Piscine e Palestre chiuse anche dopo il 5 marzo, Draghi invitato alla prudenza dal CTS

Con il dopo Conte la musica non cambia, i centri sportivi potrebbero restare ancora chiusi in vista del picco della variante inglese del Covid

Cambia il Presidente del Consiglio ma non cambia la musica per gli sportivi. Da Conte a Draghi, con un Ministero dello Sport non ancora rappresentato da nessuno, il Comitato Tecnico Scientifico spegne le speranze di appassionati e amatori, invitando il premier alla prudenza sulle riaperture di piscine e palestre, chiuse ormai da quattro mesi, poiché all’orizzonte c’è la variante inglese che pare sia stata battezzata predominante a marzo.

“Non abbiamo parlato di riaperture, se ne parlerà in un’altra occasione – ha dichiarato il coordinatore del CTS Agostino Miozzo – Venerdì ci sarà una nuova fotografia della situazione e poi vedremo. Abbiamo rappresentato al presidente Draghi i dati e i numeri. Dal punto di vista scientifico noi siamo prudenti, ma non abbiamo descritto una situazione di catastrofe imminente”

Quello stesso Miozzo che soltanto un mese fa aveva dichiarato che vivremo un’estate normale e che la pandemia stava andando a sfoltirsi. Tanta confusione e tanta incertezza che demoralizzano ancor di più gestori di impianti sportivi e associazioni e società sportive ormai allo sbando.

Proprio stasera a Palazzo Chigi a Roma è in corso l’ennesima riunione sulla pandemia in atto, con il premier Mario Draghi e i vertici del Comitato Tecnico Scientifico insieme al presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro, il presidente del Css, Franco Locatelli e diversi ministri, tra i quali il responsabile della Salute Roberto Speranza, la responsabile degli Affari regionali Maria Stella Gelmini e il titolare dell’Economia Daniele Franco, ma anche i ministri capo delegazione dei partiti di maggioranza Dario Franceschini (Pd), Giancarlo Giorgetti (Lega), Stefano Patuanelli (M5S), Elena Bonetti (Iv).

Si tema una nuova ondata causata dalla variante inglese e si ritiene che siano troppi i rischi di aumentare i contagi con la riapertura di piscine e palestre, ma anche di impianti da sci, cinema e teatri. Con oltre il 30% dei contagi Covid in Italia dovuto alla variante inglese, si va dunque verso una conferma delle restrizioni in atto anche dopo il 5 marzo, scadenza del DPCM in vigore.

Prudenza in vista di una nuova variante della minaccia Covid, ma prudenza bisogna prestarla anche nei confronti di tante realtà che sono schiacciate dai debiti e in serie difficoltà in mancanza di una riapertura nel breve tempo.

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Paco Clienti

Responsabile Redazione Swim4Life Magazine