George Bovell, il Leone caraibico!
Dopo la World Cup, ora punta ai Mondiali di Istanbul e Barcellona.
di Paco Clienti.
In genere, lo sport forma in una persona un carattere forte, disponibile al sacrificio e mai arrendevole ed il nuoto ci è riuscito in pieno con George Bovell! Un vero e proprio leone che si batte tutti i giorni per guadagnare il massimo dalle sue competizioni ed anche dalla vita di tutti i giorni.
George Bovell III, questo è il suo nome completo, è un nuotatore caraibico del Trinidad e Tobago, un paese dove il nuoto, così come la maggior parte degli altri sport, non è di certo un argomento di grande interesse. Nonostante questo ed il fatto che non ci siano grossi incentivi nell’intraprendere un percorso sportivo che miri ad arrivare ad alti livelli, Bovell è riuscito nella sua carriera a togliersi numerose grandi soddisfazioni! È stato infatti per ben quattro volte olimpionico ed ha anche vinto una medaglia di bronzo nei 200 misti nell’edizione di Atene 2004, salendo sul podio insieme a due nuotatori come Phelps che in quella gara fece il record olimpico, e Lochte, escludendo dal podio un futuro primatista del mondo, il magiaro László Cseh, diventando senza dubbio il nuotatore di maggior successo della regione dei Caraibi!
Oltre il bronzo olimpico, Bovell ha vinto nelle varie edizioni dei Giochi Panamericani, un oro nei 200 stile libero e nei 200 misti, un argento nei 100 stile libero e nei 100 dorso ed un bronzo nei 50 stile libero.
Bovell è il quarto miglior performer dell’anno nei 50 stile libero, per il secondo anno consecutivo, oltre ad essere il quarto nuotatore più veloce della storia nei 50 stile libero con il crono di 21”2 secondi (in gommato).
L’apnea lo ha aiutato molto per recuperare la forma fisica per il Nuoto, dopo il gravissimo incidente che Bovell subì l’estate scorsa in seguito al violento scontro frontale con un camion che si schiantò contro la sua auto, provocandogli un livido al cervello! Per quasi due mesi non potette svolgere qualsiasi forma di movimento fisico, come camminare, salire le scale, in quanto questa minima fatica gli sarebbe potuta costare un ictus! Questo bruttissimo momento della sua vita non lo ha fermato e poco dopo essersi rimesso in sesto, ha preso parte alle Olimpiadi di Londra 2012 arrivando alla finale dei 50 stile libero!
Bovell ha affermato che è stato il Nuoto che ha scelto lui e non vice versa!
Dopo le recenti esaltanti prestazioni n Coppa del Mondo FINA/Arena, è diventato uno dei nuotatori più forti del mondo in vasca corta nei 50 stile libero, con un impressionante ruolino di vittorie messe a segno nelle varie tappe del torneo, fatto da ben 7 medaglie d’oro (4 nei 50 stile e 3 nei 100 misti) e 9 d’argento (5 nei 100 misti e 4 nei 50 stile)!
Prima di immergerci nel nuoto, parliamo della tua vita. Cosa ti piace fare quando non nuoti?
Vivere la mia vita! Vengo da una piccola isola dei Caraibi, il nuoto è uno sport minore qui ed io sono molto fortunato di aver raggiunto certi livelli in questo sport. Ogni volta che nuoto, mi piace immaginare che stia nuotando per la prima volta in vita mia. Mi piace rivivere ogni sensazione che si prova.
Che musica ascolti?
Io sono per tutti i generi musicali. Ultimamente ascolto Bossa Nova Jazz per rilassarmi, blues, reggae, rock, hip-hop e musica elettronica.
Quali sono i tuoi hobby?
In questi giorni sono così occupato che ho a malapena il tempo per i miei hobby. Mi piace molto la pesca subacquea e l’apnea ed anche realizzare filmati subacquei!
Tuo padre era un nuotatore collegiale e tua madre è stata un corridore olimpico ed anche tuo fratello è un nuotatore come te. Nascere e crescere in una famiglia di atleti porta un vantaggio per intraprendere una carriera sportiva professionale?
