Evento insostenibile nelle attuali condizioni, per problemi legati a logistica, responsabilità ed economici
Anche il Trofeo Città di Milano si è arreso, con la Nuotatori Milanesi che organizza l’evento da nove edizioni che ha deciso di annullare quella di quest’anno a causa dei problemi legati alla pandemia.
La manifestazione di vasca lunga, di casa nella piscina Samuele di Milano, è un po’ il termometro del movimento nuoto in Italia, essendo uno dei principali appuntamenti prima dei Campionati Italiani Assoluti.
Il comunicato attraverso il quale la società meneghina comunica l’annullamento:
La presente per comunicare che, visto il perpetrarsi della situazione pandemica, non siamo in condizioni di organizzare adeguatamente la decima edizione del Trofeo Città di Milano.
Purtroppo anche la sostenibilità di una manifestazione del calibro del nostro meeting richiede risorse e rischi che in questa situazione è difficile sostenere”
I motivi della decisione sono legati alle responsabilità sui contagi, alle spese delle società per partecipare all’evento e ripercussioni sull’organizzazione relativamente ad assenze dovute a eventuali casi di positività, dunque alla sostenibilità dell’evento.
Questo è il terzo rinvio che la Nuotatori Milanesi è costretta a fare, dopo l’annullamento della decima edizione nel 2020, a inizio pandemia, poi nello scorso anno in seguito al nuovo picco di contagi e parziali lockdown che furono decisi e ancora quest’anno.
Vedere annullato questo evento dal calendario, fa riflettere sulle attuali condizioni del settore nuoto in Italia, non che non siano già chiare, ma il Città di Milano rappresentava uno degli ultimi baluardi.
Caduto anche questo meeting, bisognerebbe che chi ai vertici delle istituzioni governative, facessero le opportune riflessioni.
Perché oltre all’annullamento dei trofei di nuoto come il Città di Milano, che non è l’unico ad aver rinunciato quest’anno, ci sono società importanti che sono fallite e altre che rischiano di chiudere se non cambierà qualcosa di importante.
Tutti gli appelli fatti da due anni a questa parte, sembra non abbiano mai trovato orecchie per ascoltare e disponibilità a pensare un intervento realmente risolutivo della situazione drammatica.
Che lo sport sia veramente l’ultimo dei pensieri per chi ci governa? Che sia un qualcosa in più, che se non c’è non cambia il quadro della vita per il governo italiano?
Pensare che questa ipotesi possa anche solo avvicinarsi alla realtà dei fatti, è aberrante e per il bene di tutti, speriamo ancora in un miracolo italiano, come affermava un noto politico tanti anni fa…
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