Covid-19, DPCM 16 gennaio, piscine e palestre chiuse fino al 5 marzo

Arriva l’ufficialità dal Ministro Speranza che piega le gambe ai Centri Sportivi, scenario tragico per il mondo dello sport

Il Covid-19 avanza, soprattutto in altri paesi europei con Germania, Spagna e Gran Bretagna in netta difficoltà, non lasciando spazio a tregue alle restrizioni che in Italia si rinnovano e si fanno più aspre con il nuovo decreto varato ieri sera che si aggiungerà al nuovo DPCM che verrà ufficializzato il 16 gennaio: chiusura per piscine e palestre come avevamo preannunciato nel nostro precedente articolo, oltre alla chiusura di cinema e impianti da sci.

Con il nuovo decreto legge arriva anche la zona bianca in cui si collocheranno le Regioni con uno scenario di tipo 1, corrispondente ad un livello di rischio basso e una incidenza dei contagi, per tre settimane consecutive, inferiore a 50 casi ogni 100.000 abitanti. In zona bianca non si applicheranno le misure restrittive previste per le altre zone, ma le attività si svolgeranno comunque nel rispetto di determinati protocolli da definire, ma alcuni obblighi rimarranno validi sempre, come l’uso delle mascherine all’aperto e nei luoghi chiusi e il distanziamento sociale, ma potrebbe esserci possibilità di riaprire piscine e palestre.

Nelle altre zone invece, piscine, palestre, centri natatori, centri benessere e centri termali rimarranno chiusi, fatta eccezione per l’erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza per le attività riabilitative o terapeutiche e per gli allenamenti degli atleti, professionisti e non professionisti, che devono partecipare a competizioni ed eventi riconosciuti di rilevanza nazionale.

Nelle regioni in zona gialla, sarà consentito recarsi presso centri e circoli sportivi, pubblici e privati per svolgere attività sportiva di base purchè esclusivamente all’aperto, nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento, in conformità con le linee guida emanate, così come potrà avvenire nelle regioni in zona arancione, ma senza spostarsi dal proprio Comune, o in alternativa, solo in assenza di tali strutture all’interno del proprio Comune, sarà possibile spostarsi in quelli limitrofi.

Cambiano anche i criteri di assegnazioni colori alle regioni, con le soglie di accesso RT che scenderanno a 1 per zona arancione e a 1,25 per zona rossa, ma basterà un rischio alto sulla base dei 21 criteri per andare in zona arancione.

Tutte le restrizioni del nuovo decreto, in discussione nel Consiglio dei Ministri questa sera, saranno in vigore dal 16 gennaio al 5 marzo, escluso il limite di spostamento fra le regioni che per ora è confermato fino al 15 febbraio. In base ai dati del monitoraggio dell’indice di contagio aggiornato che verrà pubblicato venerdì, il ministero della Salute stabilirà inoltre i colori delle regioni.

Infine lo stato di emergenza sarà prorogato al 30 aprile e ciò significa che il Governo avrà la possibilità di agire con urgenza e con poteri straordinari in risposta alla pandemia.

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Paco Clienti

Responsabile Redazione Swim4Life Magazine