Sì, penso proprio di sì. Forse ci sono anche vantaggi genetici. In ogni caso i miei genitori non mi hanno mai spinto forzatamente a fare sport come alcuni genitori fanno quando cercano di vivere indirettamente attraverso i propri figli. Mi hanno incoraggiato da subito a vedere il divertimento che c’è nel fare sport. Mi hanno permesso di innamorarsi con l’acqua e con lo sport e l’ho fatto per me e non per loro.
Ora stiamo iniziando a parlare di nuoto. A che età e per quali ragioni hai iniziato a nuotare?
Sono cresciuto praticamente intorno all’acqua! La mia famiglia era fuori in barca quando ho imparato a nuotare, in età molto giovane, nella piscina di mia nonna. In quel periodo stavo appena imparando a camminare…
Ho iniziato il nuoto agonistico all’età di 7 anni. Quando ero piccolo ho provato molti sport, dalla ginnastica al calcio, il tennis, il cricket e la vela. Intorno all’età di 14 anni ho iniziato ad allenarmi più seriamente e dedicarmi di più al nuoto.
Oltre ad essere il nuotatore di maggior successo dei Caraibi, sei anche uno degli uomini più rispettati ed ammirati nello sport del tuo paese. Come ci si sente e che tipo di responsabilità ti dà avere questo riconoscimento?
Beh, non sono troppo sicuro di questa cosa. La maggior parte dei trinidesi pensano di essere una superstar. Purtroppo la nostra cultura non è quella che valorizza lo sport ed a maggior ragione gli sportivi. Dalla mia esperienza, posso dire che non c’è molto sostegno per lo sport. Da noi le persone seguono lo sport solo ogni quattro anni per le Olimpiadi, in attesa di un sacco di medaglie e di trattare tutto quello che arriva di diverso dalle vittorie come un fallimento! I musicisti sono più famosi! Loro hanno molti più sponsor degli atleti!
Pochi nuotatori hanno importanti titoli di studio. Tu sei laureato in Scienza delle Costruzioni. Cosa ti ha spinto ad intraprendere questo percorso universitario e portarlo al termine nonostante la tua importante carriera nel nuoto?
Questo era un campo di studio che mi interessava. Al tempo pensai che attraverso questa materia avrei potuto avere vantaggi e crearmi le basi per una mia carriera futura. Sono stato fortunato ad aver ottenuto una borsa di studio e nuotare alla Auburn University in America, dove il sistema NCAA permette di nuotare e competere ad un livello molto elevato ed allo stesso tempo proseguire i tuoi studi rigorosamente.
L’anno scorso hai partecipato ai Campionati Italiani invernali di Riccione. Cosa pensi del nuoto e dei nuotatori in Italia?
Amo il nuoto in Italia! A volte vorrei essere parte di un ricco patrimonio relativo al nuoto così come accade in Italia. Invidio un po’ il rispetto ed il prestigio associati con l’essere un nuotatore di alto livello in Italia. L’Italia produce costantemente alcuni dei migliori nuotatori del mondo e la nazionale gose sicuramente di grande rispetto a bordo vasca. Le donne sono molto belle – afferma sorridendo Bovell.
Che differenze hai notato rispetto alle competizioni che si svolgono nel tuo paese?
In tutta onestà, le gare che si svolgono nel mio paese non possono essere paragonate a quelle che fate voi in Italia. Tutte le gare che si svolgono nel Trinidad sono frequentate da tutti i club e possono essere considerate una forma di competizioni locali! I nuotatori sono per la maggior parte di età molto giovane. Le strutture sono scarne anche se al momento stanno costruendo un impianto di livello mondiale. Per queste ragioni competo molto raramente nel Trinidad e di solito viaggio all’estero per fare gare in America, Canada ed in Europa.
Hai rappresentato il Trinidad e Tobago nelle Olimpiadi per ben quattro volte dal 2000 al 2012! Come ricordi la prima volta?
