«Non ho nessun rimpianto e se dovessi dire qual è il mio ricordo più bello, forse direi che è il giorno in cui ho deciso di fare nuoto». Gli abbracci, le lacrime e l’emozione di un intero movimento natatorio accompagnano “Re Magno” nella sua ultima uscita in vasca
Il ritiro è uno di quei momenti dello sport che nessuno vorrebbe vivere mai, soprattutto quando a ritirarsi è un grande campione che ha dato tanto non solo in termine di vittorie, ma in prestigio, notorietà a livello mondiale ed esempio. Il ritiro di Filippo Magnini rappresenta la fine di un’era per il nuoto italiano, un’era in cui il nuoto Azzurro può vantare due titoli mondiali consecutivi nei 100 stile libero, quelli vinto da Filo nel 2005 e nel 2007, un risultato difficile anche da emulare.
L’addio, con le lacrime agli occhi, è arrivato pochi istanti dopo la sua ultima gara, quei 200 stile libero che tanto hanno dato al pesarese, nel bene e nel male. Un fuori programma emozionante durante i Campionati Italiani Assoluti Invernali che ha commosso l’intero pubblico di Riccione.
«È difficile per me, voglio ringraziare i miei genitori che mi sono sempre stati vicini in questi 27 anni, la Federazione, la mia Società, il pubblico di Riccione e tutti quelli che mi hanno sostenuto durante la mia carriera. Spero di aver dato qualcosa di importante al nuoto che a me ha dato tanto»
Applausi, lacrime, abbracci. È ciò che merita un campione che ha disputato quattro Olimpiadi e vinto 51 medaglie in campo internazionale, 21 delle quali d’oro. È stato il terzo uomo nella storia del nuoto a riuscire a vincere due titoli mondiali consecutivi nei 100 stile libero ed anche il primo italiano a rompere il muro dei 49 secondi sui 100 stile in vasca lunga facendo suo il Record Italiano della gara regina nel 2003 in cui ha detenuto inoltre il record europeo in vasca corta. Quindici ori europei dalla sua prima presenza in Azzurro, colore che ha vestito per 14 anni di seguito.
È stato punto cardine della 4×200 stile Azzurra per anni, vincendo tra l’altro il bronzo alle Olimpiadi di Atene 2004. Il soprannome di “Re Magno” attribuitogli nel corso degli anni la dice lunga, quel siparietto offerto in occasione della sua vittoria nei 100 stile agli Europei di Budapest 2006 in cui indossò una corona anche. Il suo carisma lo ha portato ad essere Capitano Azzurro ma di Magnini si possono ricordare tante cose, una tra tutte l’emozionante ritorno nell’ultima vasca in cui rimontava gli avversari, marchio di fabbrica della casa Magnini che ricordiamo in particolare nella finale mondiale in cui rimontò prima Ryk Neethling (terzo in 48″34), poi, negli ultimi 10 metri, Roland Schoeman (argento in 48″28), conquistando una storica medaglia d’oro per l’Italia con 48″12: seconda miglior prestazione di tutti i tempi, a soli 28 centesimi dal record di Pieter van den Hoogenband, risultato che lo ha fatto diventare il primo italiano a vincere il titolo mondiale sui 100 stile libero ed è il quarto uomo italiano a vincere un oro mondiale dopo Giorgio Lamberti, Massimiliano Rosolino e Alessio Boggiatto.
Cosa è cambiato dall’inizio della stagione in cui avevi detto di voler fare un altro anno, a oggi in cui hai annunciato il ritiro dalle competizioni?
«Avevo sempre detto dopo i Mondiali che avrei fatto gare fino a dicembre, dopo di che avrei deciso cosa fare. La stagione in vasca corta è sempre più leggera e più serena ed è più facile anche l’allenamento. Sinceramente non era da tanto che ci pensavo, anzi, penso che potevo concorrere per la qualificazione anche agli Europei in vasca lunga per una staffetta, però sinceramente erano un paio di giorni che mi sentivo con lo stato d’animo felice di poter prendere questa decisione e fare questa scelta con serenità. Era diventata pesante la quotidianità, non le gare ma gli allenamenti: fare il professionista alla mia età significa uscire dalla vasca che ti senti malato, anche se ti alleni una sola volta al giorno come ho fatto nell’ultimo periodo per uno come me che dà sempre il 100%. Un ragazzo di vent’anni nuota e poi cazzeggia come giustamente ho fatto anche io all’epoca, mentre oggi per restare a certi livelli ho dovuto continuare ad essere un professionista 24 ore su 24 e sinceramente ero un po’ stanco di continuare a farlo. Ho voglia di fare altro, ho sentito che era arrivato il momento, sono scelto che bisogna fare da soli e infatti non lo sapeva nessuno. Un addio così non lo aveva mai fatto nessuno e penso che lo dovevo al mondo del nuoto che è stato il mondo negli ultimi 27 anni della mia vita»
Perché ti sei portato Luca Dotto sul bordo vasca per fare l’annuncio? È stato per un sostegno morale o hai voluto rappresentare un passaggio di consegne?
«Penso che il passaggio di consegne c’è stato già qualche anno fa. No, Luca è un amico che ha condiviso con me tanto e gli ho chiesto di farmi compagnia perché temevo di piangere durante il discorso. Il suo ruolo era di dirmi qualche cavolata nei momenti difficili e aiutarmi a non commuovermi. Sono andato avanti fino ad oggi grazie a ragazzi come lui che continuavano a dirmi “Capitano non smettere” ma ad un certo punto era una scelta che bisognava fare»
Hai abbracciato Claudio Rossetto sulle tribune. Ti ha detto qualcosa o è bastato un abbraccio?
«È bastato un abbraccio. Lui aveva già capito le mie intenzioni, mi conosce da troppi anni. Oggi mi sono buttato in vasca non pensando alla gara che dovevo fare ma al discorso. Mi ha detto che era giusto prendere questa scelta e devo dire, senza offendere nessun altro allenatore che mi ha allenato, che lui è stato il mio allenatore. Un allenatore storico, quello con cui ho vinto di più e se qualcuno mi chiede chi è Filippo Magnini nel nuoto, io gli rispondo che è Claudio Rossetto»
Cosa ti ha detto la tua famiglia e tuo papà in particolare che è sempre molto carismatico e dice sempre ciò che pensa?
«Mio papà era sulle tribune per l’ennesima volta a guardare le mie gare. Ho visto piangere mio papà solo due volte e questa è stata una delle due volte»
Il ricordo più bello di questi 27 anni di nuoto?
«Difficile individuarne uno – si sofferma a riflettere Filippo con gli occhi rossi colmi di lacrime – Ci sono tante cose che ho vissuto, belle o brutte, faticose o meno, le vittorie, le sconfitte. È stata una carriera importante e penso che tutto il percorso che ho fatto è un ricordo bello per me, perché se sono l’uomo che sono oggi e che tutti conoscono, attaccato ai valori, è grazie al nuoto. Non ho nessun rimpianto e se dovessi dire qual è il mio ricordo più bello, forse direi che è legato al giorno in cui ho deciso di fare nuoto»
Che farai domani?
«Domani rimpiangerò il fatto di aver smesso di nuotare»
Un abbraccio a fine intervista e poi lode a te Re Magno, grazie per tutto quello che hai regalato al mondo del nuoto!
Clicca qui per l’album foto che ritrae l’annuncio dell’addio al nuoto di Filippo Magnini
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