Dalla Turchia con furore, Martina De Memme a caccia di un sogno!

A Riccione è riuscita a ripagarsi i sacrifici di un anno lontano dalla famiglia per allenarsi in Turchia e adesso si vola a Londra.

Caparbia ma anche fragile emotivamente, un mix che la contraddistingue sicuramente, sia nella vita di tutti i giorni che in vasca, dove Martina De Memme ha saputo farsi valere crescendo ad una bracciata per volta inseguendo il suo sogno. Dall’esordio in nazionale avvenuto con europei in vasca corta di Stettino nel 2011, ne ha fatta di strada la livornese che spegnerà 25 candeline a luglio. Dopo il successo della 4×200 stile libero agli Europei di Debrecen del 2012 nella quale però nuotò solo la batteria di qualificazione, ha conquistato i suoi primi successi in campo internazionale ai Giochi del Mediterraneo di Mersin 2013 dove trionfò nei 200, 400 e 800 stile libero e nella 4×200 stile libero insieme a Chiara Masini Luccetti, Diletta Carli e Stefania Pirozzi, confermandosi poche settimane dopo alle Universiadi di Kazan con la medaglia d’oro nei 400 ed 800 stile libero.
I suoi ultimi successi sono comunque recenti, con le due medaglie di bronzo vinte nei 200 e 400 stile libero alle Universiadi di Gwangju dello scorso anno alle quali ha fatto anche da portabandiera alla Cerimonia di apertura e dove tra l’altro nuotò il suo attuale miglior crono di sempre nei 200 stile con 1’59”14, crono al quale si è avvicinata molto agli ultimi Campionati Italiani Assoluti primaverili dove è riuscita a conquistarsi un posto per la 4×200 stile agli imminenti Campionati Europei che si svolgeranno a Londra dal 16 al 22 maggio vincendo la medaglia di bronzo con il crono di 1’59”33, un risultato che ha commosso lei ed i suoi genitori che la seguivano dalle tribune dello Stadio del Nuoto di Riccione.

L’atleta del Centro Sportivo Esercito e Nuoto Livorno sa cosa vuole e per prenderselo è andata fino in Turchia, dove da un anno si sta allenando agli ordini di Corrado Rosso, ex allenatore della Nuoto Livorno. I sacrifici sono quindi tanti perché senza alcun dubbio non è facile per una ragazzi di 24 anni vivere lontano dalla famiglia e in un altro Paese, ma questo non è un limite per Martina che dopo il positivo e commovente 200 stile di Riccione, può sognare traguardi ancora più prestigiosi.

martina-de-memme-campionati-italiani-assoluti-2016Credo che il tempo nuotato nei 200 stile ai Campionati Italiani di Riccione ti ripaghi di tanti sacrifici fatti nell’ultimo anno. Cosa hai provato quando hai visto quel crono stampato sul tabellone?
«Ho lanciato un grido di liberazione che ha un significato molto intenso. Mi sono liberata di tutto quello che avevo maturato dentro di me durante i Campionati, con le prime due gare che mi avevano lasciata con la bocca un po’ amara. I 400 stile che sono stata la prima gara in cui ho rotto il ghiaccio, sono stati un un po’ sotto tono, con un tempo che non era assolutamente quello che avevo previsto di nuotare, un risultato deludente che è stato sinceramente anche la conseguenza della forte tensione e nervosismo che ho sentito prima della competizione. Dopo quella gara, l’umore non era dei migliori ed il giorno dopo ho fatto gli 800 stile con uno stato d’animo non positivo ed infatti non è venuta fuori una bella gara nemmeno in quell’occasione.»

Per giunta ti sei trovata in una finale che non è stata per niente esaltante purtroppo, nella quale nessuna ha particolarmente brillato.
«Io ero dalla parte opposta rispetto alle ragazze che hanno nuotato davanti, le vedevo in orizzontale e non mi sembrava nemmeno che fossero tanto lontane, ma la percezione che hai in quel momento, con la fatica, non è mai affidabile ed infatti al tocco della piastra ero completamente delusa dal tempo e rammaricata perché essendo lontana da loro, non avevo potuto gestire la gara come avrei voluto. Dopo che anche gli 800 stile non sono andati bene, ho staccato il cervello per un giorno ed ho resettato tutto.»

martina-de-memme-settecolli-2015Cosa hai fatto per staccare il cervello e poter ricominciare da zero?
«Shopping! La cura migliore prima delle gare è lo shopping ed è una cosa che vale per tutti e che consiglio fortemente a tutti, perché entrare anche in un solo negozio e svaligiarlo, vi rilassa nel migliore dei modi e praticamente vi rimette al mondo! Sono riuscita quindi a staccare e ricominciare da zero e già nelle batterie di qualifiche dei 200 stile ho ritrovato la condizione ideale per nuotare rilassata e tranquilla, dopo di che mi sono promessa di fare il meglio che potevo nella finale che era ormai l’ultima gara nella quale mi giocavo tutto.»