La prima volta avevo 17 anni. La prima esperienza fu per me sicuramente di grande impatto. La prima cosa che mi viene in mente è in realtà la sfilata fatta alla Cerimonia di apertura più che l’esperienza di aver gareggiato. Ricordo di essere stato affascinato dalle stelle del momento, tra cui Alex Popov, Kieren Perkins e Gary Hall Jr. Partecipai ai 400 misti, 200 misti e 100 stile libero. Una combinazione insolita di eventi.
Com’è stato vincere quella medaglia di bronzo nei 200 misti di Atene 2004 dietro due mostri sacri come Phelps e Lochte?
È stata una gara molto dura, una delle più difficili della mia carriera. È stato un sollievo ottenere quella medaglia ad essere onesti, visto come la gara si decise su tempi molto vicini. Laslo Cseh arrivò 4° a 6 centesimi da me ed io 3° a 2 centesimi da Ryan Lochte! Ricordo l’emozione di salire sul podio, sentendosi completamente vivo! Ricordare l’esperienza del podio è comunque come provare a ricordare un bel sogno. Posso ricordarne alcune parti, ma non riesco a riviverlo come allora. Oltre il bronzo arrivai 11° nei 100 e 200 stile libero.
Oltre al fatto che sei entrato nella storia come primo nuotatore del Trinidad e Tobago a vincere una medaglia olimpica nel nuoto, in quell’occasione buttasti fuori dal podio un certo Laszlo Cseh…che effetto ti fece tutto questo?
È stato molto incoraggiante e certamente un grosso evento per il nostro paese di appena 1 milione di persone. Purtroppo poco dopo ebbi uno strappo al legamento del ginocchio che ostacola notevolmente a tutt’oggi la mia capacità di nuotare a rana ed infatti quello è stato il mio ultimo 200 misti.
Cos’è cambiato per te emotivamente dalla prima Olimpiade del 2000 a quella di Londra nel 2012?
Le mie prime Olimpiadi le ho fatte godendomi l’esperienza e divertendomi. Penso che guardando indietro a quelle del 2012, sono arrivato all’evento troppo serio e teso, perché ho creduto di avere la possibilità di una medaglia nei 50 stile libero. Cercai così di arrivare perfettamente scarico, curai la salute, tutte le condizioni fisiche e naturalmente, le cose non vanno mai esattamente secondo i tuoi piani. Avrei dovuto arrivarci più rilassato e godermi l’esperienza.
Quali campioni ti hanno impressionato di più nella tua esperienza olimpica?
Naturalmente Alex Popov! Penso inoltre che Kosuke Kitajima è un incredibile atleta e concorrente. In realtà sono stato molto ispirato anche da Ousama Mellouli della Tunisia che conosco bene personalmente. Mi ispiro a lui perché viene da un paese non vincente, proprio come me. Anche il mio ex compagno di squadra alla Auburn University, Erik Shanteau che ha nuotato con me a Pechino, è stato un punto di riferimento. Lui partecipò alle Olimpiadi con tumore al testicolo e poi dopo aver battuto la malattia, è tornato ed ha vinto medaglie ai Mondiali di Roma 2009. Lui è un vero eroe!
Una curiosità. È vero che nel villaggio olimpico di Londra accadeva qualcosa tra nuotatori e nuotatrici o le cose che si sono sentite sono solo leggende metropolitane?
Penso che questa storia sia un mito che hanno fatto credere i media. La gente si è concentrata principalmente sui loro eventi e non appena ognuno terminava le proprie gare, lasciavano il villaggio olimpico.
Tu sei molto patriottico. Cosa hai provato quando sei stato eletto portabandiera?
Ho portato la nostra bandiera sia alla Cerimonia di apertura che di chiusura in tutte le edizioni dei Giochi ai quali ho partecipato. È stato veramente un grande onore!
L’estate scorsa, un incidente d’auto ti ha provocato un livido al cervello. Per quasi due mesi sei stato costretto a stare a riposo, senza allenarti assolutamente. Questo però non ti ha fermato perché sei riuscito a recuperare la tua forma fisica molto velocemente e sei andato alle Olimpiadi di Londra, arrivando 7° in finale dei 50 stile libero! Com’è stato vivere quella brutta esperienza e poi riuscire a superarla arrivando in una finale olimpica nella gara più difficile, a 29 anni?
