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foto: Augusto Bizzi / FINP

Riccardo Vernole Best Coach Award, “Il premio è di tutti, ma dobbiamo abbattere ancora barriere nella società”

Il DT della nazionale di Nuoto paralimpico miglior allenatore al mondo tra tutti gli sport paralimpici, “Abbiamo ancora tanto lavoro, bisogna educare e informare le persone al mondo della disabilità, non deve esserci timore di lavorare con atleti disabili e in ogni città si dovrebbe fare nuoto paralimpico”

Riccardo Vernole ha vinto il Best Coach Award, il premio di allenatore dell’anno istituito per la prima volta da Para Sport.

Il Best Coach Award, premio che osserva l’ultimo biennio sportivo, conferma, una volta di più, Ricardo Vernole come l’allenatore di maggior successo nella storia del nuoto paralimpico italiano.

L’Italia del nuoto ha primeggiato nel medagliere mondiale per il terzo anno consecutivo vincendo i Mondiali di Manchester disputati la scorsa estate.

Oltre a coordinare l’attività della nazionale italiana di nuoto, è abituato a scendere in campo in prima persona per pescare talenti nascosti e coinvolgerli nel mondo del nuoto paralimpico, un passo che non è ancora scontato da compiere.

Carlotta Gilli ne è un esempio lampante: l’atleta piemontese praticava nuoto ed era tesserata agonista ma in ambito FIN e solo grazie all’interesse di Riccardo Vernole, fu coinvolta nelle competizioni paralimpiche diventandone una delle stelle mondiali di maggior successo e una delle punte della nazionale.

Il Best Coach Award verrà consegnato in occasione del primo Para Sport Awards che si svolgerà domani, 27 settembre, a Manama, in Bahrein, con in palio ben dieci riconoscimenti.

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foto: Pietro Rizzato / FINP
Riccardo Vernole Best Coach Award, “Il premio è di tutti”

Questo è un bel riconoscimento, che sento mio per quanto riguarda la storia di quando ho iniziato, ma è anche di tante persone – commenta Riccardo Vernole raggiunto telefonicamente da S4L – Non è un premio alla mia carriera, ma ai risultati ed è ovvio che i risultati sono arrivati per merito di tante persone: dai colleghi che giorno dopo giorno interagiscono con gli atleti con il cronometro tra le mani, agli atleti stessi”

Riccardo Vernole Best Coach Award, un premio non facile da vincere.

Era difficilissimo che questo premio venisse vinto da un allenatore di nuoto, ma credo anche che non sia un caso – dice Vernole – Abbiamo proposto la prima coppa del mondo in acque libere, siamo una delle poche nazioni competitive dalla classe S1 alla S14, ci coinvolgono nella commissione per i Giochi di Los Angeles e sanno che l’Italia è sempre a disposizione per contribuire, perché abbiamo un sistema che copre a 360 la disabilità. Questo è l’ennesimo riconoscimento all’Italia del nuoto paralimpico, che ai Giochi di Tokyo ha vinto più medaglie di tutti”

Il Best Coach Award è l’ennesimo traguardo, ma Vernole vede ancora tanta strada da fare.

Abbiamo vinto un altro premio, ma abbiamo ancora tanta strada da fare – commenta Vernole – Bisogna educare e informare le persone al mondo della disabilità. C’è ancora timore di lavorare con atleti con disabilità, ma è una cosa che sta cambiando.

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Ci sono sempre più allenatori che si avvicinano al nostro sport, c’è più interesse di società sportive, ma purtroppo vedo che ancora oggi ci sono atleti disabili non tesserati come atleti FINP. Bisogna crederci e fare i percorsi formativi giusti, perché il nostro movimento è talmente positivo, particolare e affascinante che merita più interesse”

Il Best Coach Award apre anche l’ennesima riflessione sul lavoro che bisogna fare partendo dalla società in cui tutti viviamo.

Dovrebbe essere giusto che in ogni città si possa fare nuoto paralimpico – afferma il Direttore Tecnico Azzurro – Quello che otteniamo come risultati non è ancora proporzionale a quello che otteniamo come tesserati. E poi mettere insieme atleti con disabilità è utile anche a loro, a prescindere dai risultati e dal percorso agonistico che faranno, perché questo gli darà una crescita in termini di indipendenza individuale imparando e facendo esperienza dai veterani”

Il Best Coach Award arriva dopo tre Mondiali vinti

Londra 2019, Funchal 2022 e Manchester 2023, tre mondiali vinti dall’Italia del nuoto paralimpico, un risultato straordinario e che ha sicuramente fatto tanto rumore, ma che per Vernole rappresenta soltanto un altro punto di partenza.

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foto: Pietro Rizzato / FINP

Mi piacerebbe vedere il nuoto paralimpico sempre più coinvolto nelle competizioni di nuoto olimpico con eventi competitivi open – ha affermato Riccardo Vernole – Sarebbe un ulteriore passo in avanti verso il futuro”

Intanto bisogna pensare a Parigi 2024, cosa prevede il programma della stagione?

Proprio mentre mi hai chiamato stavo lavorando su questo argomento. L’idea è sempre di lavorare molto con i giovani, perché Parigi è vicina, ma è vicina anche Los Angeles. Stiamo cercando di far capire ad allenatori, atleti e famiglie che è importante allenarsi con una certa continuità e impegno.

Stiamo cercando di stimolarli e fargli capire che con l’impegno giusto possono aumentare le ambizioni di tutti. Poi c’è la parte della nazionale A, per la quale faremo sicuramente due grossi collegiali, uno a gennaio e uno a luglio probabilmente.

E poi ci sono almeno un po’ di atleti da recuperare: da Beggiato a Terzi, Morelli, Trimi, sono bocche di fuoco che vogliamo riavere. Il problema è che nel paralimpico quello che fai bene oggi non è detto che possa fare bene anche domani.

Bisogna trovare sempre un equilibrio tra la preparazione e la disabilità. Ad oggi abbiamo otto maschi e sei femmine qualificati per Parigi 2024, ma vogliamo aggiungere quante più slots possibili. Oltre gli atleti abbiamo anche Rocchi, che sarà il primo giudice arbitro italiano che farà una Paralimpiade e anche questo è un traguardo prestigioso”

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Paco Clienti

Responsabile Redazione Swim4Life Magazine