutti gli Stati membri a prendere le misure necessarie per impedire la partecipazione a eventi sportivi sul loro territorio di persone o gruppi che rappresentavano la Repubblica Federale di Jugoslavia.
Tuttavia, in quell’occasione fu comunque consentita, in accordo con le Nazioni Unite, la partecipazione di “atleti indipendenti” ai Giochi Olimpici di Barcellona 1992.
Ed è probabile che sarà la stessa cosa che si verificherà anche con gli atleti russi e bielorussi per i Giochi di Parigi 2024.
L’esclusione di alcuni Paesi fu adottata anche dopo la prima e la seconda guerra mondiale, ma al tempo le regole erano diverse ed era il Comitato Organizzatore che invitava le nazioni e non il CIO.
Esclusione atleti russi e bielorussi, funzionari Ucraini accusano il CIO di favorire la guerra e la Russia
Il CIO respinge con la massima fermezza dichiarazioni diffamatorie fatte da parte di alcuni funzionari ucraini che accusano il CIO di essere un “promotore di guerra, omicidio e distruzione”, definendole totalmente inaccettabili e inutili ai fini di una discussione costruttiva.
I Giochi Olimpici non possono impedire guerre e conflitti. Né possono affrontare tutte le sfide politiche e sociali del nostro mondo – dichiarano dal CIO – Questo è il regno della politica. Ma i Giochi Olimpici possono rappresentare un esempio per un mondo in cui tutti rispettano le stesse regole e rispettano l’un l’altro. Possono ispirarci a risolvere i problemi costruendo ponti, portando a una migliore comprensione tra le persone. Possono aprire la porta al dialogo e alla costruzione della pace”

Intanto però, il Parlamento Europeo ha condannato un eventuale decisione del CIO di consentire agli atleti russi e bielorussi di competere nelle qualificazioni per i Giochi Olimpici di Parigi 2024 sotto una bandiera neutrale.
Gli atleti russi e bielorussi, per essere considerati neutrali, dovrebbero rispettare rigide condizioni stabilite dal CIO, inclusa l’assenza di identificazione con il loro paese e NOC e ovviamente il pieno rispetto delle norme antidoping.
E se alcuni atleti russi o di qualsiasi altra nazione esprimessero le loro opinioni sul campo di gioco?
La Regola 50.2 della Carta Olimpica e le sue Linee Guida, che si applicano a tutti i partecipanti ai Giochi Olimpici, prevede che gli atleti non possono schierarsi o esprimersi in alcun modo nei seguenti casi:
- Durante le cerimonie ufficiali (comprese le cerimonie per le medaglie olimpiche, le cerimonie di apertura e chiusura)
- Durante la competizione sul campo di gioco
- Nel Villaggio Olimpico
Se atleti russi o di qualsiasi altra nazione esprimessero sostegno all’invasione russa prima o durante i Giochi Olimpici, verrebbero automaticamente esclusi dai Giochi stessi.
Apertura ad atleti russi e bielorussi, meeting del CIO a Losanna dal 28 al 30 marzo
Il CIO ha indetto un meeting dal 28 al 30 marzo a Losanna, in cui discutere dell’inclusione di atleti russi e bielorussi.
Nel primo giorno, l’EB del CIO discuterà le conclusioni ed esaminerà il feedback di una serie di punti di domanda e confronti tenuti con i membri del CIO, i Comitati Olimpici Nazionali (NOC), le Federazioni Internazionali (IF) e i rappresentanti degli atleti sul tema della solidarietà con l’Ucraina, sulle sanzioni contro Russia e Bielorussia e sullo status degli atleti di questi paesi.
Nei giorni successivi, l’EB del CIO riceverà aggiornamenti sulle attività del Movimento Olimpico, delle commissioni e dell’amministrazione del CIO, nonché le relazioni dei Comitati Organizzatori delle prossime edizioni dei Giochi Olimpici.
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