“Nel nuoto ho dato più di quello che ho ricevuto, ma tornassi indietro rifarei tutto, perché ha formato la persona che sono oggi”
Federico Bocchia è stato uno degli atleti più incredibili della storia del nuoto mondiale, perché è stato il primo in assoluto a trasformare la sua carriera natatoria in uno show.
Il personaggio del King Shark che l’emiliano si è inventato circa dieci anni fa, ha fatto breccia nel cuore degli appassionati di nuoto ed è forse soprattutto per questo che i fan hanno accolto con immenso dispiacere la notizia del suo ritiro.
Il nuoto è uno sport difficile ed è difficile emergere a un livello tale da restare nel cuore dei tifosi per sempre, ma quello che è riuscito a costruire Federico Bocchia, resterà probabilmente inimitabile.
Presentarsi ai blocchi di partenza di una competizione vestito con mantello, scettro e corona da re, o addirittura con un costume da squalo e infiammare il pubblico sulle tribune, è qualcosa che va oltre l’immaginazione di tutti.
Tutti tranne lui, che con in questa figura è diventato uno degli atleti più ricercati nel corso della sua carriera: tutti gli organizzatori dei principali meeting nazionali volevano il King Shark per garantire show al pubblico e il pubblico voleva il King Shark.
Un rapporto tra fan e atleta che ha alimentato la voglia di competizione, come racconta lo stesso Bocchia ai microfoni di Swim4Life Magazine.
L’idea del King Shark nasce nel 2011 ai Mondiali Militari di Rio – racconta Federico – Ho posto le basi del personaggio insieme a Niccolò Beni che attraverso Nuoto Extremo mi ha sempre supportato con il materiale tecnico ma anche con le idee.
Io ci ho messo sempre il mio estro nel presentarmi. Abbiamo creato questo personaggio per gioco, diventato poi un marchio su cui si sono prodotti anche materiali. Poi al pubblico è piaciuto, io mi divertivo e quindi la cosa è andata avanti”

Una carriera natatoria vissuta tra record e show: con la 4×50 stile libero ha vinto ben cinque medaglie ai Campionati Europei in vasca corta, tra cui l’oro di Stettino 2011 e l’oro a Netanya 2015 nella formazione mista di sesso.
Il suo palmares vede anche due argenti e due bronzi europei, un bronzo ai Giochi del Mediterraneo, due ori e un argento ai Mondiali Militari e otto titoli italiani assoluti tutti nei 50 stile libero.
Bocchia è stato inoltre primatista italiano assoluto dei 50 stile libero in vasca lunga con il crono di 22”01 siglato nel 2009.

La scelta difficile per vivere il sogno del nuoto
Nonostante la finale dei 50 stile ai Mondiali in vasca corta di Instanbul 2013 dove arriva ottavo, nel 2014 fu messo al bivio dal Centro Sportivo Esercito, perché a 28 anni non era ritenuto più performante e di fatto doveva scegliere tra il lavoro come militare, che però non gli avrebbe più permesso di allenarsi al 100%, o il congedo.
L’emiliano scelse la strada più difficile, quella di lasciare il gruppo militare rinunciando anche a uno sbocco lavorativo per il dopo nuoto, per continuare a vivere il suo sogno.
La sua personale rivincita arrivò due anni più tardi con la qualificazione alle Olimpiadi di Rio per i 50 stile libero.
Bocchia è sempre riuscito a stupire se stesso e gli altri ottenendo risultati importanti quando meno lo si aspettava.
A 33 anni è riuscito a migliorare il suo personale nei 50 stile libero portandolo a 21”19 nel corso dei Campionati Europei in vasca corta di Glasgow 2019.
Ma è proprio quando viveva la sua seconda, o anche terza giovinezza, che è piombata la pandemia che ha infranto ogni sforzo fatto fino ad allora da Federico.
Ci ho pensato a lungo, ma alla fine ho preso la decisione di ritirarmi – spiega il King Shark – Il lockdown è stato devastante per me: non ritrovare più il mio staff al completo, gli spazi acqua e le condizioni per allenarmi al meglio ha inciso sulla mia decisione.
Preferivo fare altro anziché allenarmi solo al 50%, ma al di là di questo non mi sarei nemmeno potuto permettere economicamente di continuare, perché la società non avrebbe potuto pagarmi uno stipendio e gli spazi acqua e alla mia età sai benissimo che è difficile trovare qualcuno che investa dei soldi su di te.
Ho deciso definitivamente di ritirarmi dopo aver vissuto le prime gare post pandemia con le dovute restrizioni – aggiunge Bocchia – Mascherine e assenza di pubblico, sommate alla mancanza di allenamento al top, ha fatto si che arrivasse questa decisione, considerando anche che non avevo anni di tempo per rimettermi in gioco vista la mia età”

