Nuoto, Stefania Pirozzi riparte da Roma e Trieste tra sogni e sacrifici

“Ho voluto laurearmi a tutti i costi, perchè gli studi sono importanti anche se sei un atleta della nazionale. Adesso inseguo gli Europei e sogno di diventare portabandiera alle Universiadi di Napoli”

Non è mai facile gestire un cambiamento nella vita ma nonostante i tanti cambiamenti affrontati, Stefania Pirozzi è sempre stata capace di trovare quel quid in più che le permettesse di prendere le misure e adeguarsi per potersi esprimere sempre al meglio.
Lo ha fatto nel 2016, quando ha completato la stagione spostandosi dal Centro Federale di Ostia al Circolo Canottieri di Napoli riuscendo ad arrivare ugualmente alle Olimpiadi di Rio e lo ha fatto nell’anno seguente quando si è spostata a Livorno, dove ha costruito la preparazione per i Mondiali di Budapest in cui ha nuotato la semifinale dei 200 delfino tornando sotto i 2’09”.

A 24 anni la sannita lo ha fatto ancora, cambiando per spostarsi a Roma, dove sta vivendo una nuova esperienza che l’ha portata già a disputare un ottimo Campionato Italiano invernale in cui ha segnato il personale nei 200 stile e un bell’Europeo in vasca corta in cui ha centrato la finale dei 200 farfalla, nonostante abbia iniziato ad allenarsi tardi per dare spazio agli studi, conseguendo la Laurea lo scorso 20 ottobre.

«In passato ho fatto delle scelte, studiando al Liceo Psico Pedagogico anziché al Liceo Classico che mi affascinava, ma poi ho continuato gli studi all’Università laureandomi come Operatore Giuridico di Impresa con indirizzo Management dello Sport e quindi ho comunque raggiunto il traguardo che mi ero prefissata alla base, affinché in futuro potessi rimanere in ambito sportivo anche per quanto riguarda il lavoro – racconta Stefania – Sinceramente non era sicura di voler proseguire gli studi, ma poi ho maturato la decisione che quel percorso andava fatto, perché gli studi sono importanti per costruire un solido futuro, anche se sei un atleta della nazionale e allora in meno di tre anni ho conseguito la Laurea. Per raggiungere questo traguardo ho dovuto fare molti sacrifici, soprattutto nell’ultimo anno in cui ero a Livorno: per fare alcuni esami ho dovuto viaggiare parecchio, saltare degli allenamenti e la sessione invernale, ma sono arrivata al Mondiale di Budapest dando esami importanti come Diritto Commerciale e posso dire che ne è valsa la pena»

Possiamo dire dunque che il 2017 sia stato un anno tutto sommato positivo, in cui hai maturato inoltre un’altra esperienza con gli allenamenti seguiti a Livorno. Cosa ti ha dato la gestione Franceschi?
«Sicuramente ho continuato a lavorare molto per migliorare le mie capacità aerobiche e l’ho fatto mettendo tanto lavoro in cascina. Inoltre stando molto lontana da casa, ho avuto la possibilità di maturare anche come persona oltre che come atleta. Mi sono allenata bene e posso dire che dopo un anno e mezzo dalla mononucleosi, sono riuscita a ritornare sui miei livelli e ritrovare fiducia su me stessa. Ho fatto molte gare, anche vicine l’una alle altre, per liberarmi psicologicamente e senza ricercare necessariamente un determinato risultato, ma piuttosto certe sensazioni»

Che tipo di scelta è stata successivamente quella di andare ad allenarti a Roma?
«Sono partita dall’esigenza di volermi avvicinare alla mia famiglia, anche se poi i miei genitori si sono dovuti trasferire a Trieste, quindi in questo sono stata un po’ sfortunata. Oltre quest’aspetto, sentivo comunque la necessità di vivere in una città che mi desse qualcosa in più in ambito sociale extra nuoto. Anche se poi sono riuscita a trovare dei punti di appoggio che mi hanno aiutato, Livorno non mi dava quello che cercavo, a differenza di Roma, città in cui conosco molte più persone e in cui ho una vita sociale al di fuori della piscina molto più viva»

