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Da atleta a tecnico, Laura Letrari racconta le emozioni del suo primo Criteria a Riccione

L’ex Azzurra e olimpionica ritiratasi la scorsa stagione, oggi allena un gruppo di atleti del Bruneck e ai suoi primi Criteria ha vinto anche una medaglia

Il percorso di Laura Letrari nel nuoto non doveva fermarsi alla sua carriera competitiva, perché probabilmente era nel suo destino di andare oltre e rappresentare una figura che per ogni atleta è fondamentale: il tecnico.

Laura Letrari si è ritirata dalle competizioni dopo la conclusione della scorsa stagione, dopo quasi venti anni di attività agonistica e un percorso importante, che l’ha portata a diventare atleta Azzurra dagli Europei in vasca corta del 2008 a quelli in vasca lunga di Glasgow 2018.

Dieci anni in Azzurro in cui è stata anche olimpionica a Londra 2012, dove nuotò il Record Italiano della 4×100 stile libero insieme a Federica Pellegrini, Erika Ferraioli e Alice Mizzau.

Ma nella vita si cresce, ci si evolve e tutto cambia intorno a te, ma se hai un carattere da guerriera come quello che in tante occasioni Laura Letrari ha dimostrato di avere, non ti accontenti di una vita semplice e scontata.

Cerchi sempre qualcosa che ti dia brio, una nuova sfida e se non sei più tu a mettere costume, occhialini e cuffietta, allora cerchi una sfida diversa, come quella che ha accettato da sei mesi alla Bruneck, una importante società multi sport di Brunico.

Da atleta a tecnico, Laura Letrari racconta le emozioni del suo primo Criteria a Riccione

Quando mi hanno vista a Riccione in versione tecnico, in molti mi hanno chiesto se è meglio in acqua o fuori – racconta Laura Letrari – Devo dire che è un’esperienza diversa, ma comunque emozionante. Fin quando ero io in acqua, era un’adrenalina diversa, mentre invece quando si hanno dei ragazzi da gestire, cerchi di aiutarli, li sostieni psicologicamente e fisicamente, ma non sai se riusciranno a tirare fuori quello che tu vorresti.

Questa è una magia che si crea col tempo e io sono alla Bruneck da sei mesi, quindi è stato difficile, ma molto bello”

Laura Letrari è tornata a Riccione, stavolta non da atleta ma da tecnico, guidando Ariel Straudi, Hannah Oberhauser, Laura Dema e Gaia Neidiger ai Criteria di Nuoto.

Alla Bruneck seguo gli atleti dalla categoria Ragazzi in su, ma mi confronto molto anche con gli altri tecnici e cerchiamo di crescere insieme – racconta Laura Letrari – Sono riuscita anche a organizzare un collegiale a Lanzarote: con tanti era la prima volta in aereo e la prima volta all’estero, un’esperienza importante non solo sotto l’aspetto tecnico, ma anche in termini di rapporti umani tra allenatore e atleti”

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Cosa hai provato il primo giorno che sei entrata nello Stadio del Nuoto di Riccione non più da atleta ma da tecnico?

Mi sono sentita a casa: quella piscina mi ricorda tante gare belle e importanti e vedere loro entrare davanti e me e seguirle da dietro, è stato motivo di orgoglio, anche perché non è mai successo che la Bruneck riuscisse a portare quattro atlete ai Criteria. Sentivo una carica che non riuscivo a spiegarmi bene, a un certo punto è stato quasi come se fosse il mio primo campionato da atleta”

Ti aspettavi fino a qualche anno fa che avresti vestito i panni di tecnico e responsabile di un gruppo?

Sapevo fin da quando gareggiavo che mi piacesse tanto trasmettere ai più giovani qualche input, osservare come nuotassero e dargli dei consigli, ma poterlo fare oggi in modo pratico e concreto è straordinario.

Non mi aspettavo di fare il tecnico, ma sono convinta che nulla accade per caso: ho ricevuto diverse proposte da diverse società, ma si è aperto questo portone alla Bruneck e devo dire che era anche la sfida più difficile e il motivo per cui ho accettato.

È stato difficile all’inizio, quando sono arrivata, perché in tante erano molto legate all’allenatore precedente. Entrare nel loro cuore e nelle loro anime non è stato immediato, ma è stato bello lavorarci per riuscirci”

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Laura Letrari da atleta a tecnico: emozioni, sogni e prospettive

La cosa più bella che stai vivendo da quando sei il tecnico di questo gruppo di atlete?

Sono tante cose: sono riuscita a trasmettere loro calma e tranquillità e loro me lo dicono, riescono a trovare il loro equilibrio. A livello umano è bellissimo per me far superare attacchi di panico, ansie e altre problematiche da atleti. E questo vale per tutti, anche per chi non è venuto ai Criteria”

La cosa più bella invece che hai vissuto a questi Criteria?

Sarei sciocchina se non ti rispondessi che il momento più bello è stato quando la mia ragazza, Ariel Straudi, ha vinto il bronzo nei 100 rana Juniores 2007. La mia ragazza era in seconda serie e non nella prima.

Aveva quindi fatto in tempo a venire da me dopo la gara e vedere insieme l’ultima serie. Aveva fatto un ottimo tempo ed era già molto contenta. Stava per andare a cambiarsi, ma l’ho trattenuta con me perché avevo capito che avesse la possibilità di arrivare al podio”

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Le ho tenuto la mano mentre abbiamo seguito insieme l’ultima serie e nel momento in cui lei ha realizzato di aver vinto quel bronzo, è scoppiata in lacrime colme di gioia. Non aveva mai vinto niente prima, aveva anche un po’ perso la fiducia in se stessa e quando si è resa conto di aver finalmente vinto una medaglia, è stata super felice e io con lei.

Si era qualificata ai Criteria all’ultimo momento. È stato un momento davvero bello. Ti dirò però che mentre c’era la gioia di una, c’è stata anche la delusione di un’altra che di solito riusciva ad andare a podio e stavolta invece non è andata bene.

Anche quello è stato un momento intenso, negli spogliatoi tra me e lei in lacrime, in cui ho cercato di tranquillizzarla e rasserenarla. Anche quello mi ha dato molto”

È stato quindi un Criteria davvero intenso per te. Hai trovato la strada giusta?

È stato molto intenso, si, e sono contenta di essere dove sono. La società mi dato carta bianca e questo non era scontato ed è stato bello, perché trovare persone che si fidano di te fa sempre piacere. Per me conta che gli atleti stiano bene, siano sereni, pensino a divertirsi e si fidino di quello che facciamo. Al resto ci penso io”

Cos’altro ti aspetti in questa stagione?

Andremo agli Assoluti con tre atlete, ma andremo per divertirci e fare esperienza, visto che per loro sarà il primo Assoluto. Quello che mi aspetto è che continuino a credere in me e in quello che facciamo e secondo me la stagione estiva può essere interessante.

Abbiamo anche un’atleta italo-slovacca con la quale vogliamo provare a strappare la qualificazione per gli Europei Under23 e chissà, sarebbe bellissimo. Mi hanno anche convocata come allenatore per partecipare a un collegiale della nazionale slovacca. Sono molto contenta”

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Paco Clienti

Responsabile Redazione Swim4Life Magazine