Con il ritiro di Bocchia si chiude un’era.
Sono contento che con il passare degli anni, dopo che sono stato spesso criticato e mal visato per i miei show, la strada intrapresa nel nuoto è stata quello dello spettacolo, vedi la ISL che punta tutto su quello -afferma Bocchia – Avevo iniziato a travestirmi dieci anni fa e penso di aver fatto divertire il pubblico che mi seguiva alle manifestazioni”
La pandemia lo ha messo fuori dai giochi, soprattutto psicologicamente.
Mi è mancato il mio pasto quotidiano, mi è mancato il pubblico e la possibilità di dare spettacolo – spiega il velocista – Vivevo di adrenalina, passioni, emozioni, le cose che mi hanno sempre spinto nel nuoto e non potevo continuare senza.
Nel nuoto ho dato più di quello che ho ricevuto, ma tornassi indietro rifarei tutto, perché il nuoto ha formato la persona che sono oggi”
Lasci nel nuoto qualcosa di incompiuto?
No, perché la decisione del ritiro non dipende da me. La pandemia non l’ho decisa io, peccato solo che sia arrivata sul più bello, quando ero bronzo agli Europei in vasca corta e primo crono italiano.
Si vede che doveva andare così, era il momento giusto. Non avendo mai avuto problemi fisici, avrei tirato avanti ancora per un bel po’.
Il nuoto è stato il mio più grande sogno, la mia più grande passione e l’ho realizzato. Ora speriamo che con questa nuova vita io riesca a realizzare i prossimi sogni nel cassetto”
Quali sono?
Ho sempre fatto l’atleta, ma dal 1° ottobre aprirò la mia prima azienda informatica, settore in cui ci sono stati già mio nonno e poi mio padre. Ho deciso di mettermi in proprio a Parma, a casa mia, e di seguire un’altra passione che nutro da tanti anni”
Non hai mai pensato a un ruolo lavorativo nel mondo del nuoto?
Ci ho pensato ma non mi sono arrivate proposte concrete e non mi sono sbattuto più tanto avendo avuto sempre in mente il mio progetto imprenditoriale”
La cosa più bella che ricordi nella tua carriera natatoria?
Ce ne sono tante, te le divido in tre parti: gli ori agli Europei con le staffette sono le medaglie che mi hanno dato più soddisfazioni. Poi la qualificazione alle Olimpiadi di Rio 2016 arrivata a 30 anni e sempre in quell’anno, il fatto di essere rimasto l’unico a partire con due piedi sul blocco (grab start). Solo negli ultimi anni ho provato a fare la track start per raschiare il barile dei miei possibili miglioramenti. Nel mio cuore resteranno sempre anche le mie esibizioni ai vari trofei con le mie performance fuori dalla vasca. Mi divertivo e riuscivo a tirar fuori il meglio di me, a prescindere dalla forma fisica”

Cosa ti mancherà del nuoto?
Mi mancherà tutto, il nuoto mi riempiva il cuore. Ogni volta che sentivo il calore del pubblico in piscina, che mi voleva, cercava i miei show. Tutto questo mi ha dato la forza di continuare fino ad oggi. Ma la vita è anche questo, tutto finisce prima o poi”
Perché non hai mai provato ad andare oltre i 50 stile?
Sono una persona che si annoia subito, nuotavo i 50 stile libero e basta perché sono molto impulsivo e passionale. Mi piace l’adrenalina, mi piace l’emozione”
Continuerai ad allenarti?
Si, tra nuoto e palestra sicuramente, perché col fisico messo su in questi anni, dovrò cercare di mantenerlo il più possibile per evitare di lievitare”

Cosa lasci nel nuoto?
Sono vent’anni che sono ai vertici nazionali e internazionali, quindi ho vissuto il nuoto in tre generazioni: ho visto una differenza abissale su come ci si divertiva un tempo e come ci si diverte oggi. La pandemia ha cambiato tutto profondamente.
Io voglio avere il ricordo della piscina come piace a me, come l’ho vissuta io.
Con l’esperienza che ho avuto, mi sono reso conto di aver avuto tanta gente che mi stima e mi ha amato. La cosa più bella è essere diventato un punto di riferimento per tanti giovani. Molti mi contattano per consigli.
Voglio dire a questi ragazzi che nonostante la pandemia devono continuare a divertirsi, cosa fondamentale soprattutto nello sport per raggiungere alti livelli. Mente sgombra da pensieri negativi, perché il fisico da solo non ce la fa e la mia storia lo dimostra”
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