Nuoto, Federico Bocchia sullo stop alle gare e Coronavirus, situazione gestita male

“Era doveroso fermarsi ma non è stato fatto abbastanza per società sportive e lavoratori: molte piscine avranno difficoltà a ripartire e molti collaboratori non arriveranno a fine mese o perderanno il lavoro”

Coronavirus, emergenza sanitaria, chiusura impianti sportivi, stop alle gare e agli allenamenti, profonda crisi economica. La scaletta è stata breve nei suoi passaggi ma intensa e importante con i suoi effetti che si sono ripercossi sul nuoto nell’ultimo mese e mezzo, in cui si sono registrati oltre 147mila contagiati e più di 18mila morti soltanto in Italia.

Il mondo dello sport è tra i settori che ci hanno rimesso di più, soprattutto se si pensa al nuoto in particolare: da una parte le piscine, che già prima non navigavano nell’oro, costrette a una lunga chiusura pur dovendo continuare a sostenere le spese dei consumi energetici, perché gli impianti di sanificazione e ricircolo dell’acqua non si fermano, e pur dovendo pagare gli affitti delle strutture; dall’altra i lavoratori, collaboratori sportivi per il Decreto Cura Italia, costretti a restare a casa senza cassa integrazione, senza il famigerato bonus di 600 euro che alla fine è andato soltanto a chi non lavora con continuità ma solo in alcuni periodi della stagione magari per pagarsi gli studi universitari, e quindi senza stipendio.

Ma oltre alle società sportive e ai lavoratori, in serie difficoltà sono finiti anche gli atleti, molti dei quali hanno perso quei pochi introiti che riuscivano a guadagnare con gli sponsor, oltre a non potersi allenare perdendo il lavoro svolto nei mesi precedenti.

Federico Bocchia è uno di quegli atleti, che pur avendo preso coscienza della gravità della situazione, ha dovuto fare i conti con ciò che ha perso e a cui ha dovuto rinunciare.

“Vista l’emergenza, è stato un bene fermare tutto e rimandare le Olimpiadi, anche perché con lo stop agli allenamenti sarebbe stata dura affrontare un evento così importante – racconta il parmigiano raggiunto telefonicamente da Swim4Life Magazine – Purtroppo in questa stagione è successa una cosa senza precedenti e dobbiamo prenderne atto, aspettare che passi e poi ripartire ancora più forte di quando ci siamo fermati”

Come stai vivendo la quarantena e la lontananza dalla piscina che si può definire come il tuo ambiente naturale?
“Non ti nego che è stato un duro colpo apprendere dello stop alle gare una settimana prima dei Campionati Italiani Assoluti di Riccione per i quali mi ero preparato davvero molto bene. Non è stato facile lavorare per una preparazione così importante per tre mesi e poi buttare via tutto, ma vista l’emergenza era doveroso. Per quanto riguarda la quarantena, non ti nascondo che la prima settimana è stata durissima, mi sentivo uno squalo in gabbia e non riuscivo a capacitarmi, visto che sono abituato a fare sempre qualcosa. Dopo mi sono abituato come per tutte le cose e ho trovato il mio equilibrio e costruito una mia routine quotidiana: al mattino mi sveglio, faccio colazione, un paio di ore di esercizi a corpo libero, che non saranno mai performanti come un allenamento in piscina o in palestra ma almeno non resto fermo, e poi il pomeriggio lo dedico a video chiamate con amici, serie TV, film e così passano le giornate”

Quanto ti manca il nuoto in questa pausa lunga e forzata?
“Sicuramente non vedo l’ora di tornare in piscina, perché come ho dimostrato in tutti questi anni, purtroppo o per fortuna non riesco a farne a meno. La piscina è il mio habitat naturale, anche se sono un nuotatore atipico perché puramente velocista e non nuoto tanti chilometri in allenamento. Non c’è altra cosa al mondo che riesce ad eguagliare l’adrenalina e le emozioni che mi fa provare questo sport”

Con la pausa forzata e il rinvio di tutte le competizioni e considerando anche la tua età, senti di aver perso delle opportunità quest’anno?
“Penso di aver perso tempo. Quest’anno è stato buttato per metà, perché fortunatamente sono riuscito a portare a casa il massimo risultato possibile nella stagione invernale vincendo la medaglia di bronzo con la staffetta all’Europeo in vasca corta. Sicuramente la restante parte della stagione è andata, ma non ho perso niente, ho soltanto rimandato il mio grande sogno di un anno. Ho ancora tempo e fin quando il mio fisico mi sostiene, mentalmente sono ancora molto carico e affamato”

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Quali sono in questo momento le tue prospettive una volta che riprenderanno allenamenti e gare?
“Questa stagione per me è chiusa, ma sto prendendo questo stop così lungo come una vacanza forzata e quando si ripartirà dovrò sicuramente partire da zero, per cui non mi fermerò fino al prossimo anno per gettare le basi per preparare la prossima stagione invernale in vasca corta. Appuntamenti imminenti non ne ho, obiettivi nel breve periodo nemmeno, a parte quello di ripartire al più presto e ritrovare la forma fisica che con questa sedentarietà è andata perduta, per costruire nel miglior modo possibile la prossima stagione che a questo punto diventa determinante e la più importante della mia carriera”

Cosa pensi invece delle difficoltà che stanno vivendo in questo momento le piscine e i collaboratori sportivi?
“Penso sinceramente che non sia stato fatto abbastanza e che la situazione sia stata gestita piuttosto male. Mi dispiace molto perché penso che sarà difficilissimo ripartire per moltissimi impianti, molte persone perderanno il lavoro e molte famiglie faranno fatica ad arrivare a fine mese. La crisi economica che consegue da questa emergenza sanitaria è devastante e anche io nel mio piccolo non ti nego che ho avuto delle perdite economiche importanti e non essendo in un gruppo sportivo, per la mia carriera e tenore di vita fanno la differenza. È un periodo veramente difficile, dobbiamo essere forti, tenere duro e sperare di riuscire a ripartire al meglio”

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Paco Clienti

Responsabile Redazione Swim4Life Magazine