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Doping e Antidoping, una realtà sulla quale porsi qualche domanda.

La lotta al doping si analizzerà il 2 dicembre in un convegno targato CONI.

L’argomento doping è purtroppo sempre un argomento molto scottante, in ogni epoca e in ogni periodo. Purtroppo non mancano mai le sorprese negative con i grandi campioni che risultano positivi ai test. Dal caso di Alex Schwazer, trovato positivo all’EPO a Ben Johnson, positivo agli steroidi, da Marion Jones positiva anche lei all’EPO ad Alberto Contador, positivo al clenbuterolo, fino ad arrivare a Lance Armstrong che trovato positivo all’EPO rilasciò l’agghiacciante affermazione secondo cui “senza doping non si vincono 7 Tour” e “su 200 corridori al Tour ce n’erano 5 puliti”. Ma purtroppo la lista è molto lunga. Nell’ultimo anno sono emersi diversi casi non poco eclatanti, nello specifico nel nuoto quello di Yulia Efimova a livello internazionale e quello di Mattia Aversa in campo italiano, ma la macchia del doping ha sporcato ufficialmente anche il settore Master. Anche se si può pensare e sperare che gli atleti trovati positivi recentemente siano innocenti per varie ragioni, non è ancora ufficiale se i casi di Mauro Rodella, Gaia Naldini e Igor Piovesan siano stati causati da “errori burocratici” degli atleti che sono stati superficiali rispetto all’attuale regolamento antidoping, o se effettivamente abbiano assunto qualche sostanza proibita con scopi illeciti. Sembra assurdo perché parliamo di Master, ma la realtà è questa e non solo nel Nuoto. Nell’Atletica Leggera Master ad esempio la lista è ben più lunga, con le recenti positività di Giuseppe Baldelli, Umberto Macale, Paolo Cannas e Maria Sgromo che si sono aggiunti al già corposo elenco di questi ultimi mesi, situazione particolare che nel settore stanno chiamando “L’inverno dell’antidoping”.

Doping ovunque, addirittura nei minorenni con un atleta tesserato FCI trovato positivo al quale il TNA ha inflitto una nota di biasimo disponendo l’invalidazione dei risultati, oltre a condannare le persone che esercitano la potestà genitoriale al pagamento delle spese del procedimento. Sta facendo molto discutere la presa di posizione della Germania che ha annunciato la nascita del reato di doping, cosa che in Italia già esiste. Con quanto sta emergendo ultimamente, anche relativamente ai casi nel settore Master, c’è da farsi sicuramente qualche domanda. La principale è “perché gli atleti assumono sostanze proibite per andare più forte degli altri, anche se questo equivale a mettere consapevolmente a rischio la propria vita?” Assumendo questa posizione gli atleti contravvengono a due insegnamenti principali che dovrebbero essere impartiti in un certo modo nei primi passi che si compiono quando si inizia a praticare una disciplina sportiva: la lealtà verso gli avversari ed il rispetto della propria salute. Perché si è disposti a rischiare così tanto e ad infangare tali fondamentali principi? Sono le scuole di formazione sportiva ad essere carenti nell’eduzione degli atleti e nell’informazione in materia antidoping o è l’attuale realtà civica che mette gli atleti spalle al muro obbligandoli a vincere a tutti i costi? Sia nel primo che nel secondo caso, diventa importante il carattere e la personalità dell’atleta e quindi le sue capacità a reagire di conseguenza a certe pressioni e non sempre si è capaci di astenersi dal commettere l’errore.
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Sarebbe interessante sapere se si parlerà anche di questo nel convegno di oltre sei ore intitolato “Lotta al Doping: peculiarità normative e strategie di contrasto. Aspetti giuridici ed operativi” che si terrà il 2 dicembre presso il Salone d’Onore del CONI ed al quale interverrà anche il Presidente del CONI, Giovanni Malagò.
Tra gli argomenti che si leggono nel programma del convegno ci sono le nuove strategie nel perseguire il doping analizzando l’azione dell’Ufficio Procura Antidoping, l’attività condotta dai NAS dei Carabinieri, dal Comitato Controlli Antidoping ed il ruolo dell’Istituto Superiore di Sanità nella lotta al doping e nella tutela della salute dei praticanti all’attività sportiva.

Durante la giornata interverranno anche i Presidenti della I e II Sezione del TNA che affronteranno l’argomento “lotta al doping fra informazione, deterrenza e repressione” e presenteranno i rapporti fra gli organi nazionali e giustizia sovranazionale in materia di doping. Si affronterà inoltre l’argomento “Doping e Mass Media” per il quale interverrà il Capo Ufficio Stampa e Comunicazione del CONI, il Presidente della U.S.S.I. ed il Direttore di SKY Sport. Al convengono interverrà anche Massimiliano Rosolino.
Nel 2013 si sono condotte analisi su 6.710 atleti in tutti gli sport olimpici, dei quali 6.276 con analisi delle urine e solo 434 con analisi del sangue. Di tutti i controlli eseguiti, il 20% sono stati fatti con controlli fuori campo e complessivamente sono stati 194 gli atleti risultati positivi ai test, ovvero meno del 3%. Le sostanze proibite più riscontrate sono state gli stimolanti, come ad esempio l’anfetamina, per il 22% e i diuretici e altri agenti coprenti per il 19,5%. Rispetto al 2012, anno in cui i controlli sono stati pressoché gli stessi in termini quantitativi (0,30% in meno), i casi positivi sono risultati 172, ovvero il 13%, un dato che sicuramente non può far pensare che si sta svolgendo un ottimo lavoro per limitare il doping!

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Paco Clienti

Responsabile Redazione Swim4Life Magazine