Invece sotto l’aspetto prettamente tecnico, cosa ti ha convinto che Roma potesse essere la scelta giusta?
«Non è stata una scelta molto facile, anche perché ho iniziato la stagione molto tardi e facendo certe considerazioni, ho pensato di andare alla ricerca di un gruppo che non fosse troppo vasto e in cui avevo certezza di poter ricevere attenzioni dall’allenatore. Sono un atleta che ha bisogno di essere seguita, mi piace ogni tanto ricevere attenzioni, anche se sono eventualmente capace di gestirmi da sola. Questo è il motivo che mi ha allontanata da Ostia, dove comunque ho fatto il salto di qualità e mi sono trovata bene, ma dove ho avuto la sfortuna, detto tra virgolette, di allenarmi con due cavalli di razza nell’anno olimpico e mi rendo conto che qualsiasi allenatore si sarebbe concentrato su di loro anziché su altri»

Cosa hai trovato fino ad oggi e cosa pensi di poter ottenere nell’immediato da questa esperienza?
«Adesso mi sto dividendo tra Roma e Trieste, molto di più la seconda in questo periodo in cui ho necessità di stare vicina alla mia famiglia, rinunciando anche all’allenamento in altura di gennaio. La mia stagione è iniziata con il progetto di prepararmi al meglio nei 400 misti, 200 delfino e 200 stile in funzione staffetta, ma purtroppo sono inciampata in un infortunio dovuto ad uno strappo con versamento all’adduttore. Sto facendo delle terapie e nei 400 misti disputati al Trofeo del Titano di San Marino non ho avvertito fastidi, anche se sono stata molto rigida nella gambata, soprattutto a rana, avendo paura di spingere. Riproverò la gara al Trofeo Città di Milano e da lì valuteremo se continuare sulla strada intrapresa a inizio stagione o concentrarmi esclusivamente nei 200 delfino e 200 stile per arrivare agli Assoluti preparata in queste due specialità.

Quindi oggi quali possono essere gli obiettivi?
«Spero di arrivare a Riccione nelle migliori condizioni e con le capacità di ottenere il pass per Glasgow, anche perché l’infortunio non è gravissimo e il versamento pare si sia ridotto»

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Dove ti stai appoggiando temporaneamente a Trieste?
«Grazie alla Pallanuoto Trieste e al Direttore dell’impianto sportivo Franco Del Campo ho ricevuto la massima accoglienza e disponibilità per allenarmi temporaneamente presso il Centro Federale Bianchi, durante questo periodo difficile per me e la mia famiglia che sta attraversando una fase problematica. Ricevo gli allenamenti da Roma e mi gestisco grazie al prezioso supporto della società triestina»

Recentemente hai detto che il nuoto è uno sport bello ma talvolta anche alienante e noioso, soprattutto nei momenti difficili in cui diventa complicato gestire le emozioni e gli stati d’animo. Quanto è stato importante, considerando questa tua riflessione, trovare l’amicizia con Alex Di Giorgio?
«Il nuoto è uno sport molto stressante e quando hai qualche problema serio che ti occupa la mente tutti i giorni, diventa angosciante allenarsi. Con Alex è nata una bellissima amicizia che va oltre la piscina e lui rappresenta sicuramente un punto d’appoggio per me, un confidente e consigliere, così come io lo sono per lui»

Se ti dico Universiadi Napoli 2019, cosa ti viene in mente e cosa mi rispondi?
«Ci credo molto in questo appuntamento che ho avuto la possibilità di vivere nell’edizione 2015 che però non mi è rimasta nel cuore, ragion per cui ho evitato l’edizione del 2017. Mi piacerebbe però affrontarle nuovamente con uno spirito diverso, magari facendo da portabandiera, in quella che mi sento di definire la mia città, per cui sarà per me un obiettivo grande nella prossima stagione»

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Paco Clienti

Responsabile Redazione Swim4Life Magazine