L’atleta è stato coinvolto in un grave incidente durante una staffetta di handbike. Un uomo senza limiti, dalla passione per i motori, passando alle medaglie paralimpiche e l’impresa dell’Ironman
Quando si parla di sport, tenacia, resistenza, incredibile voglia di non mollare mai è impossibile non pensare ad Alex Zanardi e a tutto ciò che ha fatto nella sua vita.
Nella giornata di venerdì 19 giugno il campione bolognese Alex Zanardi è stato coinvolto in un incidente, durante una staffetta di handbike a Pienza in provincia di Siena, scontrandosi con un autoarticolato che transitava in direzione opposta. L’incidente è avvenuto mentre Zanardi, insieme a una trentina di amici e atleti paralimpici del suo team, stava effettuando una staffetta dedicata alla ripartenza dell’Italia dopo il coronavirus.
Le condizioni del 53enne, ricoverato in terapia intensiva al policlinico Santa Maria alle Scotte di Siena, dove è tenuto in coma farmacologico, risultano gravissime. Dall’ultimo bollettino diffuso dai medici, risulta che lo sportivo è stabile in terapia intensiva e respira grazie alla ventilazione artificiale. Inoltre è stato sottoposto ad un delicato intervento neurochirurgico nella serata di ieri, (durato tre ore) e successivamente trasferito in terapia intensiva, con parametri emodinamici e metabolici stabili, e ad intervento maxillo-facciale per i traumi e le ferite riportate al volto e alla testa.
Al momento non è possibile valutare il suo stato neurologico, in quanto è una cosa che sarà verificata quando e se si sveglierà, e per la quale occorreranno almeno una settimana o dieci giorni.
Il tragico incidente e l’amputazione delle gambe
Un circuito della lunghezza di 2 miglia, parliamo della pista del Lausitzring in Germania, luogo in cui il 15 settembre del 2001 è avvenuto il terribile incidente di Alex Zanardi il cui urto perpendicolare tra la sua e un’altra autovettura, provocò il taglio in della sua Honda, proprio all’altezza delle anche del pilota bolognese. Subito le condizioni apparvero disperate e per limitare l’emorragia si dovette intervenire con la soluzione più drastica e radicale: l’amputazione degli arti inferiori. Se con quest’atto, dettato da “estrema ratio”, si riuscì indubbiamente a salvare la vita del valoroso pilota, le condizioni di Zanardi rimasero gravissime per lungo tempo, complici altre numerose fratture e il perenne rischio di embolia.

Il mondo dei motori
Alessandro Zanardi nasce a Bologna il 23 ottobre 1966 con la passione per i motori, frequentando fin da ragazzino le corse, gareggiando sui kart. La sua bravura emerge, ottenendo nel tempo ottimi risultati come i 3 Campionati Italiani ed il titolo Europeo di kart, che lo portano ad entrare in Formula 3 dove ottiene un secondo posto nel Campionato Europeo. Pur senza possedere grandi possibilità economiche Alex riesce ad entrare in Formula 3000 nel 1990 e in Formula 1 nel 1991.
Dal 1996 passa alla Formula Kart americana dove inizia ad ottenere vittorie su vittorie che lo pongono in cima ai piloti più forti da battere. La vittoria di due Campionati lo portano nel 1999 ad una piccola parentesi di due anni in Formula 1 con il Team Williams. Ritornato nel 2000 alla Formula Kart americana, Zanardi firma con la Reynard Honda, team con il quale correrà fino al giorno del tragico incidente.
Un’incredibile voglia di vivere
Il pilota non senza fatica ma con un carattere di ferro si è ripreso, fino al ritorno che ha commosso il mondo sportivo intero ancor più del dramma vissuto per l’incidente. Alex dimostra sempre tenacia e determinazione, insieme ad una grande umiltà, voglia di vivere e un immenso amore per il suo sport. Alex Zanardi diventa l’eroe, il simbolo di tutte le sfortunate vittime di incidenti che con il suo aiuto trovano gli stimoli per rialzarsi.

Un campione senza limiti
Nel 2012 Alex Zanardi partecipa alle Paralimpiadi di Londra gareggiando ora sulle tre ruote dell’handbike: compie un’impresa straordinaria vincendo la medaglia d’oro e salendo sul gradino più alto del podio, per la prima volta nella sua carriera sportiva. Nel 2014 ha esordito come triatleta in una prova di campionato del mondo dell’Ironman, una delle distanze standard del triathlon, caratterizzata dall’insieme di tre discipline, nuoto (3,86 km), ciclismo (180,260 km) e corsa (42,195 km). In quel frangente Zanardi dichiarò che “Affrontare questa prova per me è più facile rispetto ad una persona normodotata. Sono svantaggiato nel nuoto, ma sono avvantaggiato nella corsa, non dovendo fare un cambiamento di gesto, dal ciclismo alla corsa”.
Nel 2016, poco prima di compiere cinquant’anni, è di nuovo protagonista alle Paralimpiadi. A Rio de Janeiro conquista un oro nella handbike, prova a cronometro categoria H5. Il giorno seguente è argento nella prova in linea della handbike. Poi, di nuovo oro con la squadra azzurra, nella hand bike prova su strada staffetta mista.
All ’Ironman di Cervia del 2019 Zanardi ottenne il Record Mondiale paralimpico, riuscenndo a coprire tutte le distanze in 8h25’3″, totalizzando mezz’ora in meno del primato precedente, che aveva realizzato a Barcellona.
Un campione come pochi, sempre dedito al sacrificio, attaccato alla vita e allo sport, come ha più volte espresso in alcune frasi che l’hanno reso celebre e che hanno spinto in tanti a non arrendersi mai, anche dinanzi alle difficoltà che la vita ha potuto presentare.
“Ci si può drogare di cose buone e una di queste è certamente lo sport. La vita è sempre degna di essere vissuta e lo sport dà possibilità incredibili per migliorare il proprio quotidiano e ritrovare motivazioni. E’ importante lavorare assaporando il gusto di ciò che fai. Il sacrificio passa inosservato se fai le cose con slancio ed entusiasmo. Non volevo dimostrare niente a nessuno, la sfida era solo con me stesso, ma se il mio esempio è servito a dare fiducia a qualcun altro, allora tanto meglio. Non sono un eroe, ma un uomo fortunato con un’incredibile voglia di vivere”
Tutta l’Italia e il mondo dello sport rimangono in apprensione e nella speranza di un nuovo miracolo.
FORZA ALEX!
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