E infatti nella finale sei partita subito all’attacco senza alcun timore.
«Ho tirato al massimo la prima parte di gara perché per me un passaggio ai 100 metri da 58”4 è veramente al limite delle forze visto che le mie caratteristiche principali sono da fondista. Dopo ho fatto il meglio che potevo ed anche se ho fatto l’ultimo 50 metri con un tempo un po’ alto rispetto al solito, sono riuscita a difendermi dall’attacco delle altre e chiudere bene.»

Ti sei anche trovata un po’ nelle condizioni di poter tirare quella finale visto il ritmo delle avversarie in gara.
«Si, in effetti rincorrere una come Federica Pellegrini che aveva forzato il passaggio ai 100 metri (55”73 n.d.r.), ma soprattutto attaccarmi ad Alice Mizzau che non era lontana da me, mi ha aiutata a dare il massimo e fortunatamente ha funzionato.»

Questo risultato è molto importante e significativo perché ti proietta nella 4×200 stile degli Europei di Londra, il che è particolare visto che credo che questa distanza la nuoti per costruire gli 800 stile.
martina-de-memme-200-stile«Esatto, come dice il mio allenatore, nuotiamo i 400 per costruire gli 800 e i 200 per costruire i 400, però si gareggia su tutte. Non mi dice che una distanza è più importante dell’altra, ma che vanno nuotate tutte e con la stessa importanza e quindi certamente non si nuota un 200 tanto per nuotarlo. Sono felicissima di essere rientrata tra le prime quattro di questa specialità e spero di abbassare ulteriormente questo crono agli Europei per puntare ad una staffetta competitiva. Ai Campionati scorsi, obiettivamente parlando, hanno nuotato tempi più bassi di questi, però poi comunque sono rimaste su quello standard. Noi abbiamo nuotato un 1’59” basso e adesso puntiamo ad abbassare questo standard per vedere dove arriviamo.»

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Cosa bisogna fare adesso che hai piazzato questo risultato, per preparare gli Europei di Londra, ma anche per tentare di staccare un pass per quell’altra destinazione che non menzioniamo nemmeno.
«Esatto, meglio non citare quel nome – risponde sorridendo la De Memme – Sicuramente adesso ci sarà da lavorare ma con più tranquillità possibile. Naturalmente quando hai degli obiettivi, lavori con una tranquillità che è relativa perché mista a quel nervosismo che in alcuni giorni ti fa crollare, così come è successo a me prima degli Assoluti. Mi allenavo bene, ma in certi momenti crollavo. Adesso, raggiunto l’obiettivo minimo che era la qualificazione per Londra, posso lavorare più serenamente e con la solita tenacia di sempre che si dice che mi contraddistingua.»

Adesso si torna in Turchia. Sei riuscita ad ambientarti completamente o ti capitano ancora episodi strani?
«Si, sono riuscita ad ambientarmi meglio. Ci sono degli episodi strani ma così come possono capitare in Italia naturalmente e poi fortunatamente in tutte le parti del mondo si trovano anche le brave persone che ti aiutano . Adesso comunque ho trovato la mia dimensione e riesco a comprendere quello che mi dicono. Non riesco ancora a formulare una frase ben fatta, ma riesco a farmi capire.»

martina-de-memme-intervista-swim4life-magazineQuando hai terminato i 200 stile di Riccione, ho seguito tutto il dopo gara, quando sei salita sulle tribune ad abbracciare i tuoi genitori che piangevano commossi insieme a te.
«I sacrifici sono tanti e poi noi siamo una famiglia molto legata e unita. Vedere la propria figlia prendere baracca e burattini e trasferirsi a centinaia di chilometri dalla famiglia in un posto che comunque ha una cultura particolarmente diversa dalla nostra, certamente non lascia i genitori a cuor leggero. Loro sanno anche i sacrifici che faccio in allenamento, perché tutti i giorni ci sentiamo via Skype e mi vedono distrutta e a volte anche abbattuta quando capita una giornata storta, in seguito alla quale penso che male per male, potevo stare a casa anziché allenarmi a centinaia di chilometri. Loro però mi spronano sempre e mi tirano su di morale standomi vicina. Quando hanno visto il risultato di Riccione, hanno pianto nel vedermi felice. Per loro potevo arrivare anche ultima e al di là dei risultati, se io sorrido e sono felice, a loro va bene.»

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Paco Clienti

Responsabile Redazione Swim4Life Magazine