Per me è stato un periodo molto difficile. Una terribile visione e poi la perdita della memoria. Sono stato costretto a rimanere molto tranquillo, perché se la mia pressione arteriosa avesse subito una frequenza cardiaca elevata, avrebbe potuto causare una perdita di sangue al livido sulla mia testa, dandomi un colpo che avrebbe potuto essere potenzialmente fatale! È stato un periodo molto stressante, perché per un po’ non ho avuto alcuna garanzia che tutto sarebbe andato bene e le prospettive di avere un ictus o di dover subire un intervento chirurgico al cervello, mi ha assolutamente terrorizzato e reso incapace di avere pace. Dopo le successive tac cerebrali, fu riscontrato che il mio cervello era guarito e mi fu permesso di tornare ad allenarmi. Ho perso tanta forza e forma fisica in seguito a quel periodo e penso che arrivare a competere in una finale olimpica, quale quella di Londra, è qualcosa di cui continuerò ad essere orgoglioso per il resto della mia vita!
Negli ultimi 6 mesi sei diventato tra i nuotatori più forti del mondo in vasca corta dopo le tue imprese in Coppa del Mondo FINA/Arena! Cosa ti ha dato la spinta per fare così bene?
Non ero pronto a rinunciare dopo le Olimpiadi ed ho continuato ad impegnarmi. La gente nel mio paese mi chiamava fallito e mi consigliava di andare in pensione perché non ho vinto nessuna medaglia d’oro a Londra e la cosa non è stata di certo di aiuto per me. Credo che potrei essere andato in sovrallenamento proprio nella stagione olimpica, durante il tentativo di recuperare il tempo perduto ed è stato poi quello stesso duro lavoro che mi ha messo in questo stato, spingendomi a nuovi migliori tempi cronometrici.
Che importanza ha avuto il tuo nuovo costume della Head Swimming nei risultati che hai conseguito ultimamente?
Sono orgoglioso di dire che io, insieme a Markus Rogan, abbiamo ben combinato tutti i nostri anni di esperienza nel nuoto con il vincente designer della Head per la produzione di quello che penso sia il costume perfetto, nella forma e nella vestibilità! Mi piace anche la fiamma sulla coscia! Il costume è veloce, completo, resistente e si adatta perfettamente. Esso fornisce la giusta connessione e compressione!
In questi giorni ci sono i Mondiali in vasca corta di Istanbul. Qual è il tuo obiettivo?
Aspiro a salire sul podio!
Se guardiamo invece più lontano ci sono i Campionati del Mondo di Barcellona 2013, quando tu avrai 30 anni. Come speri di arrivare a questa competizione e cosa sogni di conquistare?
Mi concentrerò sul migliorare il mio record personale di 21”77. Posso ancora competere per una medaglia! Non credo che l’età sia un fattore rilevante per me. Continuo anche a diventare ogni anno sempre più forte, con gli allenamenti in palestra.
Facciamo un ulteriore salto nel futuro. Come ti immagini tra 20 anni?
È triste, ma una volta che la carriera da nuotatore sarà finita, dovrò affrontare la nuova sfida di reinventare me stesso nel mondo degli affari. Dubito che potrò mai sapere fare qualsiasi altra cosa nella mia vita meglio di come possa fare nuoto. Dopo aver fatto una cosa così seriamente per così tanto tempo, vorrei espandere le mie esperienze e mi auspico di avere tempo di perseguire altri interessi.
Siamo in chiusura. Vuoi aggiungere qualcosa?
Potremmo riassumere il tutto dicendo che sono un tipo freddo, mi alleno molto duramente e nuoto abbastanza bene. Vorrei invitarvi a venire ad allenarvi con me qui giù nelle Isole quando arriva l’inverno e fa molto freddo – conclude lì’intervista sorridente il simpaticissimo George Bovell.