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Riapertura Piscine, Paolo Barelli non ci sta, “Il 15 maggio è troppo tardi”

Il presidente della Federnuoto esprime rammarico e sconcerto, “Se dovessero essere consentiti il pubblico negli stadi, gli avventori nei ristoranti, gli alunni nelle scuole e i cittadini al cinema e a teatro con le piscine ancora chiuse, sarebbe un’ingiustizia e si rischierebbe una rivolta”

Il Presidente della Federnuoto Paolo Barelli non ci sta alle date studiate dal Governo per la riapertura delle piscine ed ha espresso rammarico e preoccupazione sull’argomento.

“Aprire le piscine scoperte il 15 maggio? È come dire che ad agosto potete andare al mare a fare il bagno a Ostia – ha dichiarato Paolo Barelli ad Adnkronos – Io sono arrabbiato e molto preoccupato perché si parla di riapertura delle piscine e delle palestre e degli impianti sportivi al coperto solo dal mese di giugno”

Metà maggio è troppo tardi per aprire, tra l’altro soltanto gli impianti scoperti e per di più la maggior parte dei quali non potranno riaprire prima dei mesi più caldi.

Probabilmente soltanto le piscine in Sicilia possono permettersi di tenere le piscine scoperte in funzione quasi tutto l’anno, mentre c’è da riconoscere che in altre zone d’Italia aprire una piscina allo scoperto fin da metà maggio è utopia.

I tempi stringono e si è ripetuto troppe volte che i gestori non riescono più a sostenere la chiusura forzata degli impianti.

Se è vero che la clausura ha slavato parte della popolazione dal Covid, le chiusure troppo prolungate di tante attività stanno ammazzando moltissime famiglie sotto l’aspetto economico.

Se si guarda poi al di fuori delle realtà sportive, diventa ancora più difficile comprendere le ragioni di una chiusura così prolungata ai danni dello sport di base, vitale per la salute degli italiani.

“Spero di leggere nel decreto della prossima settimana date diverse e anticipate – prosegue Barelli – Sostengo che lo sport, anche al coperto, in sicurezza e nel rispetto delle linee guida già impartite, sia più sicuro dei mezzi pubblici e delle scuole”

Supermercati e scuole più sicure di una piscina? Qualcosa non torna ed è anche su questo che batte ancora Barelli.

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È impensabile ritenere che un alunno la mattina possa stare con compagni, insegnanti e bidelli e nel pomeriggio in sicurezza, con le dovute distanze e in una vasca piena di cloro, non abbia più garanzie contro il Covid – ha affermato Barelli – Non posso credere che in una palestra, con 2-3 metri di distanza, con ogni sanificazione adeguata, si rischi di prendere il virus di più che in un cinema o in un teatro”

E in effetti le tempistiche di riapertura delle varie attività chiuse da tempo sembrano non essere coerenti se paragonate tra loro e non si capisce la logica con la quale sia stata messa a punto la roadmap decisa dal Governo.

“La pandemia va sconfitta ma con il buonsenso, i cittadini devono, in sicurezza, svolgere attività con pari opportunità – ha aggiunto Barelli – Se dovesse esserci l’indicazione, nel prossimo decreto, che è ammesso il pubblico negli stadi, gli avventori nei ristoranti, gli alunni nelle scuole e i cittadini al cinema e a teatro, e nel contempo fosse impedito di svolgere attività motoria e sportiva in sicurezza nelle piscine, nelle palestre e negli impianti sportivi, non solo le famiglie ma anche i gestori e dirigenti sportivi si ribellerebbero a ciò che sarebbe una totale e incomprensibile ingiustizia”

Senza sport si abbassa anche la qualità di vita delle persone.

“Occorre poi tenere presente che le società sportive, che garantiscono l’attività motoria al Paese, hanno ricevuto risibili ristori a differenza delle altre categorie – conclude Barelli – Il Governo rifletta, perché lo sport è praticato da oltre 20 milioni di cittadini che facendo sport contengono di gran lunga il costo sanitario del Paese”

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Paco Clienti

Responsabile Redazione Swim4Life Magazine